Dal campo
Qualità, progettualità e programmazione: ecco come l’anguria si gioca il successo in Gdo
Durante il Summit Anguria 2025, i retailer tracciano le linee guida per una crescita sostenibile e condivisa

Quali sono oggi le esigenze della distribuzione italiana ed europea nei confronti dell’anguria? Se ne è discusso in modo approfondito durante il “Summit Anguria 2025 – Costruiamo il futuro”, organizzato da BASF | Nunhems e tenutosi ieri a Roma. Un confronto concreto e di visione che ha coinvolto rappresentanti della Gdo italiana, con Giordano Giorgi, Category Manager ortofrutta di PAC200A, e della distribuzione tedesca, con Gordan Toloveski, Head of Source and Sale di Eurogroup Italia – Rewe, moderati da Matteo Bano, Area Sales Manager Nord Italia e referente Gdo BASF | Nunhems.

Bano ha introdotto il dialogo sottolineando come “l’innovazione trovi la sua massima espressione nel punto vendita, vero touch point con il consumatore. Il confronto con la distribuzione è per noi cruciale: solo attraverso questa sinergia è possibile generare valore per l’intera filiera”.

Dal versante italiano, Giorgi ha descritto una rete commerciale, quella di PAC2000A articolata su cinque regioni, dall’Umbria alla Sicilia, che richiede una strategia di assortimento differenziata: “Lavoriamo su qualità e prezzo, adattandoci alle esigenze dei consumatori e ai diversi formati di punto vendita. Nelle superfici più ampie proponiamo un assortimento profondo, con prodotto standard e MDD, mentre nei negozi più piccoli privilegiamo pezzature contenute. Negli ultimi anni la categoria ha vissuto un’evoluzione importante: cresce la nera midi seedless, anche se la varietà tradizionale resta leader, soprattutto nel Sud Italia”.

Dal lato tedesco, Toloveski ha portato la prospettiva di Rewe Group, realtà da oltre 6.800 punti vendita tra Rewe e Penny, e un fatturato complessivo di 97 miliardi di euro, di cui 51 generati in Germania. “Per noi viene prima la qualità, poi il prodotto – ha precisato –. Se non raggiunge gli standard richiesti, semplicemente non entra a scaffale. Il 70% dei prodotti provenienti dall’Italia è controllato quotidianamente dai nostri tecnici: la cura maniacale del controllo è parte della nostra filosofia. Lavoriamo fianco a fianco con i fornitori perché mantenere la promessa di qualità è un principio irrinunciabile”.
Giorgi ha poi rilanciato sottolineando l’importanza della pianificazione condivisa: “Le vendite sono in crescita e stiamo già pianificando la campagna 2026 per migliorare ulteriormente le performance. Il nostro ‘segreto’? Unire il know-how del retail con quello dei produttori, valorizzando le competenze di entrambi per accontentare il consumatore in tutto e per tutto”.
Toloveski ha ribadito la centralità del consumatore finale, oggi sempre più esigente: “Vuole un prodotto esteticamente perfetto, dolce, croccante, dal colore intenso e, soprattutto, senza semi. Dobbiamo costruire progetti merceologici capaci di generare valore lungo tutta la filiera, perché la qualità è ciò che il cliente si aspetta ogni volta che apre la fetta”.
In chiusura, Bano ha sintetizzato lo spirito del confronto: “Non ci fermiamo a questo evento. Il dialogo con la distribuzione resta aperto, perché dove ci sono qualità e progettualità, nasce valore. La vera chiave per il futuro è programmare insieme, a tutti i livelli: solo così la filiera dell’anguria potrà crescere in modo solido e sostenibile”.




