Attualità
Fare la spesa? Ora ci pensano gli “schemi” virali sui social
Nuove formule digitali migliorano l’organizzazione del carrello e il risparmio

Il metodo (da) 6-a-1, il 5-4-3-2-1 e il metodo 5x3. No, non si tratta di schemi sportivi, né di formule matematiche: le sequenze di numeri che rimbalzano tra TikTok, Instagram e YouTube sono strategie per fare la spesa in modo più consapevole. Un paradosso solo apparente, perché proprio dai social, diventati per gli under 30 un canale informativo sempre più rilevante (secondo il 20° Rapporto Censis, nel 2024 il 29,7% dei giovani ha dichiarato di utilizzare TikTok come fonte di informazione), arrivano alcune delle proposte più strutturate per gestire il carrello.
Quante volte ci è capitato di andare a fare la spesa, decisi a comprare solo l’essenziale, e poi tornare a casa con il carrello pieno di prodotti futili? Patatine, dolci o quell’acquisto impulsivo solo perché il packaging era irresistibile… succede a tutti. Ed è qui che è esploso il metodo (da) 6-a-1, ideato dallo chef newyorkese Will Coleman, oggi una vera star della spesa “organizzata”. La regola è semplice e ha conquistato milioni di utenti: sei verdure, cinque frutti, quattro proteine (a libera scelta tra proteine di origine animale e proteine di origine vegetale), tre carboidrati (a scelta tra pane, pasta, riso, patate, ecc.), due salse o creme spalmabili e un solo sfizio. Coleman lo applica in modo rigoroso nei suoi video, mostrando come riempire il carrello spendendo meno di 100 dollari e cucinando per quasi una settimana senza sprechi. Il successo è tale che negli Stati Uniti è appena uscito anche un libro dedicato al metodo: “From Cart to Kitchen. 60 recipes and ten grocery lists” (“Dal Carrello alla Cucina. 60 ricette e dieci liste della spesa”).

Il modello funziona perché è concreto: lo chef ci dimostra che è possibile mangiare meglio spendendo meno. Interessante, no? Soprattutto negli USA, dove l’obesità colpisce il 40,3% degli adulti secondo un rapporto del CDC. Ma anche l’Italia non è esente da dinamiche preoccupanti: tra il 2003 e il 2023 l’obesità è cresciuta del 38% (dati Ansa).
Accanto a quella del (da) 6-a-1 si è diffusa anche una seconda formula, il metodo 5-4-3-2-1, una sorta di versione “leggera” dell’originale. Il concetto non cambia: cinque verdure, quattro frutti, tre proteine, due carboidrati e uno sfizio. Il risultato è la semplificazione della lista e l’eliminazione delle salse, per un approccio ancora più essenziale.
Meno conosciuto ma comunque presente nelle discussioni online è il metodo 5×3, che non ha una definizione univoca. Le interpretazioni, infatti, variano:
- c’è chi propone 3 alimenti per ciascuna delle 5 categorie principali (frutta, verdura, proteine, carboidrati, grassi);
- chi struttura la settimana scegliendo 3 prodotti chiave per ognuno dei 5 momenti alimentari (colazione, pranzo, cena, merende, scorte);
- chi parte da 3 ingredienti versatili sui quali costruire 5 piatti diversi.
Diverso il metodo, stessa filosofia: dare un perimetro agli acquisti per evitare dispersioni, sprechi e tentazioni impulsive. Perché, al di là dei numeri, ciò che emerge è una consapevolezza crescente: la spesa richiede organizzazione, soprattutto in un contesto come quello italiano del 2025, dove il carrello continua a pesare. Secondo le stime di Italia Informa, il costo degli alimentari e delle bevande analcoliche a ottobre 2025 è cresciuto del 2,5%, rappresentando un aggravio di oltre 200 euro l’anno per una famiglia con due figli. I metodi numerici della spesa, quindi, non sono solo una moda social: sono un tentativo di rispondere a esigenze reali.
In fondo, qualunque sia la matematica, la lezione resta la stessa: un carrello ordinato è il primo passo per risparmiare, mangiare meglio e affrontare la spesa con meno stress. (lg)



















