Sciopero dei Forconi, l'autotrasporto siciliano si spacca

Il sospetto della Fai isolana: proteste organizzate ad hoc per tutelare le aziende non virtuose

Sciopero dei Forconi, l'autotrasporto siciliano si spacca
Il mondo siciliano dell'autotrasporto si spacca in due e sorgono sospetti "pesanti" sul comportamento delle associazioni di categoria.

Indetto nella scorsa settimana da Aitras, Assiotrat, Assotrasport e Trasportounito (vedi recente news Italiafruit), il nuovo sciopero dei Tir in Sicilia sconta l'assenza della Fai, altra sigla che componeva il noto cartello dei Forconi.

A seguito l'annuncio delle sciopero, che partirà il prossimo 28 luglio, Fai Sicilia ha infatti assunto le difese del Governo italiano mettendo in discussione il motivo scatenante della protesta, vale a dire il mancato pagamento della prima trance dei 29 milioni di euro dedicati all'Ecobonus del 2010. Il presidente della Fai Sicilia, Giovanni Agrillo, ha dichiarato: "Seppur con notevole ritardo, l'Ecobonus è stato è stato corrisposto alle aziende virtuose". Pertanto, "non è vero che il Governo non ha mantenuto i patti". Agrillo sospetta quindi che lo sciopero sia stato organizzato esclusivamente per tutelare quei trasportatori che non hanno ricevuto il contributo perché ritenuti "irregolari" secondo la normativa vigente.

Da giornalisti e cittadini vogliamo sperare che non sia così, ma che la proclamazione del fermo sia semplicemente un avvertimento utile a riportare i noti problemi dell'autotrasporto siciliano all'attenzione dei nostri governanti. Auspichiamo, dunque, che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si mostri il più possibile responsabile aprendo subito il tanto acclamato Tavolo Tecnico Stato-Regione per proporre in tempi brevi soluzioni concrete a tutela dell'autotrasporto siciliano e scongiurare l'ennesimo sciopero dei Forconi (o meglio dei "nuovi" Forconi, avendo perso Fai), che causerebbe seri danni a diversi settori produttivi dell'Isola, tra cui quello ortofrutticolo.
 
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