Novembre, mese nero dei consumi: anche all’ortofrutta servirebbe il Black Friday

Salvo Sortino (AgriPeppe): “Periodo stagnante con tutte le referenze”

Novembre, mese nero dei consumi: anche all’ortofrutta servirebbe il Black Friday

Novembre, si sa, non gode di grande fama. È il mese in cui le giornate si accorciano, le temperature calano e – come se non bastasse – si congela anche la voglia di spendere. Dopo le spese del rientro post-estivo e prima della corsa ai regali di Natale, i consumi vivono una vera e propria fase di letargo. E l’ortofrutta, purtroppo, non fa eccezione.

“Novembre è da sempre un mese complicato per il mercato – spiega a IFN Salvo Sortino, responsabile commerciale dell’AgriPeppe di Fondi (Latina) –. Le produzioni vanno avanti bene, anzi, troppo bene per il periodo: il clima più primaverile che autunnale sta favorendo le piante e siamo in piena produzione con tutta la gamma di pomodori, dalle varietà Pixel, datterino, ciliegino e grappolo, fino ai colorati gialli e verdi, oltre ai pomodori insalatari come oblungo e costoluto. A pieno regime anche le zucchine, sia scure che con fiore”.

Una situazione che, sulla carta, dovrebbe far sorridere. Ma la realtà del mercato racconta altro: “Nonostante la buona produttività, le vendite sono ferme. Il clima favorevole alle piante non è lo stesso per i consumi. È ormai una consuetudine – sottolinea Sortino –: novembre segna sempre una brusca frenata. Sarebbe interessante capire perché, visto che si tratta di prodotti di consumo quotidiano e non di elettrodomestici ad alta tecnologia”.

Neppure le referenze più forti riescono a sfuggire al rallentamento generale, anche se con qualche eccezione: “Il peperone corno Sweet Palermo mantiene un andamento tutto suo: i consumi calano, ma le quotazioni restano stabili. È una delle poche consolazioni in un mercato che, altrimenti, è piatto”, aggiunge il responsabile commerciale.

Servirebbe un “Black Friday dell’ortofrutta”. “Magari potremmo provarci – ironizza Sortino – ma la realtà è che anche le festività natalizie, negli ultimi anni, non garantiscono più periodi lunghi di vendita sostenuta. C’è qualche picco nei giorni clou, poi si torna subito alla normalità. Da almeno venti giorni, le vendite sono molto lente. È necessario che tutti gli attori della filiera riflettano e collaborino in modo più coordinato, comunicando con maggiore efficacia per stimolare i consumi e valorizzare al meglio il prodotto nazionale”.

A pesare, oltre alla stanchezza dei consumatori, anche fattori strutturali: “L’importazione non aiuta le aziende italiane, che si trovano a competere su un mercato sempre più complesso e con costi crescenti. Le imprese agricole hanno oneri elevati e non possono permettersi periodi così drasticamente statici”, conclude Sortino.