Dalla distribuzione
Uva in Gdo, aumentano referenze e promozioni: fino a 18 proposte con il 39% di varietà apirene
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A settembre l’uva torna protagonista nel reparto ortofrutta, nel pieno della sua stagionalità e come simbolo dell’arrivo dell’autunno. Le analisi di Italiafruit News hanno esaminato le referenze presenti in sei insegne della Gdo di Parma, mettendo a confronto i dati di settembre 2024 e 2025.
Dallo studio emerge un aumento del numero medio di referenze trattate rispetto all’anno precedente, accompagnato da una quota di promozioni senza eguali nel reparto ortofrutta: un segnale chiaro dell’importanza dell’uva per attrarre e fidelizzare i clienti. Nonostante l’intensa attività promozionale, i prezzi medi risultano abbastanza alti e superiori a quelli del 2024.
Le varietà apirene si confermano ormai un segmento a sé, sempre presenti ma ancora con una quota inferiore rispetto alle uve con semi. Tra le tipologie prevalgono le uve bianche, mentre sul fronte delle confezioni domina sempre di più la vaschetta di plastica.
Di questi aspetti – e di molte altre sfide – si parlerà nella diretta IFN di giovedì 25 settembre ore 12.00 sui nostri canali social. Il dibattito sarà animato da protagonisti di riferimento della produzione come Alessandro Barbera, titolare e general manager del gruppo Barbera e Leonardo Odorizzi, Responsabile commerciale LGBI e Presidente Consorzio Pesca di Verona Igp. Per il sistema distributivo saranno affiancati da Giancarlo Amitrano, Responsabile acquisti ortofrutta e ittico CEDIGROS e Fabio Ferrari, Responsabile Frutta e Import di Coop Italia.
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A settembre si vende un terzo di tutta l’uva di un anno e le numeriche confermano l’importanza del periodo: 10 referenze medie per negozio nel 2024 che diventano 13 nel 2025 (Famila analizzato solo nel 2025). Il picco lo raggiunge Coop con 18 proposte nel 2025, in crescita di 3 dal 2024. Pam e Lidl rimangono su un’offerta più snella (7 e 9 referenze), mentre nelle altre insegne si va dalle 11 alle 16. L’aumento delle referenze avviene in 4 negozi su 6 dal 2024.
Sorprende la quota di prodotti in promozione: 27% nel 2024 e 29% nel 2025, una fetta importante e superiore a tutte le altre categorie in piena stagione analizzate negli ultimi mesi.

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Tra le tipologie, prevalgono le varietà a buccia bianca, che rappresentano il 65% delle referenze complessive nel 2025. Seguono l’uva rossa (20%), mentre chiudono l’uva nera (7%) e i mix di diversi colori (8%). In alcune insegne, però, l’uva rossa ha una discreta presenza, con 3-4 referenze come accade in Coop, Pam ed Esselunga. L’uva nera, invece, non è sempre presente, a differenza dei mix, che possono essere proposti anche in due varianti anche se leggermente in calo rispetto al 2024.

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Lo spazio espositivo resta ampio e tra i più rilevanti tra le categorie stagionali, pur registrando una lieve flessione nella media rispetto al 2025. Spicca Esselunga, che non solo mantiene il livello più alto, ma è anche l’unica insegna in crescita. Coop e Pam, così come Conad e Lidl, continuano a dedicare una quota significativa, seppur in leggero calo rispetto al 2024.

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Anche lo spazio medio per referenza è in calo rispetto al 2024, effetto di un aumento complessivo delle referenze per punto vendita unito a una lieve riduzione dello spazio espositivo. Nell’uva, come in altre categorie, emerge così la criticità di un assortimento sempre più profondo che si scontra con superfici espositive difficili da ampliare nel breve periodo. Ne risulta una maggiore densità espositiva, che, se non supportata da una corretta segmentazione e da un’esposizione ordinata, rischia di generare confusione durante l’acquisto.

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Tra le confezioni, nel 2025 si afferma sempre più la vaschetta in plastica, che raggiunge il 64% delle referenze complessive. Segue lo sfuso, con una quota limitata (23%) e in calo rispetto al 2024, mentre chiudono le vendite a collo e le vaschette in cartone con quote minime. La natura botanica dell’uva, frutto a bacca particolarmente delicato, favorisce infatti la proposta di prodotti confezionati per ridurre le manipolazioni da parte sia degli operatori sia dei clienti e contenere gli sfridi.
Questa forte predominanza del confezionato (77%) favorisce una segmentazione più chiara per marchi e linee di prodotto, ma negli assortimenti analizzati ciò si traduce in risultati limitati. Nel 2025, infatti, il 61% delle referenze non riporta alcun marchio, mentre la marca del distributore copre quasi un quarto delle proposte (24%) e i brand dei fornitori si fermano appena al 15%.

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L’analisi dei prezzi medi evidenzia un incremento di quasi 1 euro al chilo sul totale dei prodotti rilevati. Nel 2025 la media sfiora i 4 €/kg, trainata dal picco di due referenze biologiche tra gli 8 e 9 euro al chilo: una a marchio del fornitore per l’uva con semi e una a marchio del distributore per le varietà senza semi. Nel 2024, invece, i prezzi più elevati riguardavano le referenze Mdd premium. (bf)

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