Più ortofrutta avrebbe salvato la vita a 100 mila italiani

9 miliardi di euro il risparmio potenziale per il sistema sanitario

Più ortofrutta avrebbe salvato la vita a 100 mila italiani

Nel 2014 il nostro monitor Ortofrutta stimò che, se fosse proseguita la riduzione dei consumi in modo lineare rispetto al periodo precedente, nel 2022 saremmo arrivati a poco più 300 grammi pro capite al giorno, ovvero a meno di 280 grammi di parte edibile, valore che – purtroppo – è addirittura un po' più alto di quello effettivamente registrato lo scorso anno.
L’orizzonte, già allora, non lasciava molte speranze, ma in cuor nostro speravamo di sbagliarci, anche perché, oltre alle conseguenze sulla salute del settore, stimammo anche l’effetto sulla salute degli italiani, con l’aiuto di uno studio epidemiologico allora pubblicato.
Infatti, tutto è iniziato quando dieci anni fa siamo venuti in contatto con una ricerca scientifica finanziata dall’Unione Europea su un campione 450.000 soggetti seguiti per 13 anni che rappresentava con rigore scientifico l’interazione fra l’incidenza delle malattie al sistema cardiovascolare e le morti connesse rispetto al consumo di ortofrutta (“Fruit and vegetable intake and cause-specific mortality in the EPIC study” pubblicato sulla rivista European Journal of Epidemiology).

Lo studio EPIC dava evidenza che chi assume più di 569 grammi di parte edibile di frutta e verdura al giorno ha un rischio di morire di malattie cardiovascolari inferiore del 15% rispetto a chi ne consuma meno di 249 grammi. Inoltre, lo studio indica che per ogni 200 grammi di frutta e verdura al giorno in più, il rischio di morte per malattie cardiovascolari diminuisce di ben il 9%. Data la mole dei costi di queste malattie, le autorevoli evidenze preventive e l’ingente impatto che una alimentazione ricca di frutta e verdura potrebbe avere sulla popolazione italiana, decidemmo di studiare l’impatto dell’evoluzione dei consumi di frutta e verdura sulla specifica patologia e sulla collegata spesa sanitaria proprio in orizzonte 2022, rocerca che poi presentammo allo Speciale Frutta & Verdura nel dicembre di quell’anno e che qui riportiamo.
La crisi strutturale dei consumi di ortofrutticoli registrata dall’inizio del millennio aveva portato la popolazione italiana a consumare nel 2014 303 grammi pro capite al giorno di parte edibile rispetto ai 361 grammi del 2000 (-16%). Questa lenta e continua erosione dei consumi ortofrutticoli aveva già allora influito pesantemente sul rischio di morte per malattie cardiocircolatorie e sulla spesa sanitaria totale: se si ipotizzasse un effetto cumulato sulla salute, teoricamente la crisi dei consumi di ortofrutticoli dal 2000 al 2014 sarebbe stata responsabile di circa 52.000 morti dovute a malattie cardiovascolari, per un impatto sulla spesa sanitaria totale di 3,4 miliardi di euro. Guardammo uno scenario alternativo dove, nel 2014, invece di assumere i 303 grammi gli italiani avessero fatto un salto di +200 grammi arrivando a 503 grammi, evidenziando che i due mondi paralleli avrebbero differito in modo sostanziale in termini di salute degli italiani e di spesa sanitaria: nel mondo ideale si sarebbero risparmiate a livello teorico circa 20.000 vite all’anno e ben 1,5 miliardi di euro in spese sanitarie rispetto allo scenario reale.

Da ultimo, immaginammo un futuro dove il calo delle quantità di ortofrutta consumata fosse continuato in modo lineare (cioè a 277 grammi nel 2022) e lo mettemmo a confronto con un futuro dove immaginammo di riacquistare progressivamente consumi fino a tornare al livello del 2000 (361 grammi) in un orizzonte di 8 anni. Se si fosse avverato il secondo scenario, quello favorevole rispetto al primo, si sarebbero potuti risparmiare potenzialmente 26.000 decessi per cause cardiovascolari che avrebbero portato a una riduzione di 3,3 miliardi di euro della spesa sanitaria totale. Discorso diverso se invece di ritornare ai consumi del 2000 fosse stata raggiunta la quota ideale dei +200 grammi, arrivando al livello di 503 grammi, sempre considerando un aumento graduale su un orizzonte di 8 anni. Gli effetti stimabili furono circa 100.000 decessi potenzialmente risparmiabili per cause cardiovascolari e una riduzione sulla spesa sanitaria di 8,9 miliardi di euro. Questi 200 grammi in più, che rappresentano pochi centesimi a persona al giorno, avrebbero prodotto enormi esternalità positive: 200 grammi di ortofrutta che per motivi di quote di pancia avrebbero sostituito al massimo 20 grammi di prodotti raffinati, tra l’altro non contemplati nel concetto della nostra preziosa dieta mediterranea.
 

Purtroppo – come accennato in premessa - gli ultimi dati sui consumi ci portano a un 2022 peggiorativo anche dello scenario pessimistico immaginato nel 2014 e, se i nostri calcoli erano corretti, che siano 26 o 100 mila i decessi che non siamo riusciti ad evitare è comunque una sconfitta per tutto il sistema paese, a partire dalla filiera dell’ortofrutta che non ha saputo utilizzare a dovere i messaggi di comunicazione messi a disposizione dalla scienza già dieci anni fa per incoraggiare i consumi. 
Non è però mai troppo tardi per iniziare. A Think Fresh 2023 – Operazione ReMarketing, in scena il 2 Maggio al Grand Hotel di Rimini, proveremo a ragionare su come anche la salute possa essere un elemento da riconsiderare per affermare il valore di frutta e verdura nel percepito degli italiani con nuovi messaggi e strumenti innovativi (clicca qui per maggiori informazioni).