Cina, tutti pazzi per il dragon fruit

Ricco di proprietà benefiche, è il secondo frutto più importato

Cina, tutti pazzi per il dragon fruit
E' ormai un must sulle tavole di mezzo mondo, Cina compresa. Nasce dall'Hylocereus undatus, una pianta della famiglia delle Cactaceae, è conosciuto anche come frutto del drago (in inglese Dragon Fruit) ma viene chiamato Pitahaya o Pitaya e può essere rosso oppure giallo. La polpa all'interno del frutto è generalmente di color bianco con numerosi, piccolissimi semi di color nero, commestibili; di consistenza morbida ha un gusto dolce e delicato.

Originario del Messico, i semi sono stati trovati in siti che hanno alle spalle oltre duemila anni di storia. A Pechino, Italiafruit News ha potuto notare come il dragon fruit sia uno dei frutti più presenti nei mercatini, nei punti vendita e sulle tavole. Sta conoscendo, negli ultimi anni, uno sviluppo significativo: nell'ultimo decennio è risultato il secondo frutto più importato in Cina, dove solo nel 2014 le importazioni sono cresciute del 12% per un totale di 603 mila tonnellate, in gran parte provenienti dal Vietnam. Solo l'import di banane ha fatto meglio.


Pechino: dragon fruit protagonista in colorati spiedini di frutta in un mercatino nel cuore della capitale

Il frutto del dragone fa bene alla salute: basso contenuto di calorie, ricchezza di sali minerali, elevata concentrazione di fibre, vitamina C e del gruppo E, presenza di sostanze antiossidanti e licopene depongono a suo favore. La pitaya, ancora, è una buona fonte di prebiotici e ha un basso contenuto di grassi, concentrati soprattutto nei semi.  

Il consumo è agevole: ha una pelle facile da pelare, può essere paragonato a un ficodindia privo di spine. La polpa può essere mangiata con un cucchiaino o tagliata a fette. È ottima anche nelle insalate di frutta e come sorbetto. 

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