La sfida di Moncada: una serra aeroponica a costi contenuti

Il general manager: «Grazie al progetto Intesa le piante crescono di più e con meno sprechi»

La sfida di Moncada: una serra aeroponica a costi contenuti

L’obiettivo è creare un modello di produzione orticolo in serra che sia sostenibile a livello mediterraneo, basato sulle migliori tecnologie e a costi contenuti. Il progetto Intesa di cui l’azienda Moncada di Ispica (Ragusa) è partner e che vede coinvolta anche la Tunisia, vuole riuscire a coniugare esigenze di sostenibilità, salubrità del prodotto e redditività dei produttori. Con questo progetto si sta scrivendo una nuova pagina nell'orticoltura dell'Isola.

"Nella mia vita ho visto crescere un’infinità di piante di pomodoro ma quelle che stanno crescendo rigogliose nella nostra serra aeroponica sperimentale mi suscitano un’emozione particolare, perché rappresentano il futuro della nostra azienda e dell’agricoltura in generale", commenta Rosario Moncada, presidente dell'Op Moncada.


“A Ispica abbiamo creato una serra dove sulle piantine di pomodoro ciliegino si sperimenta l’aeroponica unita al sistema idroponico Nft, ovvero l'Agriponic - illustra Salvo Moncada, general manager dell’Op - Con questo metodo le radici delle piante crescono all’interno di una canalina chiusa e si alimentano sia attraverso la nebulizzazione della soluzione nutritiva sia mediante il film di acqua che scorre sul fondo della canalina, favorendo una crescita delle piante maggiore, più rapida e con meno sprechi. È previsto anche un sistema di illuminazione a led integrato e di soccorso. Il progetto iniziato nel 2020 terminerà nel dicembre di quest’anno, ma la serra è entrata in produzione solo un paio di mesi fa, quindi è presto per vedere i risultati. I riscontri che stiamo raccogliendo però sono interessanti e permettono di orientare la ricerca verso un nuovo modello che può dare competitività alla serricoltura siciliana".

Al progetto collabora il Crea di Bagheria e la società per il patto territoriale (Sosvi) accompagnati dai partner tunisini dell’Unione nazionale per l’agricoltura e la pesca, la Scuola nazionale di ingegneria informatica e l’Istituto internazionale della tecnologia di Sfax. Intesa unisce le due aree perché sia in Sicilia che in Tunisia l’orticoltura e il comparto serricolo svolgono un ruolo importante. In Sicilia ci sono oltre 9mila ettari di colture protette, di cui circa 2000 risultano essere colture idroponiche.


“La Sicilia è favorita da un clima mite e da una forte irradiazione solare - spiega Emilia Arrabito, responsabile comunicazione del progetto per l'Op Moncada - Possiede pertanto punti di forza e di debolezza relativamente alla gestione delle colture in ambiente protetto, trattandosi perlopiù di serre fredde con un livello tecnologico medio”. L’obiettivo finale che si vuole raggiungere è introdurre le tecnologie senza alzare troppo i costi permettendo un giorno di riconvertire i novemila ettari di impianti esistenti che caratterizzano la costa sud orientale.

“L’aeroponica unita all’Nft risulta essere molto più conveniente rispetto alle serre tradizionali o fuori suolo con substrati inerti come lana di roccia - evidenzia Moncada - Si va veramente verso la transizione ecologica di cui tanti parlano, perché questa nuova tecnica permette di creare solo rifiuti organici, che vengono rimessi in circolo. In più potrebbe essere una soluzione alternativa alla produzione intensiva. Insomma, stiamo investendo per spingere ancora di più sulla sostenibilità nel solco dell'economia circolare".


Nel frattempo, si sta portando avanti un Living Lab aperto a tutti gli operatori della filiera per mostrare la tecnica in ambiente reale. Il progetto è finanziato al 90% da parte del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale nell'ambito del programma Eni di cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia. 

Chi fosse interessato a visitare la serra pilota di Ispica può scrivere a moncadaintesa@gmail.com

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