«Fornitori locali e Gdo, partnership da rafforzare»

Tavola rotonda nel reggiano su come valorizzare l'ortofrutta del territorio

«Fornitori locali e Gdo, partnership da rafforzare»
Porre le basi per un partenariato tra produzione e distribuzione che consenta di arrivare a un nuovo metodo di vendita in grado di restituire redditività al settore: questo ha cercato di fare la tavola rotonda "L'unione fa la forza - la collaborazione strategica fra Gdo e fornitori: valorizzazione del territorio e percorsi di qualità nel comparto ortofrutta" tenutasi ieri pomeriggio a Gattatico (Reggio Emilia) su iniziativa di Sal Frutta e Zone vocate alla presenza di rappresentanti di Coop Italia (Germano Fabiani), Coop consumatori Nord Est (Nadia Caraffi) e, per la parte produttiva, del presidente dell'Associazione produttori anguria reggiana Ivan Bartoli, del coordinatore del Comitato interprofessionale melone (nonché leader di Agricola Don Camillo) Ettore Cagna e infine di due giovani agricoltori che hanno presentato la loro esperienza imprenditoriale, Daniele e Giulia Anceschi di Zone Vocate.

"Bisogna cambiare il modo di presentare e rappresentare frutta e verdura nei punti vendita informando e guidando il consumatore", ha sottolineato Patrizia Manghi di Sal Frutta (nella foto di apertura). "Abbiamo sperimentato che la presenza di personale qualificato nelle strutture commerciali affascina i clienti e li spinge ad acquistare e pagare di più. Certo, serve coraggio, la Gd dovrebbe essere disposta, se non a investire, almeno a ospitare nelle proprie aree di vendita personale ad hoc proposto dai fornitori".

Nel suo intervento Germano Fabiani ha spiegato che la crisi economica offre opportunità ai prodotti locali, percepiti come più buoni, sicuri e convenienti: "25 anni fa c'è stata l'esplosione dei prodotti ad alto contenuto di servizio e gradualmente si è sviluppata una crescente attenzione per l'alimentaziona salutistica che ha "spinto" le marche private; successivamente si sono ampliati gli orizzonti culturali ed è stato il momento dell'equo e solidale; con la crisi del 2008 i consumatori hanno ripensato i modelli di riferimento e tornano ad attribuire grande valenza, a torto o a ragione, al prodotto locale".


L'intervento di Ettore Cagna. Al tavolo, da sinistra Manghi, Caraffi e Bartoli

Nadia Caraffi ha parlato del progetto territori.Coop e dell'attenzione rivolta a fornitori e clienti, con promozioni e iniziative in store dedicate alle referenze locali nell'ottica di raccontare le economie del territorio attraverso i prodotti.

Bartoli ha successivamente posto l'accento sull'anguria reggiana per la quale è stata fatta domanda di Igp; attraverso un marchio collettivo certificato (da Check Fruit) sta iniziando in questi giorni, per la prima volta, una commercializzazione "brandizzata" che coinvolgerà inizialmente i mercati ortofrutticoli locali. Una ventina i soci che fanno capo all'Associazione produttori Anguria Reggiana e 350 gli ettari di riferimento ma l'area in cui si produrrà a marchio è estesa su una settantina di ettari. Il potenziale è di circa 35 mila quintali. "Produciamo prevalentemente in serra e il grosso del raccolto è precoce, viene  immesso sul mercato a partire da inizio giugno, fatto che ci consente di spuntare quotazioni sufficienti in un contesto  difficile", ha spiegato Bartoli. 
Il percorso di valorizzazione di questo prodotto tipico della Bassa pianura è iniziato nel 2006 da un nutrito gruppo di agricoltori specializzati  che hanno trovato il sostegno della Provincia di Reggio Emilia e si sono raggruppati in associazione (appunto l'Apar)  nel 2009.

Successivamente Ettore Cagna ha fatto il punto sulla coltivazione del melone sottolineando la necessità di fare sistema per rilanciare un frutto che registra produzione nazionale e consumi in calo "nonostante possa essere consumato 12-14 ore al giorno". "Nel reggiano anche il melone, oltre all'anguria, vanta un'ottima qualità - ha commentato Cagna - Agricola Don Camillo li coltiva su circa 130 ettari, in questa provincia".



Infine i giovanissimi Daniele e Giulia Anceschi (foto sopra), cugini, hanno presentato la loro "fresca" case history: azienda agricola Zone Vocate nasce nel 2009 quando i due, non ancora ventenni, decidono di specializzarsi nella produzione di cocomeri, meloni, susine zucchelle e pere nobili. Lavorano su 23 ettari, seguendo il metodo della lotta integrata e nel loro sito internet, oltre che sui social network, offrono suggestivi spaccati del ciclo vegetativo della frutta e verdura curata in azienda.

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