Dal campo
Difesa fitosanitaria, dalla ricerca soluzioni sostenibili per il campo
Dalle aziende emiliano-romagnole esempi concreti per un’agricoltura più green

Sviluppare soluzioni fitosanitarie innovative, efficaci e sostenibili, basate su sostanze naturali e nuove tecnologie di formulazione: è questo l’obiettivo del progetto OCM DIFESA coordinato dal centro di ricerca Ri.Nova.
Avviato nell’autunno del 2023 e destinato a concludersi alla fine del 2025, il progetto ha contribuito in modo significativo alla definizione e validazione di prodotti fitosanitari a basso impatto ambientale per la gestione di alcune importanti avversità del comparto ortofrutticolo regionale, rispondendo agli obiettivi fissati dalle politiche europee del Green Deal e della strategia Farm to Fork, che prevedono la riduzione del 50% dell’uso dei fitofarmaci di sintesi entro il 2030.
Il programma coinvolge le principali realtà agricole del territorio: Aop Vi.Va, Aop Finaf, Aop Italia, Aop Romandiola, Agribologna, Apofruit, Granfrutta Zani, Op Minguzzi, Orogel e Terremerse, ed è articolato in tre fasi operative. La prima ha riguardato la selezione di prodotti e tecnologie innovative attraverso la costituzione di gruppi di lavoro tecnici e la raccolta di materiale bibliografico utile all’attività di sperimentazione e lo sviluppo e implementazione di una piattaforma informatizzata “Repository difesa”. Successivamente, si è passati alla fase di sperimentazione, con prove in pieno campo e semicampo, condotte su oltre venti patogeni e fitofagi delle principali colture ortofrutticole. Infine, sulla base dei risultati ottenuti, sono state sviluppate strategie di difesa integrata e sostenibile con l’obiettivo di offrire alle aziende agricole soluzioni concrete, efficaci ed economicamente accessibili.

“Nel corso del 2024 sono state realizzate 21 prove sperimentali, di cui 10 su colture frutticole e 11 su orticole”, spiega Maria Grazia Tommasini di Ri.Nova, responsabile organizzativo e scientifico del progetto. “Tra i risultati più significativi si segnala la sperimentazione sull’albicocco, dove si è lavorato per identificare i prodotti, sia di sintesi sia biologici, più efficaci nel contenimento del nerume (Cladosporium carpophilum). In generale, i primi sintomi sono stati osservati a fine giugno, con un’elevata incidenza nei testimoni, pari a circa il 50% dei frutti colpiti. Alcuni dei formulati utilizzati hanno mostrato un’ottima efficacia rispetto al testimone non trattato, con differenze statisticamente rilevanti. In particolare, tra i prodotti biologici, solo Thiopron a dosaggio elevato (10 litri per ettaro) ha raggiunto risultati paragonabili allo standard chimico di riferimento (Bellis Drupacee), mentre Karma, Thiopron a basso dosaggio e Microthiol Disperss hanno mostrato efficacia inferiore. Questo risultato ha permesso di individuare una soluzione adatta sia per le aziende in agricoltura integrata sia per quelle che operano in biologico”.
Una seconda prova, condotta sul pero, ha evidenziato che l’uso di geomateriali come caolino, zeolite e talco può ridurre significativamente l’ovideposizione della psilla del pero in prima generazione. Questi trattamenti, applicati all’inizio della primavera, potrebbero contribuire a mantenere sotto controllo la popolazione del fitofago, con il vantaggio di ridurre l’impiego successivo di insetticidi ad alto impatto ambientale.
“Per quanto riguarda le colture orticole – continua Tommasini – una delle colture a cui è stata dedicata attenzione è il pomodoro, ad esempio per trovare soluzioni utili a contrastare una delle malattie chiave di questa coltura, la batteriosi causata da Pseudomonas syringae pv. tomato. La prova di pieno condotta su pomodoro da industria ha mostrato una buona efficacia di HELIOCUIVRE, paragonabile allo standard di riferimento BION. Interessanti anche i risultati ottenuti dalle applicazioni per via radicale di induttori di resistenza come SERENADE ASO, AMBITION AKTIVATOR e TAEGRO, che si configurano come valide alternative in una strategia integrata, soprattutto in previsione della revoca del BION”.

A supporto delle attività è stata inoltre sviluppata la piattaforma digitale “Repository Difesa” accessibile dal sito di Ri.Nova che sarà aperta alla consultazione degli utenti (Tecnici delle AOP/OP coinvolte nel progetto) entro la fine del 2025, uno strumento che raccoglie, aggiorna e rende disponibili materiali bibliografici (tra cui articoli tecnico-scientifici, siti utili, progetti, risultati di prove sperimentali), inerenti la difesa delle colture, facilitando la condivisione delle conoscenze tra tecnici, agricoltori e operatori del settore.
Il progetto OCM DIFESA rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione tra enti di ricerca, organizzazioni di produttori e aziende possa contribuire in modo determinante alla transizione verso un’agricoltura più sostenibile, riducendo l’impatto ambientale e garantendo, al tempo stesso, la produttività e la competitività delle colture ortofrutticole italiane.
L’iniziativa rientra nell'ambito del progetto di ricerca finanziato dal Reg UE 2021/2115, art. 50, "Sviluppo e valutazione dell'efficacia di prodotti e organismi di nuova distribuzione e a basso impatto idonei al contenimento delle principali avversità delle colture ortofrutticole".
L’OCM ortofrutta, ovvero Organizzazione Comune dei Mercati nel settore ortofrutticolo, è un regime di aiuti dell'Unione Europea che mira a sostenere le Organizzazioni di Produttori nel settore ortofrutticolo. (aa)
Fonte: Ufficio stampa Ri.nova
