Boom mirtilli: cresce la domanda mondiale, si diversifica l’offerta

USA ed Europa guidano i consumi, grande potenziale in Asia

Boom mirtilli: cresce la domanda mondiale, si diversifica l’offerta

L’offerta globale di mirtilli continua a crescere e a diversificarsi, spinta da esportazioni sopra le attese e dall’ingresso di nuove origini che stanno ridisegnando gli equilibri internazionali. È quanto emerge dal nuovo rapporto “Blueberry Update 2025” pubblicato da Rabobank e ripreso dal sito spagnolo FeH, che conferma la leadership del Perù ma mette in luce anche la rapida ascesa del Marocco. Il Paese nordafricano, si legge nel report, “sta guadagnando terreno a ritmo sostenuto e potrebbe presto superare Cile e Canada”.

Il quadro competitivo resta in evoluzione. La produzione statunitense appare stabile, mentre quella canadese mostra segnali di consolidamento dopo anni di oscillazioni. Il Messico si trova sotto forte pressione per migliorare l’efficienza dei costi, mentre il Sud America punta con decisione sull’innovazione varietale per mantenere competitività e performance qualitative. In Europa il settore deve invece confrontarsi con due nodi sempre più strutturali: la carenza di manodopera e l’inasprimento delle normative. Nel frattempo, l’Africa sta emergendo come polo di crescita grazie soprattutto al Marocco, mentre la Cina — già primo produttore mondiale — comincia a muovere i primi passi anche sul fronte dell’export.

Nel complesso, secondo Rabobank, il mercato globale si sta avviando verso un modello più integrato, dove scala produttiva, genetica e logistica saranno i principali fattori di competitività nei prossimi anni.

Domanda globale in aumento
La domanda continua a crescere, trainata soprattutto da Nord America ed Europa. Negli Stati Uniti il consumo pro capite di mirtilli freschi ha superato gli 1,3 kg, con un trend ancora positivo. Nell’Unione Europea gli acquisti delle famiglie restano robusti, nonostante una certa volatilità dei prezzi e un’offerta che non sempre si presenta omogenea.

In Asia il potenziale è significativo: India e Thailandia stanno incrementando le importazioni e la Cina, pur essendo il maggiore produttore mondiale, consuma ancora meno di 0,5 kg pro capite, un dato che lascia spazio a un’ampia crescita futura.

Secondo Rabobank, la combinazione tra tendenze salutistiche, praticità e ricerca di snack naturali continuerà a sostenere il mercato. Il vero nodo sarà riuscire a intercettare questa domanda attraverso un marketing mirato, una qualità costante e una filiera capace di adattarsi rapidamente alle aspettative dei consumatori. (lg)