Morì nei campi, condannato imprenditore

Al titolare dell'azienda agricola 14 anni di carcere

Morì nei campi, condannato imprenditore

E' un caso che aveva scosso l'opinione pubblica. Nel luglio 2015 il bracciante sudanese Mohamen Abdullah morì sotto il sole della Puglia mentre raccoglieva pomodori. Lo faceva, secondo le indagini, per 12 ore al giorno e una paga di 50 euro a giornata. Per il titolare dell'impresa agricola presso cui lavorava è ora arrivata una condanna: la Corte d'assise di Lecce, informa il quotidiano La Repubblica, ha condannato a 14 anni e mezzo di reclusione un imprenditore agricolo di 83 anni per omicidio colposo e caporalato e, con le stesse accuse, un altro uomo di origini sudanesi, che aveva il ruolo di mediatore degli arrivi. 

Il Salento non ha dimenticato un figlio morto in terra di accoglienza. Nell'ottobre del 2016, in suo ricordo, è stata apposta una targa nei pressi della Masseria Boncuri, luogo simbolo delle battaglie per i diritti sindacali e per la dignità sul lavoro dei braccianti stranieri impiegati nella raccolta dei prodotti ortofrutticoli nei campi del Salento. "È una sentenza che rende giustizia per una morte così ingiusta" commenta a La Repubblica l'avvocata Cinzia Vaglio, legale della moglie e della figlia della vittima che verranno risarcite con una provvisionale di 50mila euro ciascuno - anche se - prosegue l'avvocata - non ci sarà mai alcuna cifra che potrà lenire il dolore".