Dal campo
Morìa del kiwi, 8.000 ettari persi in Italia: Zespri risponde con l'innovazione
Innovazione satellitare e tecniche agronomiche per migliorare gestione e resa degli impianti

Ieri a Roma, alla presenza di rappresentanti istituzionali italiani e neozelandesi, tra cui l’Ambasciatrice della Nuova Zelanda in Italia S.E. Jackie Frizelle e il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, Zespri ha riunito ricercatori e stakeholder della filiera ortofrutticola per presentare “Innovazione Satellitare e Sostenibilità – Il Piano Zespri per il Futuro del Kiwi Italiano”. L’incontro è stato l’occasione per condividere il percorso di ricerca e le innovazioni sviluppate dall’azienda neozelandese per contrastare la morìa del kiwi — dalla gestione del suolo, all’irrigazione di precisione, alle applicazioni di osservazione della Terra — e per promuovere un dialogo operativo su politiche, strumenti e buone pratiche. A guidare il confronto è stato Giorgio Dell’Orefice.
Il programma si è aperto con gli interventi istituzionali, seguiti da Nick Kirton, Executive Officer per l’emisfero nord di Zespri, che ha illustrato la visione e le priorità dell’azienda, e da Dario Vegetti, Head of Innovation & Productivity per l’emisfero nord di Zespri, che ha introdotto il lancio di “Remote Sensing”, il progetto Zespri che porta i dati satellitari di osservazione della Terra al supporto dell’agronomia e delle decisioni operative in campo.
Le presentazioni hanno aperto un confronto su come l’innovazione – a servizio delle aziende agricole e dell’intero comparto - possa tradursi in strumenti concreti, tra sfide e opportunità. Hanno animato il dibattito, per Zespri, Lorenzo Tronchin (Data & Insight Manager) e Lorenzo Rocchi (Orchard Productivity & Extension Manager); sono intervenuti inoltre Piera Di Vito (End-to-end Earth Observation System Engineer, ESA), presente come ospite istituzionale, e Marco Salvi (Presidente, Fruitimprese), in rappresentanza del settore ortofrutta.
Il contesto: la sfida della morìa del kiwi
Negli ultimi anni la Kiwifruit Vine Decline Syndrome (KVDS) — la morìa del kiwi — ha ridisegnato il paesaggio produttivo italiano: oltre 8.000 ettari perduti, pari a circa il 30% della superficie coltivata, soprattutto della varietà a polpa verde e, in parte, su quelle a polpa gialla. A complicare il quadro contribuisce l’aumento della frequenza di eventi meteo estremi: piogge intense e inondazioni, siccità, carenza di freddo invernale, grandinate e gelate fuori stagione, costringendo i produttori a ripensare pratiche e investimenti.
“La scelta di Roma non è casuale: il Lazio è tra i principali areali produttivi di kiwi in Italia e, al tempo stesso, uno dei territori più colpiti dalla morìa. Solo nell’ultimo anno, gli ettari produttivi di kiwi verde si sono ridotti del 5%”, ha sottolineato Dario Vegetti.
In assenza di diagnosi precoce e di interventi agronomici mirati, la morìa spesso degenera fino alla perdita del frutteto, rendendo inevitabile il reimpianto. La situazione per il kiwi a polpa gialla Zespri SunGold™ è migliore, ma gli ettari colpiti sono comunque circa 600, con un danno potenziale stimato pari a 180 Milioni di Euro per l’intera filiera tra mancate produzioni e costi di reimpianto.
Agire a monte, in prevenzione significa dare ai produttori la possibilità di recuperare il frutteto prima che il danno sia irreversibile, ridurre i costi e stabilizzare i risultati economici. In quest’ottica, monitoraggio precoce, irrigazione di precisione, gestione attenta del suolo e strumenti decisionali basati sui dati diventano leve concrete per proteggere il valore degli impianti.

Dalla ricerca al campo: il programma Zespri
Dal 2020 Zespri ha avviato un programma organico di ricerca e sperimentazione — oltre 1 Milione di euro investiti — che integra studi scientifici, prove agronomiche in campo e formazione tecnica, in collaborazione con i partner di filiera italiani (Agrintesa, Apofruit, OP Kiwisole, Gruppo Salvi) e un network di ricerca che include Università della Basilicata, Università di Bologna, CREA-DC, i.Ter e Plant & Food Research (Nuova Zelanda).
Tra le iniziative di punta, c’è il Progetto Recupero Radici, avviato nel 2024 in dodici frutteti pilota tra Lazio e Calabria: mappatura dei suoli e della loro fertilità, monitoraggio vegetativo NDVI (indice vegetale satellitare), analisi della biodiversità microbica e prove su portainnesti vengono tradotti in strumenti operativi per la gestione irrigua di precisione, il miglioramento della salute del suolo e l’adozione di pratiche rigenerative. I risultati stanno alimentando un’estensione su scala europea, con nuovi siti in Francia e Grecia.
Il progetto “Remote sensing”: dati satellitari che guidano le scelte in campo
Cuore dell’evento è stato il lancio di “Remote Sensing”, il tassello digitale che mette a sistema l’osservazione della Terra (indici e immagini satellitari), l’analisi storica delle serie di dati, “stazioni meteo virtuali” e reali e un sistema di supporto decisionale (DSS) per costruire bilanci idrici e nutrizionali di precisione.
Con questo progetto, Zespri diventa la prima azienda frutticola in Italia ed Europa a disporre di una mappatura satellitare completa dei propri frutteti (riferita alle produzioni della varietà Zespri SunGold a polpa gialla).
Il prototipo, basato su dati satellitari, segna un passo avanti nel percorso di Zespri verso un approccio sempre più ispirato dai dati. Le immagini ad altissima risoluzione (30 cm) permettono di distinguere quasi la singola pianta dal satellite e hanno già consentito di rispondere in modo robusto e quantitativo a una domanda cruciale: “Quanti ettari produttivi sono affetti da moria?” Non solo: la stessa tecnologia può essere utilizzata con finalità previsionali, per anticipare le aree più a rischio e pianificare interventi mirati. Una prima analisi è stata condotta su scala europea.
La tecnologia consente inoltre un monitoraggio intelligente durante tutto l’anno. Accanto all’alta risoluzione, i dati a più bassa risoluzione provenienti dalla costellazione Copernicus Data Space Ecosystem - la piattaforma europea open data per l’osservazione della Terra, sviluppata da un consorzio di partner europei sotto la supervisione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) -garantiscono aggiornamenti frequenti ogni 5-10 giorni permettendo azioni agronomiche tempestive. La direzione futura è chiara: costruire veri e propri gemelli virtuali dei campi produttivi, interrogabili in tempo reale, per mettere la tecnologia al servizio del produttore e della filiera.
“L’Italia è da oltre 25 anni al centro della strategia Zespri. Di fronte a sfide come la morìa, investiamo in ricerca e innovazione per mettere a disposizione della filiera strumenti concreti come varietà resilienti, dati e pratiche di campo sostenibili. Ma traguardi così ambiziosi si raggiungono solo insieme: produttori, mondo della ricerca, istituzioni e industria. È in questa alleanza che nasce valore duraturo per la filiera e per i territori, a beneficio delle prossime generazioni”, ha dichiarato Nick Kirton.
Un modello collaborativo per produttività e sostenibilità
Tre parole chiave guidano il programma Zespri: prevenzione, precisione, sostenibilità. Conoscere lo stato di salute di suolo e piante per decidere se recuperare o reimpiantare; ottimizzare la gestione irrigua con sensori, bilanci idrici e piattaforme digitali; intervenire su drenaggio e struttura del suolo; diffondere pratiche rigenerative che aumentano la resilienza degli impianti. Il tutto con il coinvolgimento diretto della filiera — giornate in campo, formazione e lavoro con le OP — per trasformare la ricerca in soluzioni trasferibili su scala territoriale.
Uno sforzo congiunto che rende la filiera Zespri tra le più innovative dell’ortofrutta, a supporto di una produzione sempre più sostenibile e stabile, pronta ad affrontare il futuro con decisioni basate sui dati e nel rispetto dell’ecosistema. (bf)
Fonte: ufficio stampa Zespri
