Frutta secca, il podio dei prodotti più amati

Ismea: noci, mandorle e arachidi concentrano il 62% della spesa ed il 73% delle quantità acquistate

Frutta secca, il podio dei prodotti più amati
Qual è la frutta secca più consumata degli italiani? Una domanda che gli addetti ai lavori si pongono spesso e alla quale risponde con precisione l'ultimo studio Ismea, basato sulle statistiche della banca dati Consumer Panel di Nielsen: la noce è il prodotto preferito, seguito mandorle e arachidi in seconda e terza posizione. 

La noce, nel 2020 – anno dello scoppio della pandemia – ha aggregato infatti circa il 32% degli acquisti in valore della categoria e il 42% in termini di quantità. La mandorla si ferma invece alle quote del 21% in valore e del 16% in volume. Anche se occorre rilevare come gli acquisti di questo prodotto abbiano registrato una forte crescita, prossima al 20%, rispetto al 2019. Infine, sul terzo gradino del podio si posiziona - come appena detto - l'arachide che ha generato circa il 12% del giro d'affari della categoria, per una quota in volume pari al 19% del totale. 



In base ai dati Nielsen, “noci, arachidi e mandorle concentrano il 62% della spesa e il 73% degli acquisti in quantità di frutta a guscio”, sottolinea l'Ismea che sinterizza così il trend dei consumi relativo al 2020: “Si è registrato l’aumento degli acquisti di frutta a guscio del +5,6% La spesa è cresciuta dell’8,6% sostenuta dall’aumento del prezzo medio (+2,8%) del mix di prodotti che compone la categoria della frutta a guscio". 



Per quanto riguarda gli altri prodotti, lo studio rileva un deciso aumento degli acquisti di nocciole (+25%) e castagne (+27%) che pesano rispettivamente per il 7% ed il 3% della spesa della categoria. 

"Nel 2020, rispetto all’anno precedente, sono aumentati gli acquisti in quantità di mandorle, nocciole, castagne e anacardi – fa sapere Ismea – Per quanto concerne i prezzi medi al dettaglio, gli incrementi più consistenti hanno interessato noci e pinoli. Di contro, le castagne e le mandorle hanno registrato un lieve decremento del prezzo medio".




La ricerca Ismea offre anche una panoramica sulla dimensione e la struttura della filiera produttiva italiana, sul binomio tra prezzi all’origine e costi produttivi e sul ruolo che il gioca il nostro Paese nello scacchiere globale del mercato della frutta secca. L’Italia – si legge – è il quinto maggiore importatore mondiale e il decimo esportatore mondiale. Siamo un Paese importatore netto di frutta secca, dal momento che abbiamo generato un saldo commerciale negativo di 745 milioni di euro nel 2020. 

I nostri maggiori mercati di approvvigionamento sono gli Usa per mandorle, noci e pistacchi; la Turchia per nocciole; il Cile per le noci e la Spagna per le mandorle. I principali mercati di sbocco dell’Italia, conclude lo studio, sono invece quelli dell’Unione europea. La Germania, da sola, assorbe circa il 29% delle nostre esportazioni di frutta secca per un valore di 195 milioni di euro nel 2020. Segue la Francia con 134 milioni di euro, ossia un quinto dell’export nazionale. 



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