«Sì all’innovazione, a patto di tutelare il nostro know-how»

Valentina Borghi (Funghi di Valentina) al campus di Cesena fa il punto sulle TEA

«Sì all’innovazione, a patto di tutelare il nostro know-how»

“Dobbiamo puntare all’innovazione in agricoltura senza che questa danneggi il nostro know-how, quindi ben vengano le sperimentazioni con le TEA ma non i cibi ultraprocessati”. Lo ha detto Valentina Borghi, titolare Funghi Valentina e presidente Coldiretti Bologna durante il suo intervento “Imprenditorialità e innovazione in agricoltura” all’appuntamento “Verso il secondo vertice Onu sui sistemi alimentari: le nuove sfide dell’agroalimentare tra sicurezza, logistica e trasformazione” tenutosi ieri al campus di Cesena. 

La titolare dell’azienda di Minerbio (Bologna), specializzata nella produzione di funghi bio ha poi aggiunto: “Se è vero che da un lato vogliamo un’innovazione che permetta la sperimentazione delle TEA, il risparmio idrico e l’evoluzione della chimica verde, allo stesso tempo dobbiamo riflettere sui rischi che un'esasperata ricerca sull’innovazione potrebbe portare, considerata soprattutto la deriva ambientalista che si sta visualizzando in questi ultimi tempi in Europa”.
Borghi insiste sul fatto che se vogliamo rilanciare il tema dell’innovazione dell’agricoltura, dobbiamo anche valutare il rischio di una radicalizzazione della filiera alimentare verso il basso, ad esempio con i cibi processati.

Quanto vogliamo disgiungere la natura del cibo dal suo aspetto naturalistico?” è la domanda che ha posto Borghi alla platea del campus. “Se è vero che i popoli sono lo specchio del cibo che producono – ha continuato - allora penso ad un’innovazione agricola sempre più sostenibile per evitare l’asfissia radicale delle piante, il danneggiamento delle colture e il dissesto idrogeologico. Ma intendo un’innovazione che rimanga in mano a chi il territorio lo conosce già da tempo e non confinata nei laboratori”.

Ha poi concluso dicendo: “Se i territori non tornano in mano ai produttori, rischiamo che vengano abbandonati diventando veri e propri deserti, senza tracce produttive e di turismo. Quindi, sì all’innovazione e alla sperimentazione TEA, a patto che non sia nociva per il nostro know-how: il rischio troppo grande è quello di perdere le nostre origini”.

Il convegno, che si è svolto nell’Aula Magna “Carmen Tura” del Campus universitario di Cesena, ha visto la partecipazione di ricercatori, politici, rappresentanti istituzionali e del settore privato per approfondire e valorizzare il ruolo chiave dell’Italia nel campo dell’alimentazione. Questa seconda giornata, dopo quella di Napoli, lo scorso 27 maggio, rientra nelle tre giornate che il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha deciso di coordinare per approfondire il tema della sicurezza alimentare in termini non solo quantitativi ma qualitativi.

Sono intervenuti, tra gli altri, Anna Maria Bernini (ministro dell’università e della ricerca), Antonio Tajani (ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale), Adolfo Urso (ministro delle imprese e del made in Italy), Mirco Carloni (presidente XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati), Luca De Carlo (presidente IX commissione permanente industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato della Repubblica), Galeazzo Bignami (vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti) e Francesco Lollobrigida (ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste).