Dal campo
Ri.Nova: strategie di raccolta e conservazione mirate per Flopria e Ladycot
Analisi e monitoraggio della maturazione delle albicocche migliorano sapore, durata e qualità

La crescente attenzione verso la qualità organolettica e la valorizzazione delle produzioni precoci nella filiera ortofrutticola spinge oggi produttori e centri di ricerca a individuare strategie di raccolta e conservazione più mirate. In questo contesto si inserisce la sperimentazione condotta da Ri.Nova nel 2024, nell’ambito del progetto "Sviluppo di innovazioni bio-tecnologiche nel settore postraccolta frutta", dedicata a due varietà medio precoci di albicocco (Flopria e Ladycot) coltivate in Emilia Romagna. L’attività è stata finalizzata a definire la data ideale di raccolta in funzione della conservabilità e della qualità gustativa, e a valutare l’applicabilità di indici di maturazione distruttivi e non distruttivi come strumenti operativi per la filiera. Il protocollo ha previsto due epoche di stacco (precoce e posticipata) e due uscite di conservazione (breve e lunga), integrando analisi strumentali e sensoriali con la valutazione di indici non distruttivi, così da fornire indicazioni pratiche per ridurre l’insorgenza di fisiopatie e migliorare la pianificazione della filiera.
Protocollo operativo
L’attività nelle albicocche svolta da Ri.Nova si è posta l’obbiettivo di verificare l'applicabilità di alcuni indici di raccolta distruttivi e non distruttivi, per definire le corrette date di raccolta in base ai diversi usi commerciali (consumo immediato e/o conservazione) e per prevenire l’imbrunimento della polpa.
In particolare, la prova si è focalizzata su due varietà precoci di albicocche, le quali non sempre soddisfano le esigenze qualitative e gustative degli acquirenti. Sono state prese in considerazione inoltre due epoche di raccolta diverse (precoce e tardiva) e due uscite cella in conservazione (breve e lunga).
Presso i laboratori di Astra Innovazione e Sviluppo, per ogni combinazione di data di stacco e tempistica di stoccaggio sono state eseguite analisi strumentali (peso medio, colore di fondo e sovracolore, percentuale di sovracolore, contenuto zuccherino, consistenza della polpa, pH, acidità titolabile) e sensoriali (panel test svolto da giudici esperti) per stabilire quali sono i parametri ideali alla raccolta per garantire un frutto gradito al consumatore.
Inoltre, CIRI Agroalimentare ha svolto la valutazione nelle diverse tesi in cella frigorifera dell’insorgenza di fisiopatie come gli imbrunimenti della polpa, associata a danni da freddo o a fattori preraccolta.
Presso Astra Innovazione e Sviluppo si sono testate anche analisi non distruttive come parametri di maturazione aggiuntivi in raccolta, oppure utili alla certificazione delle partite destinate al consumo immediato, in quanto non conservabili o suscettibili a fisiopatie, oppure alla frigoconservazione dopo la quale esprimono maggiore qualità.

Nel complesso, le prove condotte su Flopria e Ladycot hanno confermato che la definizione della data di raccolta sulla base di indicatori preraccolta oggettivi – durezza, grado zuccherino (Brix), acidità e parametri non distruttivi come l’IDA – può consentire di distinguere i lotti in funzione della loro idoneità alla conservazione breve o alla lavorazione immediata. Questa classificazione permette di ridurre i rischi di imbrunimenti e marciumi, migliorando la pianificazione logistica e la costanza qualitativa dei frutti destinati al consumo fresco o alla trasformazione. La calibrazione della data di stacco in funzione della varietà e dell’obiettivo commerciale risulta determinante.
Per Flopria, una raccolta troppo precoce richiede affinamento in cella e breve shelf life per raggiungere un gradimento accettabile; la posticipazione di una settimana abilita invece lavorazioni rapide (entro 7 giorni) e apre una finestra di qualità continuativa, riducendo rischi di degradazione strutturale e off flavours.
Per Ladycot, i benefici delle raccolte tardive sono limitati: la sufficienza sensoriale emerge solo dopo conservazioni prolungate e si associa a incremento dei marciumi, mentre una raccolta successiva non migliora gli indici qualitativi.
La prospettiva è quella di valorizzare le cultivar precoci con strategie di raccolta e conservazione mirate, puntando su soglie analitiche e sensoriali condivise. In questo modo si garantisce un prodotto pronto al consumo, dolce e gradevole, in linea con le esigenze della distribuzione moderna e con le aspettative dei consumatori, contribuendo a rendere più competitiva e sostenibile la filiera delle albicocche. (lg)
L’attività è stata realizzata nell’ambito dell’Ocm Ortorutta Reg. Ue 2021/2115 art. 50 Programma Operativo 2023/2029 Progetto "Sviluppo di innovazioni bio-tecnologiche nel settore postraccolta frutta" – Attività 3 “Miglioramento qualitativo in conservazione di albicocche e susine”.
Fonte: Ufficio Stampa Ri.Nova



















