Odore della frutta e prevenzione del tumore, un binomio possibile

La crescita dei tumori può essere inibita da alcuni composti della frutta

Odore della frutta e prevenzione del tumore, un binomio possibile

L’esposizione ad alcuni odori, in particolare di alcuni composti volatili rilasciati dalla frutta matura (o da altri cibi fermentati) avrebbero il potere di bloccare la crescita del cancro. Respirare questi composti determina infatti cambiamenti nel modo in cui i geni si esprimono all’interno delle cellule, riducendo la crescita dei tumori. A scoprirlo, come riporta fanpage, è stato un team di ricerca dell’università della California e il lavoro è stato pubblicato anche sulla rivista scientifica eLife.

“È stata completamente una sorpresa – ha ammesso Anandasankar Ray, professore di Biologia molecolare, cellulare e dei sistemi dell’Università della California a Riverside, alla guida del team che ha osservato il fenomeno –  Queste molecole sono in grado di modificare l’espressione dei geni anche nei tessuti che non hanno recettori per gli odori, raggiungendo il nucleo delle cellule attraverso la membrana cellulare”.

La sostanza al centro della ricerca è il diacetile ovvero un composto volatile rilasciato nella frutta nella frutta in fermentazione. Ma, come spiegano dall’università, la ricerca continua e potrebbero essere individuate altre sostanze.

Gli effetti del diacetile su antenne e cervello di Drosophila Melanogaster dopo 2,3,4,5 giorni di esposizione. Foto di elifesciences.org

Attualmente la ricerca è ferma agli esperimenti di laboratorio in cui vengono utilizzati i moscerini della frutta (Drosophila melanogaster): in questo caso, pochi giorni di esposizione al diacetile portano a cambiamenti nell’espressione genetica delle antenne e nel cervello di questi insetti, rallentando la degenerazione delle cellule fotorecettrici della malattia di Huntington. 
Lo stesso vale per esperimenti su topi e cellule umane in coltura: l’esposizione al diacetile ha ridotto la proliferazione del neuroblastoma (cancro che si origina in alcuni tipi di tessuto nervoso).

La fonte delle molecole potrebbe anche trovarsi a una certa distanza dall’organismo – ha aggiunto il professor Ray - Abbiamo dimostrato per la prima volta che alcune di queste molecole odorose a cui siamo esposti, vengono assorbite dalle cellule della nostra pelle, del naso, dei polmoni e probabilmente anche del cervello attraverso il flusso sanguigno e modificano radicalmente l'espressione genetica”.

Le stesse sostanze volatili possono essere utilizzate anche in agricoltura, dove fungono da fitofarmaci: “Le piante sembrano avere una risposta molto forte ad alcuni di questi composti volatili – ha evidenziato il professor Ray  - Pertanto, nelle piante, qualsiasi processo che richieda cambiamenti nell’espressione genetica può ora essere influenzato dall’esposizione a questa speciale classe di odori. Le sostanze volatili possono fornire una dose terapeutica anche a piante e animali”. (am)

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