Fruit Logistica 2023: andante ma non troppo

Siamo tornati da Berlino con tanti dubbi e poche certezze

Fruit Logistica 2023: andante ma non troppo

 “Secondo te come sta andando?” e ancora, ”Come ti sembra quest’anno?”: a Fruit Logistica 2023 sono arrivati prima del semplice “Come stai?” Sarà che il Covid è oramai dimenticato, ma man mano che proseguivo negli incontri, emergeva con chiarezza che il sentir comune del momento – o sentiment come si dice oggi – era la ricerca quasi compulsiva di un raggio di luce che illuminasse i padiglioni sulle tendenze future, dopo un gennaio dalle tinte fosche un po’ per tutti. Consumi a rilento che abbattono le quotazioni della merce o carenza di prodotto che le alza oltre il punto di non acquisto. La causa è diversa ma la musica è la stessa, per cui fra gli operatori non serpeggiava certo quella strana euforia provata a Madrid in autunno.
Le conferme della riduzione degli espositori rispetto agli anni d’oro di Fruit Logistica sono venute più da alcuni “buchi” coperti con aree ad uso comune che da una fiera apparsa in oggettiva sofferenza. Ovunque si è lavorato freneticamente per tre giorni, per la verità anche con qualche innovazione degna di nota, di cui vi diamo conto nella newsletter di oggi.

Per rimanere in tema musicale, se Fruit Logistica 2023 fosse un brano, “andante ma non troppo” calzerebbe a pennello come titolo. Per la maggior parte degli operatori, infatti, Berlino è “un appuntamento ogni trenta minuti”, per lo più con clienti esistenti con cui programmare il futuro e, nel poco tempo che resta libero, per saggiare qualche nuovo contatto. I più mi hanno detto che la parte degli incontri ha funzionato; quella che è mancata - e che costituisce a mio avviso il senso più profondo da cogliere in una fiera - è la percezione dello stato di salute del settore, la sua vitalità, le sue potenzialità e gli indirizzi di sviluppo da seguire.
Anche alla fine della manifestazione, all’imbarco per ritornare in Italia, il senso di smarrimento e preoccupazione su quale sarà il punto di caduta di questo periodo di difficoltà era palpabile fra i connazionali in attesa di salire in aereo. La fiera su questo non è stata di grande aiuto. Se non si possono aumentare le quantità consumate per non toccare i prezzi salvando i bilanci e, parimenti, non si possono nemmeno aumentare i prezzi a parità di servizio - o almeno così dicono i distributori - cosa si può fare? Per un settore che usa come formato di vendita prevalente da quasi mezzo secolo il 40x60 capisco la difficoltà di vedere un pertugio provando a cambiare curva dell’esperienza, magari quel “meno ma meglio” di cui scrivevo qualche giorno fa. La gita a Berlino di quest’anno, però, ha insegnato a tutti noi che si può far finta di ridurre i prezzi ma in realtà aumentarli e, quando si è davvero bravi, riducendo al contempo pure i servizi. Se non avete capito a cosa mi riferisco aspettate domani; proverò a raccontarvelo.

Foto in apertura: Copyright: Messe Berlin GmbH