Genetica evoluta e filiera integrata: il modello Harmoniz per l’orticoltura del futuro

Dal seme al consumatore: costruire valore reale lungo la supply chain orticola

Genetica evoluta e filiera integrata: il modello Harmoniz per l’orticoltura del futuro

La genetica riveste oggi un ruolo cruciale nella costruzione di filiere orticole efficienti e orientate al consumatore: incide sul margine produttivo, sull’efficienza logistica, sulla continuità dell’offerta e, soprattutto, sulla qualità percepita e la fidelizzazione all’acquisto. Da questa consapevolezza nasce l’approccio di Harmoniz, azienda “giovane” nella forma – fondata nel 2022 – ma solida nei risultati, capace di coniugare know-how consolidato e visione strategica in un’identità distintiva nel panorama sementiero internazionale.

“In Harmoniz sappiamo che ogni seme che sviluppiamo diventerà cibo. Vogliamo offrire ai consumatori di tutto il mondo un’esperienza di superiore, riconoscibile e costante tutto l’anno”, afferma Saro Tumino, General Manager di Harmoniz Italia.
“In un contesto produttivo e distributivo frammentato” – prosegue Tumino – “dove qualità percepita e continuità dell’offerta giocano un ruolo sempre più centrale, la disponibilità di genetiche performanti è necessaria, ma non sufficiente. Servono modelli produttivo-distributivi affidabili e trasparenti, basati su collaborazioni di lungo periodo, che mettano in relazione chi produce, chi distribuisce e chi consuma, a partire da valori e obiettivi condivisi.” 

Saro Tumino, General Manager di Harmoniz Italia

In questa logica, Harmoniz si propone non solo come sviluppatore di varietà d’eccellenza, ma come facilitatore di filiera, capace di generare sinergie, abilitare modelli sostenibili e trasformare la genetica in un vero elemento di differenziazione lungo tutta la catena agroalimentare.

Un processo che parte dal consumo e restituisce competitività alla produzione
L’obiettivo di Harmoniz è stimolare una domanda crescente di cibo sano, gustoso e di alta qualità, attraverso varietà che garantiscano affidabilità agronomica, differenziazione e continuità a scaffale, oltre a riconoscibilità al consumo. 
“Per sviluppare soluzioni genetiche capaci di generare valore lungo tutta la filiera, è essenziale che la ricerca parta da una comprensione approfondita delle abitudini di acquisto e delle aspettative del consumatore. Solo incrociando questi elementi con l’analisi delle lacune dell’offerta e delle esigenze produttive si possono individuare margini di sviluppo concreti e rispondere in modo mirato ai bisogni della filiera.”

Validazione multi-locale e adattabilità varietale: una leva per la continuità 
Questo approccio si traduce in un modello R&D multi-locale e integrato, alimentato da una cultura aziendale fondata su competenza, agilità, creatività ed eccellenza.
Le nuove varietà vengono sviluppate e validate in condizioni produttive eterogenee: dalle serre passive alle strutture high-tech, dalla Sicilia al Canada, passando per Spagna, Messico e Nord Europa. Ogni area fornisce insight utili per garantire massima adattabilità e coerenza qualitativa.
“Se da un lato i produttori cercano varietà distintive – e redditizie – per restare competitivi, dall’altro è evidente la necessità di superare la stagionalità limitata dell’eccellenza” – sottolinea Tumino. “Diventa quindi essenziale sviluppare varietà in grado di offrire qualità costante e caratteristiche stabili, coltivabili in più cicli e adatte a diverse condizioni agronomiche.”

Per chi produce, significa poter contare su materiali affidabili, resilienti e performanti, Per chi distribuisce, disporre di un prodotto riconoscibile, duraturo e costante nell’arco dell’anno, semplifica la pianificazione e rafforza il posizionamento a scaffale. Per il consumatore, si traduce in un’esperienza più appagante, grazie a una qualità percepita che si mantiene stabile nel tempo. Lo stesso approccio integrato viene applicato anche nella gestione dei fattori critici, come la resistenza al virus ToBRFV. Un programma di inoculazione controllata (PVIS), attivo su ceppi locali in Israele, Messico, Italia e Canada, e replicato su più cicli colturali, consente di verificare l’efficacia delle varietà in condizioni reali di alta pressione virale. Il risultato è una maggiore sicurezza per i produttori, continuità di fornitura per la distribuzione e maggiore affidabilità sul piano commerciale.

Territorio, prossimità, sinergia: la forza del modello italiano
In Italia, questo modello trova applicazione concreta in diversi areali a forte vocazione orticola: dalla presenza consolidata in Sicilia e nell’Agro Pontino, fino alle coltivazioni ad alta tecnologia del Centro-Nord. Le attività spaziano dallo sviluppo localizzato dei parentali alla validazione agronomica di varietà commerciali e pre-commerciali, testate in condizioni colturali eterogenee. 

“Anche in Italia, l’obiettivo resta lo stesso: sviluppare varietà scelte dai produttori per la loro redditività e affidabilità in campo, e apprezzate dai consumatori per gusto e qualità del prodotto fresco” – spiega Tumino. “La presenza costante sul territorio, il dialogo diretto con i principali attori della filiera e il lavoro sinergico del nostro team tecnico con i produttori rappresentano i pilastri della nostra strategia commerciale.”