Noci e frutta per colorare gli abiti

La linea di maglieria presentata a Pitti Uomo

Noci e frutta per colorare gli abiti

Una cipolla oppure un pino. Ma anche un melograno o una noce possono essere utilizzati per colorare una maglia. L’importante è rispettare l’ambiente: utilizzando solo materiali naturali, senza impiegare sostanze chimiche nocive per la natura.

L’idea è di Elia Maffucci di Sansepolcro, fondatore del brand Pintorie, che nei giorni scorsi a Pitti Uomo ha presentato la sua nuova linea di maglieria genderless colorata facendo essiccare materiali naturali sui capi realizzati dall’azienda di famiglia.

La base per questo nuovo progetto sono per l’appunto i prodotti della maglieria Bernardini di Sansepolcro, con alle spalle sessant’anni di attività artigiana, sempre portata avanti con un grande rispetto per il territorio e l’ambiente perché come si legge nel loro sito "ogni nostra scelta produce conseguenze etiche ed ecologiche intorno a noi".

Una filosofia raccolta dalla terza generazione che ha ben pensato di metterci del suo, facendo un ulteriore step nella direzione della sostenibilità. "La nostra è una famiglia davvero unita e questo brand non è che l’esigenza di noi nipoti di dare una declinazione a quello che è sempre stato il nostro pane quotidiano, ovvero la maglieria", dice Elia Maffucci che l’anno scorso ha fondato il brand Pintorie
Scontro tra padri e figli, tra innovazione e tradizione? Macchè. Anzi, Pintorie è frutto di un autentico dialogo: "Sono stati proprio i nostri genitori - dice Mafucci - a incentivare e ispirare questo nuovo progetto nel quale siamo tutti, anche se coinvolti in modi diversi: è questa la nostra forza da quando i miei nonni iniziarono la loro attività". 

Colori rubati alla natura. "Abbiamo riscoperto la cultura artigianale delle piante tintorie come il guado, oro blu che come racconta la storia di Piero della Francesca ha fatto nei secoli la fortuna delle colline toscane - spiega Elia Mafucci - così dipingiamo le nostre maglie con quell’alchimia di colori che la tavolozza della natura ci offre spontaneamente. Quasi tutti i materiali li troviamo in zona, in particolare nell’Appennino tosco emiliano, tant’è che li recuperiamo noi stessi e poi produciamo tutto nello storico maglificio di famiglia, colorando solo con tinture tecnico naturali". 

L’eco printing è una di queste "e consiste - spiega Maffucci - nel far sì che il colore dei frammenti delle piante che utilizziamo, che siano semi, radici o foglie, "macchino" la maglia colorandola con la propria tinta. Tutto questo è un regalo che ho voluto fare a mia figlia. Io e mia moglie lavoravamo in Olanda per due aziende di alta moda ma abbiamo deciso di mollare tutto per tornare in Italia. Perchè? Per dare alla nostra bambina una vita, magari più semplice, ma più vera e tranquilla, circondata dagli affetti sinceri della sua famiglia".

Fonte: Lanazione.it