Attualità
Junk food: il problema è culturale, non economico
Studio Usa: le persone con minor disponibilità economica scelgono di rinunciare a frutta e verdura
Il principale motivo per cui le persone con reddito basso mangiano peggio di chi ha maggiori disponibilità non è economico, ma culturale: lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista del National Bureau of Economic Research, un’organizzazione privata che si occupa di studi economici. Lo ha realizzato un gruppo di economisti della New York University, dell’università di Stanford e di quella di Chicago, nel Paese, gli Stati Uniti d’America, in cui il junk food è più diffuso e dove nei quartieri meno agiati c’è minore disponibilità di alimenti salutari, perché mancano i supermercati che li vendono e sono diffusi soprattutto minimarket che offrono cibi pronti e “cibo spazzatura”. In realtà - dice la ricerca basata su dati Nielsen relativi agli acquisti di prodotti alimentari negli Usa - non è un problema di disponibilità, ma di scelta: i meno ricchi preferiscono acquistare e mangiare prodotti meno salutari.
I numeri parlano chiaro: le famiglie americane a basso reddito spendono l’87% del denaro che usano per il cibo nei grandi supermercati, mentre le famiglie più ricche il 91%. Una differenza percentuale esigua. Insomma, chi ha meno soldi non fa la spesa solo nei minimarket privi di banchi ortofrutta e pane integrale: acquista dove ci sono cibi salutari, ma ne compra meno. Il principale fattore che porta ad acquistare alimenti meno salutari è quello delle preferenze personali: le abitudini di acquisto e consumo delle famiglie non cambiano quando hanno a disposizione un supermercato con prodotti più “sani”. Per questo lo studio giunge alla conclusione che le famiglie a basso reddito comprano in proporzione maggiore cibi pronti e “cibo spazzatura” per la loro educazione alimentare, per ciò che sono abituati ad acquistare.
Lo studio - che fa riferimento al periodo 2004-2015 e riguarda circa 39mila famiglie per il 2004-2006 e circa 61mila famiglie per il lasso di tempo successivo - ribadisce che le famiglie con un reddito più alto acquistano e consumano cibo più salutare, in media, in particolare più frutta, verdura e alimenti ricchi di fibre e proteine; acquistano in misura minore alimenti ricchi di grassi saturi e zucchero, che fanno meno bene. E tra il 2004 e il 2015 la differenza tra la qualità degli alimenti acquistati dalle famiglie più ricche e quella dei prodotti comprati dalle famiglie più povere è aumentata.
Un altro studio realizzato lo scorso anno ha evidenziato che quando le famiglie a basso reddito hanno maggiore disponibilità di denaro non lo usano per acquistare cibi più salutari che solitamente non si possono permettere, ma semplicemente per comprare più cibo di scarsa qualità.



















