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Meno volumi, più qualità: la stagione del cachi in Romagna
Si profila una stagione con pezzature più sostenute e quotazioni soddisfacenti

L’autunno in Romagna profuma di cachi. Nelle campagne di Santarcangelo di Romagna (Rimini), la raccolta è già a pieno ritmo: la varietà Tipo è ormai alle battute finali, mentre per il Rojo Brillante l’appuntamento è fissato fra fine ottobre e i primi giorni di novembre. A raccontare l’andamento della stagione è Filippo Fabbri, alla guida dell’azienda agricola omonima e socio del Consorzio Agribologna.
“Abbiamo iniziato la raccolta del cachi Tipo intorno al 25 settembre e possiamo dirci soddisfatti. A differenza dello scorso anno, quando le grandinate segnarono pesantemente la produzione, il 2025 non ha presentato particolari criticità né sul fronte climatico né su quello fitosanitario: la mosca, ad esempio, non ha creato problemi rilevanti”.

Sul piano quantitativo, i volumi restano sotto la media, con un calo stimato del 10-15% rispetto a un’annata normale. “La produzione è inferiore – precisa Fabbri – ma la pezzatura si è rivelata più sostenuta, ed è proprio quello che il mercato ricerca. Il clima meno afoso dell’estate, intervallato da piogge regolari, ha favorito questa caratteristica”.
Anche la fase commerciale beneficia dell’arrivo delle temperature tipicamente autunnali: “Il cachi è un frutto stagionale, che si sposa con il freddo – sottolinea l’imprenditore romagnolo –. Il recente calo termico ha dato slancio ai consumi e le quotazioni sono soddisfacenti. Alcune catene hanno avviato promozioni mirate, mentre nei mercati all’ingrosso le vendite procedono in maniera regolare”.
L’azienda Fabbri coltiva cachi su circa 20 ettari, oltre a collaborare con altri produttori romagnoli che stanno tornando a investire in questa coltura. “Negli ultimi anni – aggiunge – il cachi si è confermato interessante anche dal punto di vista economico, ed è questo il primo requisito per la tenuta di una coltura. Strategica si rivela l’introduzione del Rojo Brillante, che ci permette di prolungare la stagione fino a dicembre, in un periodo favorevole ai consumi. Inoltre, il fatto che possa essere gustato anche sodo, come una mela, rappresenta un’opportunità per avvicinare le nuove generazioni a questo frutto. Senza dimenticare che, grazie alla maturazione in cella con etilene, può soddisfare anche chi predilige la tipologia a polpa morbida, pur mantenendo un gusto distintivo rispetto al tradizionale cachi Tipo”.

La Romagna del cachi, dunque, guarda avanti: meno quantità ma maggiore qualità, con una strategia che punta a valorizzare la tradizione e allo stesso tempo a conquistare nuovi consumatori. Una sfida che si gioca tra campi, mercati e scaffali, dove il frutto arancione d’autunno sembra avere ancora molto da dire. (bf)
