Patata di Bologna, al via il Consorzio di tutela

Il presidente Zambon: dialogo con i buyer per consacrare la Primura. Nuovo logo

Patata di Bologna, al via il Consorzio di tutela
Il Consorzio della patata di Bologna Dop diventa Consorzio di tutela per rappresentare e valorizzare sempre meglio uno dei tesori del territorio: l'annuncio è stato dato ieri in una conferenza stampa che si è svolta a Castenaso di Bologna, nella sede della realtà consortile. Il presidente Alberto Zambon (nella foto) ha sottolineato che si tratta del coronamento di un “percorso durato quasi 16 anni che, dopo l’ottenimento della Dop nel 2012, vede ora la nascita del Consorzio di tutela patata di Bologna Dop”.  Protagonista assoluta la varietà Primura, l'unica contemplata dal disciplinare.  

Zambon ha nell'occasione fornito i dati inerenti le patate Made in Italy: 50mila ettari coltivati, il 10-11% dei quali in Emilia Romagna ossia 5.400-5.500 ettari, di cui 2.100-2.150 nel bolognese; di questi, 350 ettari sono certificati a Dop. A livello di volumi, sono circa 1,4-1,5 di milioni le tonnellate prodotte a livello nazionale, con l'Emilia Romagna che ne vale 210-215mila e la provincia di Bologna attestata a 75mila tonnellate; certificate con la Dop sono 11mila tonnellate circa, ma solo 6mila vengono vendute mentre le altre 5mila vengono declassate e vendute come convenzionale. 


Un momento della conferenza stampa

"L'ambizione è riuscire a vendere tutto il prodotto confezionato coinvolgendo sempre più la filiera per iniziare a lavorare su promozione e comunicazione", ha spiegato Zambon. "L'obiettivo è anche quello di dialogare con i buyer per far capire il valore di un prodotto Dop, garantito, che rappresenta una varietà unica e riconoscibile e che in cucina si distingue nettamente da altre proposte". Il differenziale di prezzo tra Dop e non Dop peraltro è contenuto: 5-6 centesimi.

L'autorizzazione del Ministero è arrivata il 28 dicembre scorso: "con il Consorzio di tutela patata di Bologna Dop - ha aggiunto il presidente - siamo in grado di tutelare una patata esclusiva attraverso gli strumenti della Comunità Europea. Nell'ottica distintiva va letta anche la nascita del nuovo logo che si identifica con un simbolo del forte legame tra storia, cultura, tradizione bolognese e il frutto nobile della patata di Bologna Dop; è rappresentato dalla sovrapposizione di due patate stilizzate quale simbolo della cooperazione, dell’unione, del lavoro di tutela e della diffusione dei valori territoriali cui è preposto l'organismo". Nota curiosa è rappresentata dall’inclinazione della figura più piccola che evoca l’immagine delle due Torri di Bologna. Il nuovo logo accompagnerà il prodotto dalla campagna 2017.


“La scelta di dare vita ad un simbolo dedicato al Consorzio di tutela da affiancare al logo della patata di Bologna Dop già presente nel disciplinare di produzione approvato, è solo il primo passo di una evoluzione comunicativa che – ha specificato Zambon - vedrà al centro il tubero, la sua storia e le sue caratteristiche uniche.  Nel corso dell'anno metteremo dunque a punto una campagna di comunicazione che vedrà la sua declinazione su stampa, Tv e web”.

Quanto al mercato, la campagna attuale sta regalando discrete soddisfazioni: i prezzi sono sostenuti, complice la carenza di ortaggi. "Per il prodotto Dop stare sotto i 26-27 centesimi vuol dire essere in grande sofferenza", ha aggiunto il presidente, che ha spiegato come sia stata attivata una collaborazione con una ditta sementiera francese per lo sviluppo e la riqualificazione della varietà, coltivata su areali ristretti.

Il Consorzio di tutela, che può associare solo produttori e confezionatori iscritti al piano dei controlli, comprende le aziende rappresentate dall’Organizzazione di produttori Assopatre cooperative e sei commercianti privatiApofruit Italia Sca; Baschieri Rino Srl; Cesac Sca; Fuitem & Orsini Fruttaexport Srl; Ortofrutticola Parma Srl; Patfrut Sca; Orsini Ercole Srl; Pizzoli Spa; Romagnoli F.lli Spa.



Erano presenti alla conferenza stampa di ieri anche Gianluca Giuli di Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi) e Alberto Ventura della Regione Emilia Romagna: "da ora in poi saremo partner del Consorzio che affiancheremo per la difesa della denominazione e del prodotto - ha spiegato il primo  - tutelandolo a 360 gradi anche online, dove le frodi sono all'ordine del giorno; siamo la parte tecnica del ministero, l'ente accreditato per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari e svolgeremo con la massima attenzione questo compito".

"Diventare Consorzio di tutela - ha spiegato invece Ventura - significa disporre di compiti importanti per la promozione e la tutela in modo esclusivo; la nuova realtà consortile, referente unico della pubblica amministrazione nella gestione della denominazione d'origine, può accedere ai finanziamenti dei Psr per la promozione".

Soddisfatta Coldiretti Emilia Romagna: "Con il nuovo Consorzio di tutela della patata Dop di Bologna diventa più facile il controllo sulle truffe che spacciano prodotto d’importazione per patata di Bologna".

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