2023, che fare per l’ortofrutta?

5 raccomandazioni per il nuovo anno

2023, che fare per l’ortofrutta?

Fino a tre anni fa, molti di noi amavano cimentarsi nel dissertare sulle necessità del settore, anzi c’era una sorta di gara a chi la sparava più grossa per trovare un posto da opinionista. Recupero dei consumi, ripresa dell’export, aumento della competitività erano le tesi più gettonate, ahimè spesso disattese alla prova dei fatti. Ma poco importava, la perdita di brio del nostro sistema scivolava lenta, solo con qualche sussulto a ricordare una passata vitalità. Insomma, si tirava avanti. Gli ultimi tre anni, invece, hanno portato su scala mondiale tali e tanti stravolgimenti che già la mia generazione non può ricordare di aver visto mai nulla di simile e bisogna arrivare a chi ha vissuto la Seconda guerra mondiale per poter fare un paragone.


La pandemia prima e la guerra poi, accompagnate dai cambiamenti climatici e dalla crisi energetica, hanno provocato su tutti noi così tante reazioni drammatiche a catena da provocarci un profondo turbamento anche sul piano psicologico, oltreché economico, rendendo le persone molto diverse da prima e, per questo motivo, difficilmente prevedibili. Ne abbiamo testimonianza tutti i giorni. Pensate solo ai record della borsa nel 2021 e ad Apple che, l’anno successivo, ha perso oltre 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione soprattutto per i problemi legati alle consegne dei suoi device.

Mentre ogni luogo di vacanza è stato preso d’assalto durante la pausa natalizia, con tutti i ristoranti sold out, le ricerche ci parlano di consumatori spaventati che centellinano gli acquisti di alimenti, sebbene questi beni siano classificati come primari – cioè indispensabili – soprattutto nei momenti di difficoltà. 
Nel 2022 moda e musica battono ogni record di fatturato pre-pandemia e gli speculatori dell’energia fanno il bello e il cattivo tempo sui mercati, mentre l’agricoltura – definita a sua volta “settore primario” - affossa sotto il peso dei costi, incapace – insieme alla distribuzione - di trasferire le sue difficoltà ai consumatori. Purtroppo, questi ultimi hanno infatti deciso (anche per colpa nostra) di spendere il meno possibile nel cibo per poter soddisfare qualche nuovo “desiderio”, divenuto “primario”. E poi ci sono coloro che faticano anche a soddisfare i “bisogni primari”, travolti dalla crisi. Per fortuna, in percentuale, sono meno del 15% degli italiani, ma è un numero enorme di teste e in rapida crescita.

In questo quadro tentare previsioni e rimedi è più esercizio da astrologo che da economista ma mi sento di azzardare comunque 5 raccomandazioni.

  1. ANALISI, in momenti difficili è l’unica opzione per seguire correttamente l’evoluzione del mercato. In questo IFN sarà continuamente al Vostro fianco con ricerche originali del Monitor Ortofrutta di Agroter (vedi news sui consumi di Natale in questo numero di IFN), dossier, inchieste e resoconti di cronaca.
  2. POLARIZZAZIONE, deve essere il mantra dell’approccio al mercato. Un prodotto per tutti non ha più futuro, soprattutto nell’alimentare.
  3. INNOVAZIONE, concentrarsi su quella vera, non sulle novità, quella capace di ridurre i costi per i consumatori meno abbienti e di migliorare le prestazioni per chi se lo può permettere.
  4. VALORE, il racconto genera il primo acquisto e perciò i prodotti vanno spiegati e non buttati sugli scaffali. Il gusto e la soddisfazione producono il riacquisto, tutto il resto è opzionale.
  5. TRASPARENZA, su internet girano anche le fake news, figuriamoci i veri comportamenti scorretti. Cominciamo smettendo di fotografare bollette della luce e passiamo a dire con onestà quanto è cambiata l'incidenza dell’energia sul costo dei nostri prodotti reclamando il giusto dal mercato.

Grazie della preferenza e buon 2023 a tutti!