Attualità
Mele e pere, l’Europa alza le stime (+5%) ma resta sotto potenziale
Aggiornate le previsioni WAPA: mele verso gli 11 milioni di tonnellate, pere poco sopra 1,8 milioni

In occasione dell’Osservatorio del mercato delle pomacee della Commissione europea, la WAPA (World Apple and Pear Association) ha diffuso un primo aggiornamento delle previsioni UE 2025/2026 per mele e pere, già presentate a Prognosfruit lo scorso agosto. Il quadro rivisto indica un incremento moderato dei volumi: la produzione di mele si avvicina agli 11 milioni di tonnellate, mentre quella di pere supera di poco 1,8 milioni. A trainare il miglioramento sono state le condizioni meteo favorevoli di fine estate, che hanno valorizzato calibro e colorazione delle varietà di media e tarda stagione. Pur risultando leggermente sopra le stime iniziali, i livelli restano lontani dal pieno potenziale (13 milioni di tonnellate per le mele e oltre 2 milioni per le pere), confermando per il 2025/2026 un raccolto europeo “medio-basso”. Nello specifico, la stima aggiornata porta l’UE mele dai 10,4 milioni indicati ad agosto a una forchetta 10,9–11 milioni di tonnellate, circa il +5% sulle previsioni estive, classificando il raccolto come il sesto del decennio e ben sotto il picco 2018 (13,2 milioni). Le pere UE sono attese poco sopra 1,8 milioni di tonnellate, lievemente oltre agosto: si tratterebbe del terzo raccolto consecutivo più basso e del quarto più debole del decennio, distante dal massimo del 2010 (2,7 milioni).
Dopo una primavera complicata – gelate tardive, impollinazione scarsa e siccità a inizio estate – settembre ha offerto una finestra climatica più clemente, con piogge e temperature adeguate che hanno sostenuto le rese in vari Stati membri. Tra le principali revisioni spiccano la Polonia (circa +400 mila tonnellate), la Germania (+60/80 mila), il Belgio (+20 mila), i Paesi Bassi (+10 mila) e la Francia (+20 mila). Alcuni fornitori di dati Prognosfruit – tra cui Italia e Austria, oltre ai Paesi citati – stanno ancora aggiornando i numeri in vista della chiusura della raccolta a fine novembre. Sul fronte pere, l’aumento riguarda soprattutto Belgio (+25 mila tonnellate), Paesi Bassi (+10 mila) e Francia (+10 mila), parzialmente compensato da un ulteriore lieve calo in Italia (-9 mila). WAPA sottolinea che gli aggiustamenti rientrano nella fisiologia del processo previsivo: l’evoluzione meteo fino a fine raccolta incide in modo significativo su pezzatura e rese stimate in agosto, e le revisioni sono parte di un approccio trasparente e adattivo.

“Pur superiore alle attese iniziali, il mercato europeo di mele e pere rimane ben bilanciato”, afferma Philippe Binard per conto di Prognosfruit. “La produzione è ancora al di sotto del potenziale, le scorte sono contenute e le nuove aperture all’export offrono prospettive positive per la stagione.” Se in alcuni Paesi le vendite di avvio sono state frenate dall’abbondante offerta orticola e da una domanda prudente, ora la campagna entra nel vivo, sostenuta da un consumo domestico sano e da opportunità di esportazione in emersione. L’Osservatorio UE, riprendendo vari elementi di Prognosfruit, evidenzia segnali incoraggianti: partenza “pulita” della stagione, senza sovrapposizioni di stock né import rilevanti; commercio intra-UE non ancora a pieno regime in mercati chiave come la Germania per l’ampia disponibilità locale, ma con prospettive che restano un presidio sicuro accanto alle vendite di prossimità. Alcune criticità qualitative stanno inoltre dirottando maggiori volumi verso l’industria di trasformazione, bilanciando l’offerta sul fresco e riducendo il rischio di scorte più avanti nella stagione.
Nonostante le tensioni geopolitiche, l’export è già in marcia con un +20% tendenziale, complice la minore produzione in Turchia: si aprono spazi per gli operatori europei in Medio Oriente, India e Nord Africa (Egitto, Libia), così come in porzioni del Sud-est asiatico e dell’America Latina, pur con alcuni svantaggi valutari, barriere di accesso e vincoli logistici nel Mar Rosso. Per consolidare un’evoluzione positiva, il comparto dovrà però assicurare prezzi remunerativi in grado di recuperare l’aumento dei costi, diversificare gli strumenti per la resa e rafforzare la gestione dei rischi emergenti per la biosicurezza legati al clima. Resterà cruciale stimolare i consumi, tenendo il passo con l’evoluzione degli stili alimentari, disponibilità di formati di imballaggio adeguati e la crescente competizione di altri prodotti agroalimentari e di nuove categorie frutticole sugli scaffali.
Mele e pere restano la colonna portante del “cesto” ortofrutticolo, offrendo varietà al consumatore per l’intera stagione, ma la categoria va sostenuta da una visione agricola europea proiettata al futuro e dalla prossima riforma della PAC, per mantenere competitività e attrattività per il ricambio generazionale. Uno sguardo sulle traiettorie di medio periodo sarà al centro di Prognosfruit 2026, in programma a Costanza (Germania) dal 5 al 7 agosto 2026: una data da annotare in agenda. (fp)
Fonte: Ufficio Stampa WAPA



















