Brennero, Coldiretti smaschera il finto made in Italy

Tra i prodotti scoperti patate tedesche, uva indiana, frutta sudafricana e cipolle dell'est Europa

Brennero, Coldiretti smaschera il finto made in Italy

"Il Brennero è un luogo-simbolo per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy che invadono il nostro mercato ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell'origine in etichetta, che è un diritto dei cittadini europei".
Lo ha detto ieri il presidente della Coldiretti Ettore Prandini al valico italo-austriaco, in occasione della maxi manifestazione che avevamo anticipato (clicca qui per approfondire) e che continuerà anche domani. Al presidio hanno partecipato migliaia di agricoltori che hanno raggiunto la frontiera per verificare, contestualmente alle operazioni delle forze dell'ordine, il contenuto di tir, camion frigo ed autobotti.
L'obiettivo della mobilitazione dichiarato dall'organizzazione agricola è "difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori, estendendo l'obbligo dell'indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell'Ue". Dal Brennero viene anche lanciata anche la raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola: l'obiettivo è raggiungere un milione di adesioni.
La richiesta degli agricoltori al Brennero è di "maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola". Gli agricoltori invocano anche il principio di reciprocità, "fermando le importazioni di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo".
La mobilitazione rappresenta infine una risposta all'attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue nell'Audit concluso lo scorso dicembre in merito ai decreti italiani sull'etichettatura d'origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio. Attacco rispedito al mittente dalla stessa Coldiretti che invoca il "legittimo interesse dei consumatori a conoscere l'origine della materia prima di quanto si mette nel piatto". 

Il ritrovamento dell'uva indiana

I prodotti ‘falsi’ ritrovati
Tra i prodotti intercettati e smascherati, l'ortofrutta ricopre ancora una volta un ruolo da protagonista, come riportano le note stampa inviate ieri dall'associazione. È stato infatti scoperto un tir carico di patate, ben 21 tonnellate, provenienti dalla Germania e destinate ad una azienda industriale del crotonese. Patate lavorate a stick e gratinate, precotte e surgelate, che magari poi per esaltarne la qualità venivano presentate come patate della Sila.  
I 'falsi' ortofrutticoli comprendevano anche uva indiana spedita a Novara e che entra nel nostro Paese in confezioni che non rispettano le normative e che dovranno dunque essere sostituite, con il dubbio che questo possa avvenire.
Ma anche frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, 23mila chili di pere dal Belgio dirette a Taranto, cipolle dell’est Europa spedite a Parma e, come riporta la testata Rainews, anche avocado dalla Moldavia.

I cartelli della protesta

Un milione di firme per l'etichetta d'origine in tutta Europa
Obiettivo un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue. 
Parte dal Brennero la grande mobilitazione della Coldiretti per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. Proposta sostenuta da diecimila agricoltori che in due giorni giungeranno alla frontiera, assieme al presidente nazionale Ettore Prandini e che, grazie alle operazioni delle forze dell’ordine, vedranno verificare il contenuto di tir, camion frigo, autobotti.  
La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.
“Il Brennero è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy che invadono il nostro mercato ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell'origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione Ue e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee”. 

Indagine Coldiretti/Ixè: l'83% degli italiani chiede stop ai prodotti stranieri senza regole
Oltre otto italiani su 10 (83%) chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. 
E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa al Brennero. Per l’occasione è stata allestita la tavola del “fake in Italy”, l’italian sounding di casa nostra, con un vero e proprio menu dal primo al dolce fatto con lasagne alla bolognese, arrosticini abruzzesi, lenticchie umbre, tutto di provenienza estera.
Con l’avvio della raccolta di firme per una legge europea di iniziativa popolare sull’obbligo di etichettatura dell’origine di tutti i prodotti in commercio, Coldiretti punta a smascherare il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell'ultima trasformazione sostanziale. 
Ma la raccolta di firme, che potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly, punta anche a mettere finalmente in trasparenza tutti quei prodotti che sono ancora oggi anonimi e che rappresentano circa un quinto della spesa degli italiani e includono alimenti simbolo, a partire dal pane, ma anche ortaggi e frutta di IV Gamma e noci e pistacchi sgusciati; restano inoltre completamente anonime le portate sui menu dei ristoranti.
“Dobbiamo dire basta alla concorrenza sleale, fermare i cibi contraffatti che passano dalle frontiere e dai porti europei – ha sos tenutoil presidente Prandini - La nostra mobilitazione, in continuità con il lavoro fatto a Bruxelles in questi mesi, prosegue a difesa del reddito degli agricoltori e a salvaguardia della salute dei cittadini”.

Ettore Prandini

La protesta continua anche domani
La mobilitazione non si ferma con gli agricoltori della Coldiretti che restano alla frontiera anche domani, martedì 9 aprile, per continuare dalle ore 9 con la verifica dei carichi di tir e autobotti in arrivo. Per l’occasione, sarà svelata la black list 2024 dei prodotti stranieri più pericolosi, con l’analisi settore per settore sui cibi contaminati scoperti dopo essere entrati nel nostro Paese.

“Ci dicevano che al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati - ha detto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile e vale per tutti i prodotti. Vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo - conclude Prandini - serve l'obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare”. (am)

 Fonte: Ansa.it, ufficio stampa Coldiretti, Rainews; Foto: Coldiretti