P di People: il fenomeno Swifties

Da comunicare a far partecipare alle emozioni

P di People: il fenomeno Swifties

Chiudiamo la carrellata di approfondimenti sulla revisione delle 4 P del Marketing Mix che abbiamo proposto a Think Fresh quest’anno (per approfondimenti clicca qui), parlando del sostituito suggerito per Point of Sale (punto di vendita).

Anche in questo caso la provocazione è forte, perché anziché pensare a come spingere i nostri prodotti nei negozi, Vi abbiamo consigliato di parlare al vostro People (la vostra gente), come fa la cantante americana Taylor Swift, che molti di Voi hanno confessato di non conoscere prima di Think Fresh, malgrado i record di vendite e ascolti che stanno accompagnando la sua folgorante carriera. La ragione di questa ignoranza è semplice, i nostri operatori non sono il target della Swift, che parla ai giovani, americani e non, principalmente donne, condividendo con loro le sue ansie, le sue difficoltà e le sue paure. 

Taylor Alison Swift, da West Reading, Pennsylvania, a soli 34 anni ha venduto più dischi di Bruce Springsteen che di anni ne ha 74, ben 40 in più. È già arrivata a 200 milioni contro i 120 del “Boss”; è l’unica cantante ad aver vinto 4 Grammy con una canzone, Midnights, insieme all’altro record che detiene: 14 Grammy vinti in complesso. 

Sono entrambi nati con la musica country ma Swift è un fenomeno senza precedenti nel mondo dello spettacolo tanto da far impallidire anche un mito come Springsteen.

Infatti, è già l’artista donna che ha guadagnato di più in carriera, più di Madonna e di Lady Gaga. È la persona dell’anno per il Time e non si fatica a capire il perché: il suo Eras Tour è entrato nella storia con un incasso di oltre un miliardo di $ nel 2023. Durante una delle serate, al Lumen Field Stadium di Seattle ha fatto registrare un terremoto di magnitudo 2.3 davanti a 72.000 persone, 2.000 in più del concerto degli U2 del 2011.

Taylor è fidanzata con Trevis Kelce, quarterback dei Kansas City Chief, vincitori del Superbool di Football Americano 2024, un “dio in terra” negli USA, che guadagna però “solo” 11 milioni di $ all’anno, mentre Taylor ne guadagna 13 a serata. Un piccolo segnale sulle problematiche della parità di genere.

La Swift ha 233 milioni di follower malgrado non abbia mai concesso un’intervista.

Lei parla direttamente agli Swifties, i suoi seguaci, raccontando di sè e della sua vita, con la massima cara in America che se ce l’ha fatta Lei ce la possono fare tutti. Il suo pubblico, la sua gente, il suo people è prevalentemente femminile, giovani donne che si riconoscono in Lei. Non ascoltano la sua musica ma partecipano all’emozione che genera. Taylor è un fenomeno sociologico che viene studiato nelle università americane perché sposta centinaia di migliaia di voti alle elezioni politiche con un post su X e si stima che valga oltre 3,2 miliardi di $ sul Pil americano.

Quando diciamo che mancano i modelli a cui riferirci siamo lontani dalla realtà. Già Aristotele, nella poetica, diceva che ciò che più differenzia l’uomo dagli altri animali è la capacità imitativa. I modelli ci sono e se ne possono creare, ma sono meno modelli per tutti, come Vasco Rossi e Springsteen nella musica, perché noi siamo sempre più UNICUM irripetibili, con slanci specifici, molto difficili da intercettare perché devono essere nella nostra linea d’interessi, devono avere “punti di contatto” con la nostra esperienza, da cui la difficoltà di comunicare e vendere a un pubblico ampio e diversificato con cui ci scontriamo tutti i giorni. Ecco perché un fenomeno come Taylor Swift può passare inosservato fuori dal suo ambiente.

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Dalla nostra ricerca, infine, emerge che per ciò che riguarda l’alimentazione, contano molto più le nostre esperienze dirette, la nostra cultura, il nostro ambiente che i social. È una notizia buona, anche se significa che dovremo puntare molto di più sull’educazione alimentare, anche a mezzo social, più che sugli influencer che paiono avere le polveri un po’ bagnate.

Siamo sempre più unici, dunque, con slanci nelle nostre aree di interesse che offrono alle aziende opzioni di personalizzare l’offerta. Occorre però coraggio e distintività ma, purtroppo, su questo spesso non brilliamo.

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