Agricoltura sempre più "vecchia", proposta di legge per i giovani

Dotazione da 100 milioni annui dal 2024

Agricoltura sempre più "vecchia", proposta di legge per i giovani

Una proposta di legge per valorizzazione e sviluppare l’imprenditorialità giovanile (dove per giovani si intende under 40) in campo agricolo, allo scopo di favorire il ricambio generazionale in un Paese in cui l’età media degli agricoltori sale sempre di più. L’ha presentata il presidente della Commissione Agricoltura, Mirco Carloni. La premessa è affidata ai numeri: in Italia solo il 13,4 per cento dei titolari di impresa agricola ha meno di 44 anni - come emerge dal censimento dell’Istituto nazionale di statistica del 2020 - Nel 2010 era pari al 17,6 per cento, la percentuale è dunque scesa sensibilmente. Crescono leggermente le imprese gestite da under 35 anni, passate dal 7,3 per cento al 7,6 per cento nel 2022, secondo i dati dell’Unioncamere. 

“Ma anche in questo caso – si legge nella proposta, presentata insieme con Molinari, Davide Bergamini, Bruzzone, Pierro, Barabotti, Billi, Bof, Bordonali, Caparvi, Cavandoli, Cecchetti, Comaroli, Furgiuele, Loizzo, Marchetti, Toccalini - l’Italia rimane lontana dalla media europea, pari all’11 per cento circa”. Il timore è dunque che, senza un cambiamento di rotta, il settore rischi un progressivo declino perché “sono le aziende gestite da giovani a caratterizzarsi per il maggiore grado di capitalizzazione e di propensione per l’innovazione – scrive Carloni nel testo  - Secondo gli ultimi dati dell’Eurostat, in Italia le aziende condotte da persone di età inferiore a 35 anni conseguono una redditività per ettaro maggiore (4.964 euro/ettaro) rispetto a quelle condotte da soggetti di età superiore a 55 anni (3.546 euro/ettaro)”. Ma allora perché, se rendono di più, le aziende dei giovani stentano a decollare? Il primo scoglio da superare sono i finanziamenti per l’acquisto di terreni, beni, strumenti o complesso già esistenti.

A questo scopo, la proposta di legge ipotizza l’istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di “un fondo, con la dotazione di 100 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024, destinato al cofinanziamento di programmi predisposti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano per favorire il primo insediamento dei giovani nel settore agricolo, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato”. 

Quanto alle agevolazioni fiscali, in particolare le persone che intraprendono un’attività d’impresa, “in forma diversa dall’impresa individuale e dalla società semplice, possono avvalersi, per il periodo d’imposta in cui l’attività è iniziata e per i quattro periodi d’imposta successivi, di un regime fiscale agevolato consistente nel pagamento di un’imposta sostitutiva, determinata applicando l’aliquota del 12,5 per cento alla base imponibile costituita dal reddito d’impresa prodotto nel periodo d’imposta”. 

Un altro punto è l’attrattività del mestiere. “Crediamo che fare l’agricoltore non debba più evocare l’immagine del contadino cerca-moglie col cappello di paglia, ma vogliamo che questa professione sia riconosciuta come lavoro di serie A e che quindi sia socialmente riconosciuta e ben considerata: a questo scopo aiuta sicuramente l’elemento tecnologico, ma soprattutto quello reddituale, quindi con una valorizzazione economica. Chi fa questo mestiere deve avere un adeguato beneficio economico”, conclude il numero uno della Commissione Agricoltura.

Fonte: la Repubblica