Economia
Ortofrutta Dop Igp in crescita: +6% ed export record nel 2024
Il XXIII Rapporto Ismea-Qualivita evidenzia il ruolo strategico delle Indicazioni Geografiche

Presentato a Roma in data 26 novembre 2025, con l'intervento del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste On. Francesco Lollobrigida e le relazioni dei rappresentati delle istituzioni di settore il Rapporto Ismea-Qualivita 2025, l'analisi della Dop economy italiana sui valori economici e produttivi dei settori DOP IGP agroalimentare, vitivinicolo e, per la prima volta, delle bevande spiritose.
Continua il trend positivo della Dop economy italiana: secondo l’analisi del XXIII Rapporto Ismea-Qualivita il settore raggiunge 20,7 miliardi € di valore alla produzione nel 2024 (+3,5% su base annua), registrando una crescita del +25% rispetto al 2020 e contribuendo per il 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare nazionale. Prosegue per il quarto anno consecutivo l’aumento del comparto del cibo che con un +7,7% supera i 9,6 miliardi €, mentre il vino imbottigliato si conferma stabile a 11,0 miliardi. Ottimi i risultati dell’export dei prodotti DOP IGP, che nel 2024 raggiunge i 12,3 miliardi € (+8,2%) grazie al “doppio record” del settore cibo (per la prima volta sopra i 5 miliardi) e del settore vino (prima volta oltre 7 miliardi). Cresce nell’anno anche il numero di Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura: 328 realtà attive in tutta Italia che coordinano il lavoro di 184.000 operatori dei comparti cibo, vino e bevande spiritose generando lavoro per oltre 864.00 occupati.
Export DOP IGP da 12,3 miliardi €, UE +5,9% e Extra-UE +10,4%
Le esportazioni del comparto DOP IGP raggiungono 12,3 miliardi €, in crescita del +8,2% sul 2023 e del +24% rispetto al 2020. Crescita più consistente per il settore cibo che sale a 5,15 miliardi € (+12,7% in un anno), evidenziando un incremento a doppia cifra per formaggi, ortofrutticoli e cereali, oli di oliva. Bene anche il vino che con un +5,2% su base annua raggiunge 7,19 miliardi €, rappresentando l’88% dell’export vinicolo italiano. Complessivamente, per cibo e vino, l’export cresce sia nei Paesi UE (+5,9%) che nei Paesi Extra-UE (+10,4%), con gli USA primo mercato di destinazione con oltre un quinto (22%) delle esportazioni italiane DOP IGP. Un focus realizzato con Origin Italia evidenzia che, a ottobre 2025, il 48% delle filiere avverte gli effetti negativi dei dazi statunitensi e il 61% dei Consorzi ha avviato strategie di diversificazione dei mercati, sebbene solo uno su tre preveda un impatto significativo dei dazi nel lungo periodo.
Filiera produttiva, 184.000 operatori e occupazione +1,6%
Alla base delle filiere DOP IGP vi sono 183.823 operatori (175.358 produttori e 31.724 trasformatori) in calo del -5,6% sul 2023. L’elaborazione dei dati Inps sui rapporti di lavoro nella fase agricola e di trasformazione mostra, invece, per il 2024 una stima di 864.441 occupati nel settore IG, pari al +1,6% sul 2023. Un inedito approfondimento dell’Istat sulle aziende della Dop economy in Italia, delinea un sistema produttivo guidato da imprenditori più giovani della media, con maggiore formazione specialistica, propensione all’innovazione e alla multifunzionalità: fattori che si traducono in risultati economici migliori, con una produzione standard media superiore di oltre tre volte rispetto al complesso delle aziende agricole nazionali.
Impatto territoriale: il 65% delle province in crescita
Nel 2024 la Dop economy mostra valori in crescita in quattordici regioni italiane su venti. Le quattro regioni del Nord-Est si confermano “motore pulsante” con un valore aggregato di 11,24 miliardi €: il Veneto sfiora i 5 miliardi di valore, Emilia-Romagna (+3,0%) e Friuli-Venezia Giulia (+8,1%) rafforzano ulteriormente il risultato dell’area. Molto bene nel complesso il Nord-Ovest (+7,1%), trainato per il secondo anno di fila dalla Lombardia, che raggiunge i 2,9 miliardi € e con +13,1% cresce per il quarto anno consecutivo. L’area Sud e Isole aumenta del +3,4% su base annua, trainata da Campania (+3,1%), Puglia (+12,2%) e Sicilia (+4,0%), ma anche per Abruzzo (+4,1%) e Calabria (+8,2%) la variazione su base annua è positiva. Il Centro, dopo la flessione del 2023, segna un ulteriore -0,9%, malgrado il lieve recupero della Toscana (+0,5%) e la crescita dell’Umbria (+3,4%).
Cibo DOP IGP STG oltre 9,6 miliardi €; export record 5,15 miliardi €
L’agroalimentare DOP IGP STG nel 2024 cresce per il quarto anno di fila, con un valore alla produzione di 9,64 miliardi € (+7,7% in un anno e +48% dal 2014) e un fatturato al consumo finale di 18,57 miliardi €. Si mantiene piuttosto stabile il valore alla produzione per i prodotti di panetteria e pasticceria (+0,7%) e per i prodotti a base di carne (-0,9%), a fronte della crescita, in certi casi anche a doppia cifra, di tutte le altre categorie: formaggi (+10,5%), ortofrutticoli (+6,0%), aceti balsamici (+7,9%), paste alimentari (+11%), oli di oliva (+46,9%) e carni fresche (+4,3%). L’export supera per la prima volta i 5 miliardi € (+12,7% su base annua +91% dal 2014) con un incremento del +9,4% in UE e del +17,8% Extra-UE. Il sistema conta 86.346 operatori, 597mila occupati (+2,0%), 189 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e 36 Organismi di controllo.
Vino DOP IGP, stabili quantità e valore, export record 7,19 miliardi €
Dopo la battuta d’arresto del 2023, il settore del vino DOP e IGP torna a mostrarsi stabile nel 2024, sia per produzione sia per valore, mentre le esportazioni riprendono a crescere. Il valore del vino imbottigliato raggiunge 11,04 miliardi €, con andamenti eterogenei tra aree e denominazioni: tra le prime dieci DOP e IGP, cinque registrano un aumento e cinque un calo su base annua, mentre a livello territoriale nove regioni su venti hanno variazione positiva. L’export del vino IG per la prima volta supera 7 miliardi € (+5,2% in un anno e + 66% dal 2014) rappresentando l’88% dell’export complessivo vinicolo italiano. La filiera conta 97.236 operatori, 331mila occupati (-0,6%), 138 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e 12 Organismi di controllo.
GDO italiana: 6,2 miliardi € e +1,1% in un anno
Nel 2024 la spesa per i prodotti DOP IGP nella GDO italiana è cresciuta del +1,1% ed è pari a 6,2 miliardi €, di cui 4,3 miliardi € in prodotti alimentari (+1,2%) e 1,9 miliardi € in vino (+0,9%). La dinamica delle DOP IGP è migliore dei prodotti generici nei comparti più rilevanti, come ad esempio formaggi (+1% DOP IGP, stabili generici), prodotti a base di carne (+1,3% DOP IGP, -0,4% generici) e vino (+0,9% DOP IGP, +0,1% generici). Sono ancora i discount il canale con i più alti tassi di crescita (+1,9%) mentre a livello territoriale il Sud è l’area con l’incremento maggiore (+4,7%). Nei primi nove mesi del 2025, la spesa degli italiani per DOP IGP nella GDO continua ad aumentare con un +1,0% su base annua, di cui +1,2% per i prodotti alimentari e +0,3% per il vino.
DICHIARAZIONI:
Francesco Lollobrigida, Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
“I risultati della Dop economy confermano, ancora una volta, la forza e l’unicità del nostro sistema agroalimentare. Le Indicazioni Geografiche garantiscono una protezione del saper fare e vedono l’Italia leader mondiale nel numero di prodotti. Il made in Italy non vuol dire solo fatto in Italia, ma buono, sano, da acquistare e da riconoscere anche attraverso questo sistema che ne certifica l’autenticità. La filiera delle IG garantisce qualità e valore economico garantendo reddito alle imprese e ai lavoratori impegnati nella filiera. Sostengono i territori ai quali sono collegate e rappresentano un traino sempre più forte per turismo ed economia. Continueremo quindi a supportare con forza questo modello produttivo, motivo di orgoglio legato alle nostre radici, alla vitalità dei nostri territori ed elemento strategico per la nostra competitività anche nel futuro. Soprattutto continueremo a difendere questo modello in ogni contesto internazionale”.
Cesare Mazzetti, Presidente Fondazione Qualivita
“I dati di questo Rapporto confermano che le Indicazioni Geografiche rappresentano non solo un modello avanzato di sviluppo economico, ma anche una politica di successo per il nostro sistema produttivo agricolo e alimentare. Con il nuovo regolamento europeo e con il pieno riconoscimento delle IG per le bevande spiritose, si delinea una strategia complessiva della qualità in cui il nostro Paese è certamente all’avanguardia. Ora è necessario lavorare per una piena integrazione fra i diversi comparti, anche alla luce dei requisiti di sostenibilità, che possono rappresentare il vero valore aggiunto per l’intero sistema. Di grande rilievo sono i risvolti occupazionali del mondo IG, strettamente legati alla sua capacità di distribuire valore lungo le filiere. Appare quanto mai attuale avviare una revisione nazionale della strategia di promozione della qualità, oggi basata su molti riconoscimenti, anche regionali, spesso sovrapposti tra loro. È un’opportunità importante per definire una linea d’azione coerente sui prodotti DOP e IGP, in sintonia con la candidatura della Cucina Italiana a patrimonio Unesco”.
Livio Proietti, Presidente ISMEA
“Il sistema delle Indicazioni Geografiche continua a rappresentare un modello produttivo vincente, in grado di generare valore diffuso sul territorio, mantenere vitali le aree interne e garantire sviluppo e competitività al nostro agroalimentare. I dati del XXIII Rapporto Ismea-Qualivita certificano una crescita significativa del valore alla produzione della Dop economy che supera i 20 miliardi di euro e un risultato straordinario dell’export, per la prima volta sopra i 12 miliardi di euro. Sono risultati di un lavoro di squadra capace di contrastare l’incertezza e l’instabilità geopolitica, grazie all’impegno dei Consorzi di tutela e delle migliaia di operatori che custodiscono un patrimonio unico, irriproducibile e non delocalizzabile. La recente riforma europea inoltre rafforza ulteriormente il ruolo delle IG come beni culturali e strumenti di sviluppo del territorio, la tutela dell’integrità del sistema e la sua transizione verso la completa sostenibilità sono sostenute con vigore dal governo con azioni mirate e di lungo respiro, come dimostrano i fondi messi a disposizione dal PNRR e gli interventi previsti nell’ambito dei contratti di filiera. Tutto ciò contribuisce a definire un patrimonio culturale identitario caratterizzato da distintività e riconoscibilità agli occhi dei consumatori.” (lg)
Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Qualivita
















