Meloni e angurie, un mercato in equilibrio

Prezzi sostenuti e domanda stabile per l'azienda reggiana La Palazzina

Meloni e angurie, un mercato in equilibrio
Fino ad oggi il mercato di meloni e angurie è stato altalenante, fortemente influenzato dall’andamento climatico non troppo positivo e con prezzi più bassi del previsto. Ma ci sono anche produttori che si ritengono soddisfatti della campagna, come Marco Guarienti, titolare dell’azienda agricola La Palazzina di Gualtieri (Reggio Emilia).



Situata su un terreno alluvionale unico, in simbiosi con il fiume Po che da sempre rende la terra fertile, La Palazzina si estende su un totale di 80 ettari, per lo più in serra. Di questi 40 sono dedicati alla produzione di meloni retati e lisci, 15 ettari alle angurie e alle mini angurie e 25 ettari alle zucche.


La Palazzina, meloni lisci varietà Honey Moon

“La produzione media per i meloni si aggira sui 300 quintali per ettaro – dice il produttore – mentre per le angurie, sia tradizionali che mini angurie, arriviamo a 600 quintali per ettaro. Non abbiamo avuto particolari problemi produttivi e i frutti hanno raggiunto una buona qualità: arriviamo a 14 gradi Brix per i meloni e a 13,5 gradi Brix per le angurie”.
E aggiunge: “Possiamo dirci abbastanza soddisfatti dell’andamento del mercato e ad oggi non abbiamo avuto difficoltà a collocare il prodotto perché la domanda non è mancata. Anche i prezzi sono sostenuti, per quanto più bassi rispetto alle quotazioni dello scorso anno: vendiamo i meloni a 1,90-2,00 euro al chilogrammo e le angurie arrivano a 85 centesimi al chilo”.


Una mini anguria prodotta da La Palazzina con la marchiatura sulla buccia

L’azienda commercializza i suoi prodotti tramite la Op mantovana Sermide Ortofruit, che li distribuisce nei principali mercati all’ingrosso italiani.
“I nostri frutti sono pronti ad arrivare in 24 ore sulle tavole dei consumatori, mantenendo intatta tutta la loro freschezza – commenta Guarienti – il confezionamento è interno alla nostra azienda e prestiamo molta attenzione ai dettagli: ogni frutto viene inceralaccato e contraddistinto con la ‘moneta d’oro’ tipica del nostro marchio”.


Alcune serre che compongono l'azienda

A livello di manodopera, l’azienda non ha avuto particolari complicazioni derivate dall'epidemia. “All’inizio mancava qualche persona ma poi abbiamo risolto trovando tutto il personale di cui necessitavamo – conclude il titolare – e ora siamo pronti a terminare le raccolte: a fine agosto per le angurie e a metà ottobre per i meloni”. 

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