La filiera pataticola va in scena

Dagli areali produttivi al packaging nel viaggio di Macfrut Academy

La filiera pataticola va in scena

"Sarà un format diverso proprio come la nostra fiera”. Con queste parole il presidente del Macfrut Renzo Piraccini ci aveva anticipato in anteprima i contenuti di Macfrut Academy (clicca qui per approfondire ) e oggi, dopo aver visto la prima puntata, possiamo di certo darne conferma. 
In trenta minuti di video con contenuti altamente personalizzati, il format avvicina qualsiasi utente alla filiera di riferimento tramite un linguaggio semplice ma incisivo. La prima puntata è dedicata alla filiera pataticola, per un racconto che parte dal campo e arriva al confezionamento tramite una condivisione di best practice, senza dimenticare un inquadramento prettamente commerciale del prodotto.

Il mercato della patata
“La patata è la terza coltura alimentare più consumata al mondo e più di un miliardo di persone la mangia regolarmente. La sua produzione totale ha superato nel 2021 i 376 milioni di tonnellate mentre la stima per il 2022 è di 354 milioni di tonnellate, una cifra ridimensionata dalle condizioni meteo sfavorevoli che hanno ridotto le rese”. Così ha esordito il giornalista agroalimentare nonché presentatore della puntata Maicol Mercuriali, nell’illustrare il mercato del prodotto.
È seguita una breve panoramica sulle aree di produzione mondiale, che vedono al primo posto l’Asia, seguita da Europa, nord America e Africa, per terminare con il Sudamerica.
Le superfici italiane dedicate a patate ammontano a 47.300 ettari per una produzione totale di 1,3 milioni di tonnellate. “Il fabbisogno alimentare italiano di patate è pari a circa 2 milioni di tonnellate e questo significa che il nostro Paese deve colmare i suoi volumi con circa 650 mila tonnellate di prodotto da importare: parliamo di una spesa di circa 200 milioni di euro, compresi i trasporti. Anche se l’Egitto rimane il nostro principale fornitore, aumenta anche il prodotto importato dal Medio Oriente ” ha continuato il giornalista.

Gli areali produttivi
La puntata procede poi con una disamina dei principali areali produttivi italiani: si parte dal territorio bolognese, per poi passare nella conca appenninica del Fucino in Abruzzo e terminare il viaggio nell’Altopiano della Sila in Calabria. Per tutti gli areali vengono prese in considerazione le caratteristiche del terreno e le relative modalità di raccolta. In particolare viene analizzata l’innovazione della raccolta meccanizzata, che sempre di più oggigiorno contribuisce a garantire un ottimo valore commerciale al prodotto dal momento in cui velocizza le operazioni, riduce gli sbalzi termici e le possibili problematiche del terreno. 

Tra coloro che hanno investito in macchinari, viene riportato il caso dell’imprenditore agricolo bolognese Piero Emiliani, che ha dedicato circa 40 ettari alle patate. “Abbiamo fiducia nella coltura e abbiamo investito in due macchine bifila per facilitare i lavori di raccolta e sterramento dei tuberi”.
Anche se la tecnologia ha profondamente cambiato l’operatività delle aziende pataticole, rimane fondamentale la conoscenza del terreno e della coltura. Per esempio le patate sono molto sensibili alle alte temperature che possono manifestarsi sul prodotto con ammaccature. Per questo il consiglio generale che viene dato è raccogliere solo nelle prime ore del mattino, quando le temperature sono più basse e quando non superano mai i 30 gradi centigradi.
Nelle aziende di piccole e medie dimensioni del Fucino (a 700 metri slm) a giovare alla produzione di patate è la forte escursione termica tra giorno e notte che influisce sul livello della sostanza secca del prodotto, aumentandone le caratteristiche organolettiche. Anche qui i tuberi sono raccolti meccanicamente ma, considerate le dimensioni delle aziende, vengono utilizzate per la maggior parte macchine monofila. Qui la produzione per ettaro arriva a 600 quintali e la raccolta parte dai primi di agosto per arrivare ad ottobre mentre la maggior parte della produzione è destinata al mercato fresco.

Ad illustrare il territorio calabrese della Sila è Albino Carli, direttore consorzio produttori patate associati: “Siamo l’ultima zona italiana a raccogliere il prodotto che riusciamo a mantenere fino a luglio dell’anno successivo. Le caratteristiche eccellenti delle nostre patate sono riconosciute dalla certificazione Igp: si tratta di un prodotto rustico, di montagna e con un gusto particolare determinato da specifiche caratteristiche pedoclimatiche e dalla scelta varietale”.

Il consiglio dell’agronomo
Prima di passare in magazzino, è seguita una parte del video dedicata a parametri e consigli utili per la coltivazione coordinata dall’agronomo Giacomo Accinelli che ha insistito su preparazione del terreno, tempistiche delle fasi di lavorazione e problematiche (come elateridi e dorifora) da attenzionare.

Il lavoro in magazzino e il confezionamento
Il viaggio di Macfrut Academy giunge a questo punto al magazzino di lavorazione, dove viene illustrata la fase di lavatura, selezione e pesatura del prodotto per poi passare allo stoccaggio del prodotto in frigo. A presentare i dettagli del lavoro in magazzino è il direttore di stabilimento Davide Pasini.


Infine si giunge alla fase di confezionamento, che vede protagonista Mario Mercadini, responsabile marketing di Sorma Group ad illustrare la fase di sostenibilità già avviata da questo settore con materiali a ridotto impatto ambientale: “Oggi riusciamo a confezionare un chilogrammo di patate utilizzando un grammo di imballo di materie plastiche e, attraverso lo sviluppo tecnologico, abbiamo ridotto sempre di più la grammatura delle reti e gli spessori dei film plastici. Inoltre abbiamo introdotto soluzioni plastic free con rete in cellulosa, il tutto mantenendo sempre le caratteristiche principali del pack: conservabilità, trasportabilità e protezione”.
La puntata si conclude descrivendo le operazioni necessarie alle patate per arrivare al loro trasporto e che sempre più spesso sono automatiche. A prendere la parola è Ivan Bartolini, direttore di produzione macchine Sorma Group che spiega: "L'automazione è per tutti, per i big del settore come per le piccole imprese, e si riflette sul miglioramento della qualità offerta e sulla riduzione degli errori derivati dal lavoro umano. L'automazione avviene in più fasi: caricamento, confezionamento e fine linea. Oggi le macchine sono inoltre collegate al gestionale dell’azienda permettendo un tracciamento continuo del prodotto. Ricordiamo che ricerca, sperimentazione e collaudo finale sono le uniche procedure in grado di garantire piena funzionalità della tecnologia”.

Infine sono ricordate le destinazioni di mercato delle patate che possono essere per mercato fresco, destinazione industriale come i surgelati, così come quarta gamma.
La prima puntata di Macfrut Academy finisce qui ma è già pronto il prossimo appuntamento: il 18 gennaio si parlerà del mercato europeo di avocado e mango