Kiwi “stretto”, rese elevate: Jintao rilancia gli ex-pereti

Produzione fino a 300 quintali per ettaro al quarto anno di impianto. Bene il portinnesto Bounty

Kiwi “stretto”, rese elevate: Jintao rilancia gli ex-pereti

Con una produzione stimata di 300 quintali al quarto anno, l’impianto sperimentale di Jintao avviato presso la Fondazione Navarra in collaborazione con Jingold spa sta iniziando a fornire dati incoraggianti. È quanto emerso durante la giornata tecnica di ieri, che ha visto la partecipazione di numerosi produttori e tecnici, attratti da quella che si configura come un’interessante alternativa al pero nell’areale emiliano, e in particolare nel Ferrarese, da anni in difficoltà.

Nella foto: Stefano Molducci, tecnico del Consorzio il Frutteto di Cesena

La sfida iniziale era chiara: trasformare un vecchio pereto estirpato, in un actinidieto di Jintao, mantenendo le stesse distanze d’impianto. «Il sesto adottato è di 3,30 metri tra le file e di 1,60 e 1,42 metri sulla fila – ha spiegato Stefano Molducci, tecnico del Consorzio Frutteto di Cesena e fra gli ideatori delle forme di allevamento adottate –. Per adattarci a queste misure, insolite per il kiwi normalmente allevato a doppia pergoletta con interfila di 4,5-5 metri, abbiamo studiato tre forme di allevamento specifiche».

Nella foto: dettaglio forma d'allevamento pergoletta "alta"

Nel campo sperimentale sono state adottate, per l’appunto, tre soluzioni: la pergoletta a monocordone, con file di femmine alternate a file di maschi allevati solo lungo la fila per ridurre l’ingombro; la pergoletta alta a monocordone e “snella”, sempre con maschi in linea; e infine il fusetto, o asse verticale, con piante che possono arrivare a 4 metri. «Su ciascuna forma – ha aggiunto Molducci – abbiamo testato tre portinnesti: Haward, Tomuri e Bounty. Dopo quattro anni, Bounty si è confermato il più performante, soprattutto nel fusetto e nella pergoletta alta, con produzioni vicine ai 170 qli/ha già al terzo anno e stime attuali intorno ai 300 qli/ha. I frutti presentano un buon calibro e parametri qualitativi in linea con lo standard Jintao. Le forme più alte, inoltre, offrono una protezione aggiuntiva contro il gelo, fermo restando l’impiego di sistemi antibrina e antigrandine».

Risultati ottenuti nonostante condizioni pedologiche non ideali. «Questo ci fa ipotizzare – ha osservato Molducci – che le performance possano essere replicate anche in altre zone di pianura dove il kiwi è meno diffuso».

Nella foto: forma d'allevamento pergoletta "alta"

Dal punto di vista economico, la PLV/ettaro diventa interessante: le stime parlano di oltre 45 mila euro/ha. Ma restano alcune condizioni imprescindibili. «Jintao, grazie al suo portamento basitono, si presta a forme di allevamento “strette”, cosa impossibile con Hayward – ha aggiunto il tecnico –. Il portinnesto Bounty sta dando ottime risposte, ma resta fondamentale una gestione attenta di irrigazione, suolo (soprattutto drenaggio), nutrizione, impollinazione e diradamento, che rappresenta l’operazione più onerosa. Nulla di insormontabile per frutticoltori professionali».

Nella foto: Emanuele Pierpaoli, responsabile sperimentazione Jingold Spa

A supportare i produttori c’è l’organizzazione di Jingold. «Chi entra nella filiera è assistito a 360 gradi – ha sottolineato Emanuele Pierpaoli, responsabile sperimentazione Jingold –. Oltre a un servizio tecnico che elabora bollettini mensili e offre consulenza costante, c’è un impegno concreto verso l’innovazione. Questo campo sperimentale ne è un esempio, ma il nostro lavoro è collegato anche alla ricerca nazionale e internazionale e ai principali breeder mondiali, che ci consentono di mantenere un portafoglio varietale competitivo: oltre a Jintao, ci sono Jinyan nel giallo, Boerica e Z5Z6 nel verde, e Dong Hong nel rosso».

Nella foto: il Presidente di Jingold Spa Patrizio Neri

Un approccio ribadito dal presidente Patrizio Neri: «La filosofia di Jingold è quella di creare una filiera integrata e controllata in ogni fase – produzione, stoccaggio, commercializzazione – con un forte investimento in ricerca e innovazione. Solo così possiamo garantire redditività ai produttori, come dimostra l’esperienza ferrarese. La nostra serietà si fonda sulla sperimentazione condivisa: campi aperti dove i frutticoltori possono toccare con mano i risultati. L’obiettivo è offrire opportunità concrete a chi cerca alternative valide in un momento di crisi».

Nella foto: forma d'allevamento a fusetto

Il messaggio che arriva dal campo sperimentale della Fondazione Navarra è chiaro: il kiwi giallo Jintao, se ben gestito e con le giuste scelte tecniche, può rappresentare un’opportunità concreta per i produttori del Ferrarese e non solo. Una coltura capace di garantire rese elevate, redditività e una maggiore resilienza rispetto alle difficoltà che oggi affliggono il pero.
La sfida ora è trasformare i risultati della sperimentazione in modelli replicabili su scala aziendale, offrendo nuove prospettive a un territorio che cerca soluzioni praticabili per il proprio futuro frutticolo e i presupposti sembrano esserci.