“Se non cambiamo passo ci faremo travolgere”

Il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, traccia a Think Fresh il futuro del settore

“Se non cambiamo passo ci faremo travolgere”

Cosa possiamo fare per migliorare la condizione della nostra ortofrutticoltura? È la classica domanda da 1 milione di dollari che il nostro Direttore Roberto della Casa ha sottoposto, ieri pomeriggio durante Think Fresh, al Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che non si è certo tirato indietro: “L’Italia è un Paese che ragiona solo per emergenza, ma bisogna dire le cose come stanno: oggi più che mai è necessaria una strategia di ampio respiro per il settore agricolo, e, quindi, ortofrutticolo. Senza dilungarmi troppo, le tre parole d’ordine devono essere: People, Profit e Planet”.

“Parlare di profitto non va più di moda, e se lo fai vieni attaccato. Invece deve tornare ad essere centrale perché senza di esso le nostre aziende sono destinate a chiudere. Per people mi riferiscono anche ai nostri imprenditori, che devono essere supportati per stare sul mercato, ma che devono trovare anche la forza per riacquisire competitività.  Parimenti, non dimentichiamoci del nostro Pianeta, dove, se non cambierà nulla, da qui al 2100 ci sarà un aumento di 4°C che è l’anticamera della desertificazione in diverse aree produttive a livello mondiale”.

La visione di Giansanti è lapalissiana, e lo stesso Presidente non nasconde una certa preoccupazione per la piega che è stata presa: “C’è chi corre e chi rincorre e noi già fatichiamo anche a inseguire. Se non cambiamo passo ci faremo travolgere. Qui dobbiamo ragionare di profitto, economie di scala, produttività, accesso al mercato, tutto il resto sono chiacchere che ci fanno perdere un sacco di tempo”.

“Io mi immagino un modello, che nasce dal confronto, dove l’aggregazione sta alla base, perché solo con essa si hanno le risorse per investire e cambiare passo”.

L’intervento di Giansanti si è concluso con una suggestione sulla prossima PAC: “Occorre porre gli imprenditori al centro della Politica Agricola Comune passando dai sussidi agli incentivi. Non è più concepibile distribuire risorse in egual misura fra i professionisti e quelli che lo fanno per passione, e non come attività prevalente. Vorrei, quindi, una PAC vocata al mercato che dia un indirizzo concreto al nostro settore agricolo, ma bisogna farlo velocemente perché non abbiamo più tempo”.