Pere d'Oltremare, al via la stagione

Attese e aspettative con Granfrutta Zani

Pere d'Oltremare, al via la stagione

La campagna pericola italiana sta volgendo al termine e nei mercati nazionali sono arrivate le prime partite dall’Emisfero Sud che, come accade da diversi anni a questa parte, “coprono” il buco commerciale dei frutti italiani garantendo così una fornitura continuativa. 
Per capire quali siano le aspettative e le dinamiche di questa campagna d’importazione, IFN ha contattato Antonio Zani dell’ufficio commerciale Italia di Granfrutta Zani: “Abbiamo appena esordito con i primi scarichi di Williams dal Sudafrica, paese oramai diventato leader soprattutto a inizio campagna - spiega - mentre la seconda parte della stagione è ad appannaggio dell’Argentina che, storicamente, propone una qualità molto apprezzata dai clienti europei,  anche se anche il Sudafrica è in costante crescita dal punto di vista qualitativo. Per quanto riguarda i volumi, il Paese africano è una garanzia, soprattutto se si hanno dei rapporti di fiducia e di lunga data come nel nostro caso. Logisticamente infatti il Sudafrica è favorito rispetto al Paese Sudamericano, il quale - soprattutto negli ultimi anni - sta privilegiando i mercati del Nordamerica più facili da raggiungere e quindi più redditizi".

Proseguendo con l’analisi della campagna, l’altra varietà più importata in Italia è ovviamente l’Abate Fétel: “Per questa cultivar, oltre alle citate Argentina e Sudafrica, si inserisce anche il Cile - sottolinea Zani - nonostante questo Paese stia iniziando ad accusare le stesse problematiche fitopatologiche che attagliano i nostri produttori. Ancora una volta il Sudafrica sta rubando quote ai competitor in quanto, per ora, ha condizioni ambientali che gli consentono di produrre buoni volumi e di ottima qualità".

“In linea generale, quindi, a livello qualitativo gli standard sono consolidati, mentre per quanto riguarda i volumi negli ultimi anni abbiamo notato un leggero calo. Di certo rispetto all’anno scorso è calato il prezzo dei noli, e questo dovrebbe agevolare l’importazione dal Sudamerica”.
“In merito alle quotazioni – prosegue il responsabile commerciale romagnolo – oramai gli esportatori conoscono a menadito i valori in campo nel Vecchio Continente e si regolano di conseguenza; poi è ovvio che tutto dipenderà da come risponderà il mercato nelle prossime settimane. Dal lato dell’offerta, a meno che non ci siano gravi ammanchi produttivi provocati da imprevisti dell’ultimo minuto, i valori seguiranno grossomodo i trend visti fino ad ora”. 

Le pere di importazione le abbiamo trovate ieri anche al centro agroalimentare di Rimini, dove sono commercializzate dall’azienda Bdl. “Sono arrivati proprio in questi giorni i primi scarichi di pere William dal Sudafrica – spiega a IFN il grossista Giampiero Perla – la maggior parte di questi frutti ha un calibro sulla norma ma si trovano anche di pezzatura medio-grossa. Le stiamo commercializzando sulla fascia prezzo 1,40/1,60 euro al chilogrammo”. 

Sono appena iniziate anche le prime forniture di pere coscia cilene (foto in apertura e sopra): “Sono frutti belli e con calibri medio-grossi, che riusciamo a distribuire a partire da 2,30 euro al chilogrammo per arrivare a 2,70 euro”.
E conclude: “Nonostante i frutti siano di buona qualità, ancora il riscontro delle vendite non è ottimale. Sicuramente dalla prossima settimana avremo una maggiore disponibilità di frutti esteri, considerato che stiamo ancora terminando il prodotto italiano”.

Ha collaborato Alice Magnani