Meloni: dall’abisso di maggio ai picchi di luglio

I dati certificano una campagna folle

Meloni: dall’abisso di maggio ai picchi di luglio

Con la fine di agosto è tempo dei primi bilanci per la campagna dei meloni 2023. Una stagione a dir poco schizofrenica, come evidenziano i dati del Monitor ortofrutta di Agroter relativi ai canali iper+super: fra fine maggio e inizio giugno i prezzi, rispetto allo scorso anno, sono calati di circa il 20%, mentre a luglio sono cresciuti di quasi il 50%; il progressivo della campagna a metà agosto segna +5% a valore, -13% a volume e +20% in termini di quotazioni.

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“Questi numeri, coi quali mi ritrovo, sintetizzano perfettamente l’andamento di questa campagna che è stata fortemente influenzata dalle bizze del meteo”, spiega a IFN Pietro Terlingo, Responsabile settore ortofrutta di COOP alleanza 3.0. “in particolare modo il maltempo, che ha caratterizzato il mese di maggio, ha rallentato le vendite delle produzioni siciliane e, dall’altro lato, ha pregiudicato l’allegagione delle produzioni del Centro Nord, in particolare per i raccolti di luglio, dove c’è stato un vuoto produttivo importante”.

Pietro Terlingo, Responsabile settore ortofrutta di COOP alleanza 3.0

“Le promozioni sono state in linea con gli anni passati ma con prezzi medi ovviamente più alti. Sotto il profilo della qualità non abbiamo avuto praticamente problemi, a parte qualche criticità sul liscio, ma niente di drammatico. D’altro canto, lavoriamo con fornitori storici con i quali abbiamo rapporti consolidati e che ogni anno riescono a soddisfare le nostre esigenze, grazie anche all’utilizzo di tecnologie NIR per il controllo qualità in fase di lavorazione nei loro magazzini”. 

L’opinione dei produttori
Ad inizio stagione era stato pronosticato un calo generalizzato delle superfici nell’ordine del 10% circa in funzione dell’areale (clicca qui per approfondire) ma oggettivamente era impossibile prevedere un andamento così anomalo, spiega Bruno Francescon, presidente dell'Op Francescon: “Mai ricordo una stagione così altalenante per i meloni sia in termini di volumi che di quotazioni; ci sono areali di produzione, come l’agrigentino in Sicilia, che ricorderanno il 2023 con dolore”. 

Bruno Francescon, presidente dell'Op Francescon

“Ormai giunti ad inizio settembre possiamo tirare le somme. Il 90% della campagna è fatta e possiamo dire di esser passati dalle stalle alle stelle più volte durante la stagione. Ogni mese ha avuto una storia a sé, con andamenti che sembravano definitivi quando, in realtà, erano solo frangenti. Abbiamo avuto listini che, nel breve periodo, sono schizzati da 0,60 a 3,50 euro al chilogrammo, prezzi folli sia in negativo che in positivo. Questi cambiamenti repentini, spesso hanno generato rapporti tesi lungo la filiera”. 
“Il mese di maggio – prosegue l’imprenditore – che è stato contraddistinto da un clima piovoso e temperature basse, oltre a bloccare la vendita in quel determinato periodo, dove si concentra la raccolta siciliana, ha compromesso l’allegagione delle piante per il mese di giugno e luglio degli areali del Centro Nord, con un calo produttivo nell’ordine del 20-50%, nel momento in cui il gran caldo ha fatto impennare la domanda e di conseguenza anche le quotazioni. Solo agosto ci ha riportato la normalità. con volumi e prezzi in linea; per alcuni giorni abbiamo registrato un po' di surplus di produzione ma nulla di eclatante. Soprattutto nella seconda del mese abbiamo avuto vendite spumeggianti”. 
Anche per Francesca Nadalini, vicepresidente dell'Op Sermide Ortofruit, la campagna melonicola 2023 rappresenta un unicum: “che si spera resti tale, anche se - vedendo l’evoluzione del clima delle ultime annate - sembra proprio che dovremo abituarci a fenomeni improvvisi che possono cambiare le carte in tavola da un momento all’altro. Per quanto riguarda la nostra OP, le prime produzioni sotto serra di fine maggio sono state soddisfacenti sia sotto il profilo dei volumi che della qualità, mentre con il passaggio alla produzione di pieno campo a metà giugno, abbiamo assistito ad un drastico calo delle rese, con punte del -75%. Una situazione che è imputabile alla scarsa allegagione, come conseguenza dell'elevata piovosità e delle basse temperature di tutto il mese di maggio. A luglio abbiamo notato una buona ripresa dei volumi raccolti, ma verso fine mese abbiamo subìto una delle grandinate più devastanti che i produttori ricordino; oltre a provocare danni ai frutti ha pure bucato le serre. Un evento senza precedenti”.

Francesca Nadalini, vicepresidente dell'Op Sermide Ortofruit

“Agosto, di conseguenza, è stato un mese sottotono per le quantità, sia in offerta dalla produzione, sia come domanda, per i bruschi cali delle temperature di inizio mese. Prevediamo l’ultima parte della campagna con il secondo ciclo sotto serra (che terminerà a inizio ottobre) nella norma. Ciò che più mi preoccupa, al di là degli imprevisti meteo, sono i consumi, a mio avviso in calo a livello complessivo, per i quali è complicato effettuare analisi puntuali soprattutto in annate come questa caratterizzate da continui alti e bassi”.
Un altro tema di primaria importanza riguarda la manodopera: “Nella nostra realtà riusciamo a garantire una buona continuità lavorativa per diversi mesi all’anno e questo ci permette di mantenere in azienda una forza lavoro esperta e fidelizzata. I problemi emergono nei picchi di raccolta, dove il caldo torrido sta limitando le ore lavorative, tant’è che ci fermiamo alle 11 di mattina per riprendere alle 5 del pomeriggio. Un aspetto certamente da non sottovalutare perché impatta negativamente sulla produttività”.

Marco Spinetti, responsabile controllo qualità e produzione di Top Melon

Spostandoci nel centro Italia, e più precisamente in Umbria, Marco Spinetti, responsabile controllo qualità e produzione di Top Melon, ci evidenzia che ha conosciuto un decorso climatico più favorevole rispetto ad altre aree: “Soprattutto fra luglio ed agosto non abbiamo subìto eventi estremi e, difatti, la nostra offerta è sempre stata su volumi interessanti. Come in diverse zone d’Italia abbiamo avuto qualche difficoltà nel periodo di giugno a causa dell’ormai famigerato mese di maggio molto instabile che ha fortemente limitato l’allegagione e quindi i volumi raccolti. Tuttavia, la qualità nel non è mai mancata ed è stata una costante per tutta la stagione produttiva, che nel nostro caso si protrarrà fino alla fine di ottobre, anche se manterremo piccole quote di melone gialletto fino a dicembre.”


Questo articolo è stato lanciato in anteprima sul servizio di aggiornamento settimanale su WhatsApp di Nunhems dedicato a melone e anguria (clicca qui per sapere come effettuare l'iscrizione).

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