Dal campo
Import UE, oltre mille non conformità da Turchia ed Egitto
Richiesta la chiusura delle frontiere per l'ortofrutta
![Import UE, oltre mille non conformità da Turchia ed Egitto](/upload/FOTO IFN/agrumi-generica-1200x600-w.jpg)
Turchia ed Egitto sono accusate di aver esportato nell’Unione Europea prodotti ortofrutticoli, in particolare agrumi, con presidi fitosanitari non autorizzati dalla legislazione comunitaria o oltre i limiti consentiti. La denuncia arriva dall’Unione spagnola dei sindacati degli agricoltori, il cui team tecnico ha messo in luce la situazione.
Nello specifico, i due Paesi nordafricani hanno ricevuto 1.189 segnalazioni nel periodo compreso tra il 2020 e il 2022 per l’importazione in Europa di arance, mandarini, limoni, peperoni e pompelmi contenenti sostanze non consentite o che superavano il limite massimo di residuo permesso.
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Come riporta la testata spagnola Revista Mercados, le esportazioni di ortofrutta verso l’Unione Europea dalla Turchia e dall’Egitto sono aumentate negli ultimi anni. Il primo Paese ha esportato 30.600 tonnellate e il secondo 89.000 nel 2021. Per quanto riguarda la Turchia, ha ricevuto un totale di 1.072 segnalazioni negli ultimi tre anni. Nel 2020 ne aveva 267, la cifra è salita a 424 nel 2021, il resto nell'ultimo anno anche grazie alle pressioni delle organizzazioni europee, come l'Unione dei sindacati, al fine di aumentare le ispezioni fino al 20% delle spedizioni di limoni, arance e mandarini.
Da questo gennaio è entrata in vigore una nuova modifica dei regolamenti comunitari, che porta la percentuale di controllo al 30% per i limoni e i pompelmi.
Da parte sua, l'Egitto ha avuto 13 segnalazioni nell'UE nel 2020 e 60 nel 2021 per l'ingresso di produzioni con sostanze non autorizzate o superiori ai limiti massimi di residui autorizzati. Questo trend ha indotto l'UE ad aumentare i controlli su arance e peperoni al 20 per cento anche perché, nel caso dei primi, sono stati individuati possibili nuovi rischi per la salute umana dalla contaminazione dei prodotti con residui di pesticidi.
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Quello che chiede l’Unione dei sindacati degli agricoltori è la proroga dei controlli per un intero anno. La proposta è stata inviata al ministero dell’Agricoltura spagnolo, Luis Planas, e anche alla direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare dell’Ue, affinché vengano adottate misure urgenti di fronte alla gravità delle infrazioni nelle importazioni dai due Paesi e alle possibili ricadute sulla salute dei cittadini europei. Un’altra condizione posta dall’Unione dei sindacati è che se si dovesse verificare un ulteriore aumento del 5% delle segnalazioni su qualsiasi prodotto, le importazioni turche o egiziane siano automaticamente bloccate.
Contemporaneamente, l'organizzazione esorta la Commissione europea affinché preveda che i paesi con cui firma accordi commerciali si impegnino a ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari o pesticidi e ad accelerare i lavori per introdurre clausole speculari a quelle europee nel quadro della strategia Farm to fork. “Le relazioni commerciali dell'Ue – conclude il sindacato - devono essere allineate alle nostre norme di produzione. In un contesto di aumento dei costi di produzione, è più che mai fondamentale iniziare a pretendere dai prodotti importati da paesi terzi gli stessi requisiti fitosanitari, ambientali, di sicurezza ed etici che sono regolamentati per le produzioni europee”.
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