Carta biodegradabile dagli scarti delle arance

Bi-rex vince il premio Motherland di Eataly

Carta biodegradabile dagli scarti delle arance

Un tipo di carta innovativo, biodegradabile, che non deriva dagli alberi e che non contiene plastica è l’innovazione che ha permesso a Greta Colombo Dugoni e Monica Ferro, co-founder di Bi-rex, di aggiudicarsi oggi il “Premio speciale Motherland”. Il riconoscimento è stato assegnato da Eataly in partnership con Plenitude, Società Benefit di Eni, e con la collaborazione di Angels for Women, fondato da AXA Italia e Impact Hub SB e primo gruppo di Business Angel italiano dedicato al supporto dell’imprenditoria a leadership femminile. 

Ricercatrici nel settore chimico, Colombo Dugoni e Ferro hanno fondato Bi-rex con lo scopo di trovare un’alternativa più sostenibile alla carta usa e getta. Lo fanno producendo cellulosa a partire da materiale alimentare di scarto, come scarti di lavorazione della birra, del riso e degli agrumi. 
Inoltre, da gusci di crostacei e insetti, Bi-rex ricrea un altro biopolimero naturale, la chitina, che si usa per il trattamento delle acque, per la produzione di bioplastiche e nell’agricoltura biologica. 
“Da un albero che impiega dieci anni a crescere si ottengono solo mille rotoli di carta igienica, il consumo standard di quattro persone in un anno - spiega Monica Ferro -. Il nostro fabbisogno di carta non è sostenibile, occorre trovare fonti alternative. Con il nostro processo brevettato partiamo da scarti della filiera alimentare, li processiamo e otteniamo cellulosa che può essere utilizzata nel mondo della carta per diverse applicazioni”.

Il progetto
“Ci ha fatto piacere ricevere il premio Motherland e raccontare alla giuria il nostro progetto e il percorso per arrivare fin qui -, racconta Greta Colombo Dugoni -. Forse non era scontato che due laureate in chimica diventassero due imprenditrici ma il progetto ci ha travolto. Quando abbiamo ricevuto i primi riscontri dal mercato abbiamo iniziato a lavorare a tempo pieno per costruire la startup e creare i primi materiali e oggetti sostenibili”.

Il concorso e la giuria
“Siamo felici di premiare un progetto che le cui applicazioni finali possono essere strategiche anche per il nostro settore di competenza - ha commentato Sabrina Torti, Head of partnership, Eataly. - L’attenzione all’uso delle risorse e all’ambiente produce sfide che oggi si possono, finalmente, vincere. Le nuove generazioni, in questo caso di donne, sono una speranza!” 
Il Premio Motherland è nato con l’intenzione di mettere in evidenza l’impegno delle donne nel settore enogastronomico e aiutare una giovane impresa a proseguire nel suo percorso di ricerca o di ottimizzazione dei risultati. Si sono candidate 38 startup guidate da giovani donne, da 8 diverse regioni italiane, ascoltate da giurati con differenti competenze in ambito startup, corporate e ESG. In giuria: Andrea Lippolis, Founder & Chief Executive Officer VitaMeals, Julia Lopez Varela, Co-founder Ultrazul, Silvia Pugi ESG Executive - Business Angel, Stefania Quaini, Managing Director A4W, Valentina Raffaelli, Chef, designer, autrice, Sabrina Torti, Head of Partnership Eataly.

Le candidate
Il 47 per cento delle startup che hanno affrontato la gara è impegnato su progettualità di prodotto, il 37 per cento sulla tecnologia mentre il 16 per cento sui servizi, tutto nel campo agroalimentare. La rosa delle tre finaliste ha incluso la startup Komposta, con il progetto di compostiere elettromeccaniche per la trasformazione di rifiuti organici e Biova che studia e produce prodotti alimentari da invenduti e surplus di lavorazione alimentari, a cui vanno le congratulazioni di Eataly e l’augurio di proseguire nella ricerca e nel raggiungimento degli obiettivi.

Fonte: Corriere.it