Fragole, Sabrosa Candonga perde quote

Ecco il panorama in Basilicata, nuove varietà emergenti: i numeri di Alsia

Fragole, Sabrosa Candonga perde quote
La fragolicoltura in Basilicata continua a crescere: negli ultimi 10 anni c’è stato un consolidamento delle superfici arrivando al 2022 con una un totale di 1162 ettari dedicati nella sola zona del Metapontino, che rappresenta circa un quarto del totale nazionale.
La situazione varietale - come emerso la scorsa settimana nell’ambito dell’evento online “Fragola & Berries - Produzione, mercato e prospettive future” promosso dall’Associazione Lameta – sta però mutando: il fermento del comparto fragolicolo, infatti, lo si nota anche dalle nuove cultivar che si affacciano sul mercato.

Sabrosa Candonga (nella foto di apertura), varietà conosciuta e consolidata, resta un punto di riferimento per l’areale ma perde valenza, passando dal 75% del totale nel 2019 all’attuale 52%. Parallelamente alla riduzione dell’incidenza di questa varietà si è assistito ad un ampliamento della proposta varietale, per cercare di offrire un prodotto con qualità costante nel tempo durante la campagna di commercializzazione.



Sabrosa vince ancora, dunque, tra le varietà per quest’anno con 600 ha, seguita al secondo posto da Inspire, coltivata su 143 ha, e poi Rossetta (nella foto sopra) con 86 ha. Un piccolo ampliamento nelle superfici lo ha visto anche Florida Fortuna che consente di destagionalizzare le produzioni con la messa a dimora di cime radicate. Si è avuta una affermazione di Red Sara e anche Marinbella, novità di quest’anno su 43 ha, e Flavia con risultati interessanti di produttività, precocità e qualità. Il caso Inspire merita una menzione particolare poiché questa varietà spagnola si è affermata grazie ad un marchio, Matera (nella foto sotto), ed è passata dai 77 ha dello scorso anno a 143 ha attuali, con una crescita dell’80%, la più alta di tutte. Questo caso a sottolineare l’importanza dei marchi e delle strategie di commercializzazione.



“Questi risultati sono stati ottenuti grazie agli imprenditori agricoli che hanno colto l’opportunità e l’hanno portata avanti nel miglior modo possibile - sottolinea Carmelo Mennone, direttore della ricerca in ALSIA (Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura) che nel convegno online ha presentato questi dati - Un altro aspetto fondamentale per questa coltura, che è sempre stata considerata poco sostenibile, è l’impatto ambientale. Negli ultimi 10 anni sono stati compiuti passi da gigante verso questo obiettivo. La fragola è una delle specie che ha meglio colto il passo verso la sostenibilità, rispetto ad altre dell’ortofrutta”.

Mennone ha ricordato anche come stia cambiando la tipologia di pianta messa a dimora nei campi. Nel 2022 le piante “fresche”, cioè a radice nuda, hanno rappresentato il 93% dei trapianti eseguiti, mentre le cime radicate si sono fermate al 7% restante. Il dato è opposto rispetto ad inizio 2000 in cui la prevalenza era di piante frigo conservate. Non sorprende questo dato, in quanto la messa a dimora di piate a radice nuda tra inizio settembre-ottobre consente di ottenere produzioni anticipate in condizioni di clima mite. Al Nord la prevalenza dei trapianti è invece di piante frigo conservate. “Negli anni in cui non si ha inverno mite, la raccolta si compatta e si hanno elevati quantitativi in tempi ristretti, con i derivanti problemi logistici, perché la pianta fresca si comporta da frigo conservata e concentra la produzione – aggiunge il direttore della ricerca in Alsia - Nonostante ciò, il salto di qualità delle produzioni del sud è stato determinato dall’uso di piante fresche che, in condizioni normali, permettono una raccolta più distribuita”.

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