La legge per il ripristino della natura approvata dal Parlamento Europeo

I commenti di Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Cia

La legge per il ripristino della natura approvata dal Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo ha approvato la legge per il ripristino della natura (Nature Restoration Law), un progetto mirato al ripristino della biodiversità e al recupero delle aree naturali gravemente compromesse. I voti a favore sono stati 336, 300 i contrari e 13 gli astenuti. Ora potranno iniziare i negoziati legislativi con il Consiglio. Poco prima lo stesso Parlamento aveva bocciato la richiesta di rigetto della legge avanzata dal partito Popolare Europeo e dai gruppi di destra. "Oggi a Strasburgo festeggiamo una grande vittoria del fronte Progressista, democratico ed ecologista al Parlamento europeo. Gli sforzi delle destre non sono riusciti ad affossare uno dei capisaldi del Green Deal", ha scritto su Twitter la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd.
La legge è stata fortemente sostenuta dai Socialisti, dai Verdi, dalle Sinistre e da gran parte dei Liberali. Mentre il Ppe non ha votato compatto: 21 gli eurodeputati che si sono espressi a favore, rompendo con la linea ufficiale del partito. Già prima del voto alcuni eurodeputati popolari come l'irlandese Frances Fitzgerald, la finlandese Sirpa Pietikainen e il ceco Stanislav Polcak avevano pubblicamente annunciato di voler sostenere la legge. "Non posso in buona fede e buona coscienza votare contro questa legge. Dobbiamo proteggere la biodiversità. Dobbiamo proteggere i nostri cittadini, le nostre imprese, sopra tutto, le generazioni future", ha scritto la Fitgerald su Twitter.

Sconfitta linea Ppe e destre
L'approvazione della posizione negoziale del Parlamento Europeo sul regolamento sul ripristino della natura rappresenta una sconfitta per la linea della presidenza del gruppo Ppe, che era contraria al testo perché lo riteneva eccessivamente penalizzante per il settore agricolo: in commissione Envi i Popolari si erano schierati contro la posizione negoziale, insieme ai gruppi delle destre (Id ed Ecr) e a una parte dei Liberali, portando il conteggio dei voti in parità, cosa che equivale al rigetto del testo. La scelta del Ppe risponde ad una linea intrapresa da qualche mese, che consiste nel fare sponda con i gruppi alla sua destra, più una parte dei Liberali, per fermare le parti del Green Deal ritenute eccessivamente onerose. La scelta del Ppe risponde ad una linea intrapresa da qualche mese, che consiste nel fare sponda con i gruppi alla sua destra, più una parte dei Liberali, per fermare le parti del Green Deal ritenute eccessivamente onerose.

Soddisfazione alleanza verdi e sinistra
In una nota, Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra scrive: "Oggi, a Strasburgo, abbiamo assistito a un'importante vittoria per il nostro futuro: la legge per il ripristino della natura, un progetto audace mirato a recuperare aree naturali gravemente compromesse, è stata approvata nonostante i tentativi della destra italiana ed europea, Partito popolare europeo compreso, di soffocarla. Questi gruppi, con la loro visione politica ristretta, hanno condotto una pericolosa campagna di disinformazione, cercando di dipingere le politiche ecologiste dell'Ue come il nemico principale dell'economia, trascurando il fatto che il costo della crisi climatica è già ora insostenibile e gravemente drammatico. Quella di oggi è una grande vittoria in nome delle generazioni presenti e future". 

Legge sulla natura: che cos'è
“La Nature Restoration Law è un provvedimento unico nel suo genere - dichiara Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu - in tutta la storia della comunità europea. Per la prima volta avremo una legge con una funzione non solo protettiva, come avviene per le preziose direttive Uccelli e Habitat, ma proattiva, il cui principio è che proteggere la natura esistente è fondamentale ma non basta più: bisogna ripristinare quella perduta. Questo aiuterà a fermare il declino della biodiversità, ad affrontare la questione climatica così come ad avere un territorio più sicuro, città più verdi e accoglienti, servizi ecosistemici di maggiore qualità".
“Nonostante questi straordinari benefici, l’Europarlamento ha dovuto superare un’opposizione anacronistica e scorretta, di una parte della politica e di alcune lobby contrarie ad ogni vera agenda ambientale, che ha usato argomenti fasulli e talvolta linguaggi inopportuni per fermare la legge. Il successo dell’approvazione lo si deve alla determinazione della Commissione europea e di una parte consistente delle forze politiche dell’Europarlamento ma anche alla mobilitazione civica senza precedenti che ha supportato la legge", aggiunge.
“Ora il tratto finale della legge, il negoziato del Trilogo (Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio dell’Ue) da cui uscirà il testo della legge, che gli Stati membri faranno proprio e attueranno - prosegue il direttore generale Selvaggi - Si aprirà una fase nuova, piena di speranza per la natura europea e una maggiore salute delle nostre società. Ogni euro investito in ripristino della natura, secondo gli studi della Commissione europea, produrrà un ritorno tra i 9 e i 38 euro sotto forma di servizi ecosistemici migliori, e questo è solo uno degli esempi di come questa legge può davvero cambiare in meglio la storia europea”.


Coldiretti: europarlamentari divisi a metà, va rivisto il regolamento
Il Parlamento Europeo salva l’agricoltura nell’applicazione della proposta di regolamento sul Ripristino della natura votando l’esclusione degli ecosistemi agricoli come richiesto da Coldiretti a tutti i livelli. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere soddisfazione per l’approvazione degli emendamenti che prevedono anche l'eliminazione dell'obiettivo di riduzione del 10% della superficie agricola produttiva, avanzano la richiesta di utilizzare fondi esterni alla Politica agricola Comune (Pac) e introducono il riferimento al rispetto de principio di reciprocità per i prodotti importati.
Si tratta della conferma dei numerosi dubbi posti da diversi Paesi e molti eurodeputati, ai quali va il ringraziamento della Coldiretti, su una proposta che, così come formulata dalla Commissione – spiega Prandini - andrebbe a penalizzare il settore agricolo portando una pesante riduzione del potenziale produttivo, con un conseguente e significativo aumento delle importazioni di prodotti dannosi per il consumatore e per l’ambiente da Paesi terzi.
Una posizione di cui la Commissione stessa dovrà ora tenere conto nelle prossime fasi negoziali anche in considerazione del fatto che sulla proposta di regolamento per il ripristino della natura il Parlamento europeo si è di fatto spaccato in due, con una ristrettissima maggioranza che si è espressa contro la proposta di rigetto (324 voti contrari, 312 favorevoli e 12 astenuti) cosi come anche la relazione nel suo complesso ha avuto un risultato risicato. Una spaccatura che si era verificata in precedenza anche in Consiglio Ue.
La tutela dell’ambiente e la perdita di biodiversità – spiega Coldiretti – si combatte non con posizioni ideologiche, togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di km di percorsi fluviali (con gli effetti drammatici che ne derivano) ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni.
Ripristinare gli ecosistemi in cattive condizioni è un obiettivo che può certamente accomunare tutti i portatori di interesse coinvolti e per il quale è necessaria un’azione coordinata, ma occorre ora – conclude Coldiretti - che la Commissione europea valuti a fondo gli  “effetti collaterali” della sua proposta, che andrebbe pesantemente a minare la sovranità alimentare nazionale ed europea in un momento di grandi tensioni internazionali e rischia di alimentare inflazione e dipendenza dall’estero.

 
Confagricoltura: la transizione ecologica non si fa solo con vincoli e divieti
“Al di là dell’esito del voto odierno, il messaggio lanciato dal Parlamento europeo non va fatto cadere. Occorre imboccare una strada diversa da quella proposta dalla Commissione per una maggiore sostenibilità ambientale e una più rigorosa protezione delle risorse naturali”.
E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’esito del voto dell’Assemblea dell’Europarlamento che ha respinto il rigetto della proposta di regolamento della Commissione sul rispristino della Natura.
“Gli obiettivi da conseguire – sottolinea Giansanti – sono fuori discussione, ma non possono essere perseguiti secondo le indicazioni della Commissione basate su vincoli e divieti, senza considerare inoltre le differenze degli assetti produttivi a livello nazionale”.
“In una fase in cui si discute di sicurezza alimentare a livello globale, il progetto legislativo della Commissione determinerebbe una riduzione della superficie agricola del 10%. Per l’Italia, il taglio sarebbe di oltre un milione di ettari, con una perdita di produzione nell’ordine di 6 miliardi di euro”.
“Su questa base, il trilogo tra le istituzioni per raggiungere l’intesa finale non sarà agevole – conclude il presidente - La partita, dunque, resta aperta considerando che non siamo lontani dalla conclusione della legislatura europea”.
 

Copagri: la tutela della biodiversità non può prescindere dall'agricoltura
“Pur condividendo pienamente gli obiettivi alla base della normativa comunitaria per la tutela della biodiversità, che mirano fra l’altro a invertire il preoccupante calo delle popolazioni di impollinatori, che come noto sono degli ‘indicatori’ naturali dell’inquinamento ambientale e dai quali dipende gran parte delle produzioni agricole, non possiamo mancare di ricordare i possibili rischi legati all’impatto di un simile provvedimento sull’agricoltura e, in particolare, sulle superfici agricole, dalle quali la tutela della biodiversità non può assolutamente prescindere”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista dopo l’approvazione della posizione del Parlamento Europeo sulla proposta di regolamento sul ripristino della natura, con cui è stato respinto il rigetto del testo proposto della Commissione Europea.
“Guardiamo quindi con favore - prosegue Battista - alla cancellazione dell’articolo 9 del testo, tra quelli di maggiore interesse per il comparto primario in quanto prevedeva il ripristino degli ecosistemi agricoli, con cui sembrerebbe si vada di fatto a escludere i produttori agricoli dall’ambito di applicazione del testo”.
“Dopo il rigetto della proposta chiesto dalla Commissione Ambiente, e l’avviso contrario non vincolante formulato dalla Commissione Agricoltura, la palla passa al Consiglio UE, che dovrà portare avanti il dibattito finalizzato a sciogliere vari nodi, quali la questione del finanziamento delle misure previste per il ripristino della natura e, soprattutto, la loro armonizzazione con le normative comunitarie che trattano di stoccaggio di carbonio e di salute dei suoli”, continua il presidente della Copagri, ricordando che “la partita non è ancora chiusa e bisogna tenere alta l’attenzione in vista dei triloghi con Commissione e Consiglio UE”.
“In ogni caso - conclude Battista - dopo l’entrata in vigore del regolamento, gli Stati membri avranno due anni di tempo per presentare alla Commissione UE un ‘Piano nazionale di restaurazione’, nel quale declinare autonomamente le azioni da mettere in campo in base alle singole realtà delle nazioni e al livello di deterioramento dei loro ecosistemi, tenendo ben presenti le numerose differenze in essere relative ai diversi assetti produttivi del tessuto economico nazionale”.

Cia: agricoltura resti fuori da legge su ripristino della natura 
Preoccupano ancora alcuni vuoti normativi, i troppi ostacoli burocratici posti ai singoli Paesi e le rinviate disposizioni sul finanziamento, ma prendiamo atto dell’attenzione da parte del Parlamento Ue alle istanze dell’agricoltura, escludendola, con la cancellazione dell’articolo 9, dall’applicazione della legge sul ripristino della natura. Commenta così, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, il voto che, oggi, a Strasburgo ha sì respinto il rigetto della proposta di regolamento della Commissione europea, ma inserito emendamenti importanti per il settore agricolo.
L’attenzione di Cia resta alta, dunque, su una partita critica se non governata dal principio cardine di un’agricoltura al centro della transizione ecologica e, quindi, protagonista e non penalizzata dagli obiettivi per la sostenibilità, valorizzata nel suo ruolo strategico per il benessere degli ecosistemi, a salvaguardia dell’ambiente e a tutela del suolo. 
Sotto i riflettori di Cia l’accantonamento del 10% per il ripristino della natura, non più vincolante per ogni singolo Stato membro, ma collettivo per l’Europa e l’istituzione del fondo per l’attuazione delle misure perché non ricada, alla fine, sui singoli Paesi e i suoi comparti chiave. Non meno rilevante, infatti, è la valutazione d’impatto che vede l’Italia quinto Paese contribuente con un impegno di spesa pari a 261 milioni di euro, rispetto alla Francia, al primo posto con circa 2 miliardi.
Si attende ora l’avvio dei negoziati con la consapevolezza, precisa Cia, che non sarà scontato mantenere questi miglioramenti ottenuti con il voto odierno e sarà necessario continuare a ragionare sulle ripercussioni effettive di questa legge. 

Fonte: AdnKronos.com e uffici stampa Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Cia