Dal campo
Frutta e verdura contro le microplastiche: gli antociani alleati della salute
Gli antiossidanti presenti in frutti e ortaggi proteggono il nostro organismo

Le microplastiche sono ovunque. Le troviamo nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo, nel cibo che mangiamo. E sì, anche nel nostro corpo. Secondo le stime delle Nazioni Unite, nei mari si contano 51 mila miliardi di particelle di microplastica, una quantità impressionante. Ma la vera notizia oggi è un’altra: tra le possibili contromisure a questa invasione invisibile, potrebbe esserci proprio ciò che mettiamo nel piatto — più precisamente frutta e verdura ricche di antociani.
Gli antociani sono composti antiossidanti responsabili dei colori vivaci di molti frutti e ortaggi: li troviamo nei mirtilli, nelle ciliegie, nell’uva nera, ma anche nella frutta secca, come le noci, e in verdure, come cavolo rosso, melanzane e radicchio. Ora, una nuova revisione della letteratura scientifica suggerisce che proprio questi composti naturali possano contribuire a contrastare gli effetti dannosi delle microplastiche, in particolare a livello del sistema riproduttivo.

Le microplastiche, che hanno dimensioni inferiori ai 5 millimetri — e nel caso delle nanoplastiche persino inferiori ai 100 nanometri — sono in grado di attraversare le barriere protettive del nostro organismo, come la barriera emato-encefalica o quella placentare. I loro effetti? Una lunga lista di conseguenze preoccupanti: riduzione della fertilità, alterazione degli ormoni sessuali, danni ai tessuti ovarici e testicolari, e una possibile connessione con malattie neurodegenerative e cardiovascolari. Ed è qui che entra in gioco l’ortofrutta. Gli antociani, secondo quanto emerso dagli studi, potrebbero aiutare a proteggere gli organi riproduttivi, contrastando lo stress ossidativo causato dalle microplastiche.

In particolare, alcuni alimenti noti per il loro contenuto in antociani — come mirtilli, more, ciliegie, melagrane, uva rossa, cavolo rosso, cipolla rossa e noci — si candidano come veri e propri “nutraceutici” naturali, capaci di offrire una barriera protettiva contro l’inquinamento plastico a cui oggi siamo tutti esposti.
Naturalmente è ancora presto per parlare di “cura”, ma la direzione è chiara: mangiare più frutta e verdura non è solo una buona abitudine alimentare, ma anche un gesto di difesa attiva contro i rischi del mondo moderno. In attesa di soluzioni strutturali al problema delle micro plastiche, la risposta — almeno in parte — potrebbe essere nei nostri campi, nei nostri orti, nelle nostre tavole.
