Al via 14 progetti per l’ortofrutta del futuro

F.in.a.f e Apo Conerpo danno un nuovo impulso alla ricerca scientifica

Al via 14 progetti per l’ortofrutta del futuro

Miglioramento varietale, lotta al cambiamento climatico, difesa delle produzioni, innovazione nel post-raccolta e formazione di nuovi specialisti: abbraccia tutta la filiera l’importante investimento in ricerca scientifica messo in campo da Apo Conerpo, principale Organizzazione di Produttori ortofrutticoli europea, e F.In.A.F., Associazione di Organizzazione di produttori di ortofrutta transnazionale. Un milione di euro per il 2024, che va ad aggiungersi agli altri investimenti in corso e che incrementerà anno dopo anno per arrivare a un investimento totale di oltre dieci milioni entro il 2029: una cifra consistente, suddivisa fra 14 progetti.

“Negli ultimi anni il mondo ortofrutticolo ha registrato cali di produzione in tutte le specie coltivate, con punte anche dell’80% in alcuni casi – spiega Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo -. Gelate, siccità, grandine, fenomeni alluvionali: il cambiamento climatico ha colpito con estrema durezza il nostro settore e ha portato in eredità vecchi e nuovi antagonisti come la cimice asiatica, la batteriosi del kiwi, la maculatura bruna del pero e l’alternaria. A queste problematiche di campo si sono poi associate diverse criticità lungo la filiera: mancanza di manodopera, inflazione alle stelle che ha contratto i consumi, crisi internazionali con impennate nei costi energetici e logistici che hanno messo in grande difficoltà decine di migliaia di imprese agricole: oggi la sfida per il mondo dell’ortofrutta è quella di riuscire a continuare a produrre, preservando imprese, filiere e posti di lavoro e tutelare l’ambiente in cui viviamo e operiamo. La ricerca è indispensabile, una sfida imponente e contro il tempo che Apo Conerpo non può vincere da sola ma per la quale abbiamo scelto di lavorare insieme a F.In.A.F, nostra AOP di riferimento, mettendo in campo risorse importanti e tutta la competenza dei nostri tecnici”. 

“F.In.A.F. non poteva che reagire con decisione al grido di dolore del mondo produttivo, commenta il Direttore Generale, Lisa Martini: grazie allo strumento del Programma Operativo potremo contare anche su un importante co-finanziamento europeo che non solo sosterrà le attività di ricerca ma permetterà di finanziare anche la ‘messa a terra’ dei risultati che emergeranno dai progetti. Si tratta di un importante passo ulteriore nel solco tracciato nella pluridecennale storia di F.In.A.F e che ha visto e vede le nostre OP socie investire sul fronte ambientale con costanza e decisione. Ma oggi serve ancora di più e occorrono le migliori competenze disponibili: ecco perché abbiamo scelto di creare collaborazioni e sinergie con i principali enti di ricerca e università del Paese”.

I progetti per l’ortofrutta del futuro
Sono 14 i primi progetti in partenza nel 2024 che vedranno impegnate le risorse di Apo Conerpo e di F.In.A.F per i prossimi anni: “Il contesto attuale in cui operiamo impone di ricercare soluzioni innovative a criticità che coinvolgono tutta la filiera – spiega Monica Guizzardi, responsabile ufficio tecnico di Apo Conerpo -. Per praticità possiamo raggrupparli in alcuni grandi filoni: progetti di miglioramento varietale, progetti dedicati alla difesa delle produzioni, con focus specifici su alcune delle specie più colpite negli ultimi anni come il pero, gestione del post-raccolta e misure ambientali per il contrasto al cambiamento climatico. In particolare, su quest’ultimo fronte, il progetto Carbon Farming cercherà di creare le condizioni per l’adozione di questo metodo innovativo di gestire le coltivazioni finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, favorendo nel contempo la diffusione di pratiche di agricoltura rigenerativa, aumentando il risparmio idrico, la fertilità del suolo e la conservazione della biodiversità. Spazio anche alla sfida della difesa sostenibile, con lo studio di nuove tecniche e molecole a basso impatto in linea con gli obiettivi del Green Deal Europeo, a cui si affiancherà un focus specifico sulle colture pericole con il progetto “Pero resistente e resiliente”, a difesa di una delle produzioni messe più duramente alla prova dal cambiamento climatico. Riflettori anche sul fronte del post-raccolta, attraverso lo sviluppo di innovazioni bio-tecnologiche per la gestione dei frutti dopo la raccolta e per innalzare il livello qualitativo offerto al consumatore, mentre un progetto specifico sarà riservato alle varietà e tecniche per l’industria di trasformazione: metterà sotto la lente lo sviluppo di nuove varietà di specie ortofrutticole da industria attraverso la messa a punto di metodi innovativi di raccolta, difesa e diserbo”.

“Per l’ambito frutticolo, l’innovazione varietale segue diversi filoni – ha spiegato Mirco Montefiori, direttore di New Plant che sarà punto di riferimento per 5 progetti dedicati specificamente al settore frutta -: dallo sviluppo di nuove varietà di actinidia, con particolare attenzione al segmento premium, a quelle di ciliegio dolce con l’obiettivo di migliorarne qualità, produttività, calendario di maturazione, resistenza al cracking e adattabilità al clima, dalle nuove fragole resistenti al freddo ai nuovi asparagi di qualità superiore e maggiore redditività per i produttori, dalla selezione di nuove varietà di albicocco e pesco di elevata qualità e idonee alla coltivazione nel territorio emiliano-romagnolo alla ricerca e sviluppo di nuove varietà e selezioni di melo e pero dotate di caratteristiche di pregio e idonee ad affrontare i cambiamenti climatici”.

“Oltre a intervenire a monte, con il miglioramento genetico e con le tecniche di difesa è necessario aggiornare le nostre conoscenze sul fronte della produzione e attualizzare le tecniche di coltivazione – ha spiegato il Prof. Davide Neri, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche -: il progetto di ricerca sul benessere radicale negli impianti frutticoli si focalizzerà sull’adattamento dell’agroecosistema ai cambiamenti climatici per combattere la moria registrata nelle piante di pero e kiwi senza apparenti  connessioni con specifiche fitopatie.

“Il 2023 è stato un anno fortemente segnato dagli effetti del cambiamento climatico che hanno lasciato profonde ferite nel mondo ortofrutticolo – ha concluso il presidente di F.In.A.F., Roberto Cera –: il nostro sostegno non poteva mancare. Da sempre siamo in prima linea e, in particolare in questo quadro così critico, siamo pronti a fare la nostra parte cercando nuove soluzioni, ma questo non basta. Oggi, più che mai, è imprescindibile un deciso sostegno pubblico, a livello nazionale, che affianchi il grande impegno che regioni come l’Emilia-Romagna mettono in campo con risorse proprie. Soltanto così, insieme, come sistema-Paese, si può assicurare un futuro a un comparto di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo come l’ortofrutta italiana”.