Pack parlante, scherzo ma non troppo

Ci eravate cascati? Dall'Agata: «Vi racconto cosa c'è dietro Inter-Attivo»

Pack parlante, scherzo ma non troppo
Mail, messaggini su WhatsApp, condivisioni e commenti sui social... "Inter-Attivo, l’imballaggio che parla con te" (clicca qui per leggere l'articolo di venerdì) non è stato solo un pesce d'aprile. Abbiamo strappato un sorriso ai nostri lettori con il packaging dotato di tecnologia e relative casse da posizionare sulla scatola per parlare al consumatore di ortofrutta: c'è chi si è complimentato per la trovata editoriale e promozionale, ma molti hanno ammesso che lo scenario delineato era realistico, però c'è anche chi sui social non ha ben compreso la logica e - probabilmente fermandosi solo al titolo - ha commentato a sproposito.



"Se qualcuno l'ha creduto realistico vuol dire che c'è grande credibilità in chi scrive e propone; ma anche la consapevolezza che tutto ciò può essere utile e fattibile - dice a IFN Claudio Dall'Agata, managing director di Bestack - Confermo che la cosa è fattibile, non con questa tecnologia immaginifica, ma si può fare. Da tempo, come accennato nell'articolo, ci sono tecnologie di stampa che portano in mondi virtuali sconfinati. Ne parlavo proprio la scorsa settimana con GS1, da più parti si sta lavorando sul digital link e la confezione è il touch point. Come viene spiegato nel libro 'Packaging positioning. Vinci la guerra sullo scaffale', compri il prodotto per il vestito che ha, lo ricompri per quanto buono è. Una regola che anche l'ortofrutta deve ricordare: un bel vestito aumenta il fascino, non deve nascondere o mostrare nulla, ma valorizzare il potenziale del prodotto stesso".

La storia degli imballaggi in ortofrutta è nata per avere facilità di trasporto e protezione del prodotto. "Sì, ma ormai sono semplici prerequisiti, se ci si ferma a questo si rimane schiacciati - prosegue il managing director di Bestack - Per trasformare commodities in specialties bisogna differenziarsi anche sul pack, il prodotto va vestito diversamente e arricchito di contenuti: il consumatore oggi è vorace di informazioni. La chiave è quanto tu sei disponibile a darle, perché veniamo da un sistema in cui meno si diceva meglio era; mentre oggi chi informa sottende il coraggio di farlo, di essere messo in discussione nell'epoca dei social, di trasmissioni come Report e Presa Diretta che vengono a vedere se ciò che un'azienda dice risponde al vero. Ecco, oggi chi ha il coraggio di parlare è chi è sicuro di ciò che dice: il valore della comunicazione è quindi più alto".



E l'ortofrutta può comunicare attraverso l'imballaggio. Ma è sufficiente stampare un QR Code sulla scatola? Quanti consumatori lo inquadreranno con il loro smartphone? "Oggi probabilmente meno del 10% - risponde Dall'Agata - ma il mondo ci ha abituato a salti tecnologici incredibili. Una cosa è certa: l'imballaggio diventerà sempre più un touch point, dovremo fare di tutto per renderlo sempre più completo. Chi pensa a pack tecnologici solo per la funzione di trasporto e protezione per me perde grandi opportunità: resterà schiavo delle materie prime, navigherà in mezzo a tempeste che non può governare. Ma se aggiungi elementi coerenti con la strategia di settore, che tentano di anticipare le necessità del consumatore, anche sul fronte dell'informazione e della rassicurazione, allora si possono costruire vantaggi competitivi importanti che riparano anche da certi scenari minacciosi".

E qui si torna a uno dei nodi del settore: la generazione di valore per sfuggire dalla spirale del prezzo basso a tutti i costi. "Intervistando Valter Monari per la newsletter di Bestack (clicca qui per leggere l'articolo) mi ha detto: è il prodotto che fa il prezzo - riprende Dall'Agata - Un'affermazione che è di una banalità disarmante ma che ogni tanto ho come la sensazione che il settore se la dimentichi. In questa frase c'è tantissimo: ci dice quanto è importante essere distintivi, essere consapevoli della distintività, di crederci... Ecco perché Inter-Attivo è uno scherzo ma non troppo: so per certo che in tanti ci stanno già lavorando all'imballaggio parlante. Credo che dovremmo essere noi a chiedere al packaging di parlare: questa è la differenza tra lo scherzo e la realtà. Noi produttori di cartone siamo pronti a renderlo disponibile, la palla passa ai produttori, ai distributori e ai consumatori. Chiederlo significa immaginare una strategia di comunicazione integrata più aperta, pensare a logiche e dinamiche di reparto meno convenzionali, confidare in un consumatore moderno pronto ad essere ingaggiato - conclude Claudio Dall'Agata - E' stata una provocazione in un giorno particolare quella di Inter-Attivo, ma spero sia uno stimolo per la filiera per accelerare e dimostrare al mercato che è pronta a nuova sfide".

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