«Anche per il bio occorre una scala prezzi»

Concordi Pari (Canova) e Finelli (Orogel)

«Anche per il bio occorre una scala prezzi»

“Per far aumentare i consumi dell’ortofrutta biologica una regola c’è ed è frammentare l’offerta. Non dobbiamo fare dietro front. Se infatti riduciamo l’offerta rallenteranno anche i consumi. Per questo dobbiamo rilanciare la presenza dei prodotti sugli scaffali differenziando i prezzi, esattamente come avviene per i prodotti convenzionali”. Il commento è quello di Vincenzo Finelli, direttore generale di Orogel Fresco che ieri ha partecipato all’incontro digitale sul biologico organizzato da Cso Italy e il progetto europeo Made in Nature.
 

Vincenzo Finelli, direttore generale Orogel Fresco

Il biologico ha subito una contrazione dei consumi nell’ultimo anno, ma questo calo non spaventa gli operatori del settore che collegano la riduzione ad una flessione generale degli acquisti di ortofrutta e non ad una minore fiducia nel tipo di coltivazione. “Il biologico è sempre stato un ambito dove i costi sono tendenzialmente più alti a partire dalla produzione, alle prese con minori rese, e a seguire il confezionamento perché il prodotto in larga parte viene venduto confezionato. Il periodo che stiamo vivendo nell’ultimo anno ha peggiorato ancora di più questi costi e il potere di acquisto si è ridotto”, ha continuato Finelli.
 

Paolo Pari, direttore marketing di Canova

Sulla stessa linea Paolo Pari, direttore marketing di Canova, società di Apofruit specializzata nel bio. “Ci sono potenzialità inespresse per questo settore che vanno riviste con una riorganizzazione dell’offerta. L’ideale è creare una scala prezzi che offra un ventaglio di possibilità al consumatore per avvicinare anche chi finora è rimasto lontano da questo tipo di acquisto”.