Economia
Prezzi agricoli in caduta libera: crollo dalla lattuga (-33%) all'uva (-56%)
Coldiretti: importazioni straniere a basso costo e costi elevati mettono in ginocchio la filiera italiana

I prezzi pagati agli agricoltori sono in caduta libera, mentre i costi di produzione si mantengono alti, con molte aziende che si ritrovano a lavorare in perdita, anche per effetto della concorrenza sleale delle importazioni dall’estero. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare la Nota Istat sull’andamento dell’economia italiana. Se sui prezzi alimentari al dettaglio si riscontrano tensioni, le quotazioni medie nei campi continuano a soffrire, come dimostrano i dati mensili di Ismea relativi a ottobre. Tra i cereali si registrano cali a doppia cifra per grano duro (-13%) e riso (-17%), con le produzioni nazionali che continuano ad essere messe sotto pressione dall’invasione di cereali stranieri. Uno scandalo, quello del grano duro, che ha portato a una mobilitazione di ventimila agricoltori della Coldiretti, con la presentazione di una piattaforma di proposte, subito condivisa dal Governo, per fermare le speculazioni. L’azione ha già ottenuto i primi risultati, fermando la spirale al ribasso e recuperando una parte del valore, anche se la battaglia continua.
Difficile anche la situazione del riso con alcune varietà come l’Arborio che hanno perso addirittura il 35% del valore rispetto allo scorso anno. Non va meglio all’ortofrutta, dal -40% per i pomodori al -33% per la lattuga fino al -56% per l’uva da tavola.
A pesare sulle quotazioni basse, che colpiscono gli agricoltori senza avvantaggiare i consumatori, sono soprattutto le importazioni di prodotto straniero a basso costo che satura il mercato facendo crollare i prezzi di quello italiano, denuncia Coldiretti. Importazioni spesso favorite da accordi commerciali con i paesi Extra Ue e dalla mancanza di trasparenza, per l’assenza dell’obbligo dell’etichetta d’origine sui prodotti alimentari in commercio nella Ue. Senza dimenticare il fatto che al di fuori dell’Europa vengono usati prodotti, come pesticidi o antibiotici, che nell’Unione sono vietati da anni. Una forma di concorrenza sleale che viene permessa grazie alla mancanza del principio di reciprocità delle regole. (lg)
Fonte: Ufficio Stampa Coldiretti

















