Mele, meno offerta e nuovi spazi sui mercati internazionali

Produzione globale in calo del 5%. Cina e Turchia frenano, gli Stati Uniti crescono

Mele, meno offerta e nuovi spazi sui mercati internazionali

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha pubblicato un’analisi aggiornata a dicembre sugli sviluppi che stanno influenzando il commercio mondiale delle mele, in questa campagna 2025-2026. Il report prende in esame produzione, consumi, scorte e flussi commerciali negli Stati Uniti e a livello globale, con un focus sui Paesi extra UE oltre che sul mercato statunitense. Ne emerge un quadro di particolare interesse anche per le esportazioni italiane, delineando uno scenario caratterizzato da una potenziale scarsità di prodotto a livello internazionale.

Secondo le stime USDA, la produzione mondiale di mele fresche è destinata a ridursi del 5%, fermandosi a 81,7 milioni di tonnellate. Il calo dei raccolti in Cina e Turchia più che compensa l’incremento produttivo registrato negli Stati Uniti. Qualora le previsioni fossero confermate, si tratterebbe del livello più basso degli ultimi cinque anni.

In Cina la produzione è attesa in flessione di 2,3 milioni di tonnellate, a quota 47,0 milioni, a causa della contrazione delle superfici coltivate e di condizioni meteorologiche sfavorevoli nelle due principali aree di produzione. In Turchia il raccolto dovrebbe subire un drastico ridimensionamento (-57%), attestandosi a 2,0 milioni di tonnellate, in seguito a una severa gelata primaverile. Scenario opposto negli Stati Uniti, dove la produzione è prevista in aumento di 256.000 tonnellate, fino a raggiungere i 5,0 milioni, grazie a un raccolto particolarmente abbondante nello Stato di Washington.

Sul fronte dei consumi, il report segnala una flessione a livello globale, con le riduzioni più marcate in Cina e Turchia, in linea con la minore disponibilità di prodotto. Anche le esportazioni mondiali di mele fresche dovrebbero registrare un lieve arretramento, attestandosi complessivamente a 6,1 milioni di tonnellate.

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Nel dettaglio, le esportazioni statunitensi sono previste in crescita di 51.000 tonnellate, fino a 890.000 tonnellate, sostenute dall’aumento della produzione nello Stato di Washington, principale polo esportativo del Paese. Al contrario, le spedizioni di Cina e Cile dovrebbero ridursi di circa 30.000 tonnellate ciascuna, penalizzate dai minori raccolti. Particolarmente marcata la contrazione prevista per la Turchia: le esportazioni dovrebbero diminuire di 157.000 tonnellate, scendendo a 65.000 tonnellate, con il conseguente arretramento del Paese dall’ottavo al dodicesimo posto nella classifica dei principali esportatori mondiali di mele nella campagna 2025/26. (lg)