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Ciliegie: tutti i dati su produzione, consumi, import-export
Declino italiano per raccolti e vendite, spiccano Turchia, Usa, Iran e Cile
Comode, gustose e pratiche, le ciliegie sono uno tra i prodotti a più alto potenziale, sia a livello di produzione, sia livello di scambi commerciali che di consumi. In Italia però questo prodotto sta risentendo di andamenti negativi, specialmente a livello di consumi.
Produzione mondiale: Cile in netta crescita
Stando ai dati Fao più aggiornati, la produzione mondiale di ciliegie al 2013, escluse le ciliegie acide, è stata stimata in oltre 2,2 milioni di tonnellate con una concentrazione molto significativa: basti pensare, infatti, che i primi 6 Paesi raccolgono il 57% del totale, mentre i primi 10 valgono oltre il 70%. Nello specifico, è la Turchia a guidare le produzioni mondiali con circa 490.000 tonnellate di produzione nel 2013, seguita a breve distanza dagli Usa (300.000) e dall'Iran (200.000).

Sempre secondo la Fao, l'Italia, leader mondiale nella coltivazione del ciliegio negli anni ‘60 – '70, ha subito un declino strutturale delle produzioni fino ad arrivare oggi al quarto posto, seguita da vicino da Spagna e ancor di più dal Cile, in crescita esponenziale.

L'Italia è leader europeo per produzione, anche se non si può affermare però la stessa cosa per quanto riguarda l'export. La Spagna negli ultimi anni, infatti, sempre secondo i dati Fao, ha esportato oltre 20.000 tonnellate contro le fluttuanti 10.000 italiane. Altri Paesi influenti sono Austria, Germania e Grecia.
I maggiori importatori di ciliegie sono la Russia e la Germania, che sta iniziando ad investire sulle proprie coltivazioni cerasicole. Seguono l'Austria, il Regno Unito, la Francia e l'Italia.

Negli anni Novanta si è registrata una bilancia commerciale sempre positiva con un export che ha toccato le 15.000 tonnellate e un import che si è abbassato fino a 2.500 tonnellate.
Dagli anni Duemila invece si è assistito a un cambio di tendenza abbastanza netto: la bilancia commerciale ha fatto segnare un andamento ondulatorio e instabile. Si sottolineano gli anni 2004 (-9.000 tonnellate) e 2009 (-6.000 tonnellate) per le peggiori performance. Anche l'anno 2014 non ha brillato, registrando una bilancia negativa nell'ordine delle 4.000 tonnellate, complici soprattutto le difficoltà produttive e meteorologiche. In recupero la scorsa campagna, che ha registrato valori di bilancia positivi.
Produzioni italiane sempre più concentrate
Secondo i dati Istat, nel 2015 in Italia si sono prodotte circa 116.500 tonnellate di ciliegie su oltre 30.000 ettari investiti, con le prime 5 regioni che hanno rappresentato il 91% del totale. La Puglia detiene con le sue 40.790 tonnellate il 35% delle produzioni italiane e il 62% delle superfici investite. A grande distanza si trova la Campania con il 23% delle produzioni e l'11% degli ettari. In terza e quarta posizione il Veneto e l'Emilia-Romagna con le loro produzioni d'origine.

Nel 2015 si è registrato un leggero incremento di produzione nell'ordine del 1,6%, spinto da Puglia (6,9%) e Campania (8,5%) ma zavorrato dal calo dell'Emilia Romagna (-10,9%) e del Veneto (-27,3%).

Fanno eccezione le ultime due annate che hanno registrato cali consistenti, riportando i consumi domestici ai livelli d'inizio millennio.
Produzione mondiale: Cile in netta crescita
Stando ai dati Fao più aggiornati, la produzione mondiale di ciliegie al 2013, escluse le ciliegie acide, è stata stimata in oltre 2,2 milioni di tonnellate con una concentrazione molto significativa: basti pensare, infatti, che i primi 6 Paesi raccolgono il 57% del totale, mentre i primi 10 valgono oltre il 70%. Nello specifico, è la Turchia a guidare le produzioni mondiali con circa 490.000 tonnellate di produzione nel 2013, seguita a breve distanza dagli Usa (300.000) e dall'Iran (200.000). 
Sempre secondo la Fao, l'Italia, leader mondiale nella coltivazione del ciliegio negli anni ‘60 – '70, ha subito un declino strutturale delle produzioni fino ad arrivare oggi al quarto posto, seguita da vicino da Spagna e ancor di più dal Cile, in crescita esponenziale.
Flussi europei: Italia leader nelle produzioni ma non negli scambi

L'Italia è leader europeo per produzione, anche se non si può affermare però la stessa cosa per quanto riguarda l'export. La Spagna negli ultimi anni, infatti, sempre secondo i dati Fao, ha esportato oltre 20.000 tonnellate contro le fluttuanti 10.000 italiane. Altri Paesi influenti sono Austria, Germania e Grecia.
I maggiori importatori di ciliegie sono la Russia e la Germania, che sta iniziando ad investire sulle proprie coltivazioni cerasicole. Seguono l'Austria, il Regno Unito, la Francia e l'Italia.
Le due fasi dell'export Italiano di ciliegie
Dalle elaborazioni Agroter su dati Istat, si può notare come l'export italiano di ciliegie abbia attraversato due fasi distintive negli ultimi 25 anni.
Negli anni Novanta si è registrata una bilancia commerciale sempre positiva con un export che ha toccato le 15.000 tonnellate e un import che si è abbassato fino a 2.500 tonnellate.
Dagli anni Duemila invece si è assistito a un cambio di tendenza abbastanza netto: la bilancia commerciale ha fatto segnare un andamento ondulatorio e instabile. Si sottolineano gli anni 2004 (-9.000 tonnellate) e 2009 (-6.000 tonnellate) per le peggiori performance. Anche l'anno 2014 non ha brillato, registrando una bilancia negativa nell'ordine delle 4.000 tonnellate, complici soprattutto le difficoltà produttive e meteorologiche. In recupero la scorsa campagna, che ha registrato valori di bilancia positivi.
I canali per l'export italiano: cresce il Regno Unito
Con un export di circa 10.837 tonnellate (incluse ciliegie acide), la stagione 2015 ha segnato un incremento del 60% rispetto al 2014, annata particolarmente sfavorevole in fase produttiva. I Paesi limitrofi all'Italia hanno rappresentato i maggiori canali di esportazione: tra questi la Germania (51%), la Svizzera (8%) e l'Austria (7%) che hanno assorbito insieme i due terzi del totale. I canali che hanno registrato le contrazioni maggiori nel 2015 rispetto al periodo precedente sono stati in particolare quelli dell'Est Europa, come Polonia e Slovenia. Da evidenziare l'incremento negli ultimi anni dei volumi esportati verso il Regno Unito, storico cliente della Spagna.Produzioni italiane sempre più concentrate
Secondo i dati Istat, nel 2015 in Italia si sono prodotte circa 116.500 tonnellate di ciliegie su oltre 30.000 ettari investiti, con le prime 5 regioni che hanno rappresentato il 91% del totale. La Puglia detiene con le sue 40.790 tonnellate il 35% delle produzioni italiane e il 62% delle superfici investite. A grande distanza si trova la Campania con il 23% delle produzioni e l'11% degli ettari. In terza e quarta posizione il Veneto e l'Emilia-Romagna con le loro produzioni d'origine. 
Nel 2015 si è registrato un leggero incremento di produzione nell'ordine del 1,6%, spinto da Puglia (6,9%) e Campania (8,5%) ma zavorrato dal calo dell'Emilia Romagna (-10,9%) e del Veneto (-27,3%).
Consumi domestici di ciliegie negativi nelle ultime due annate
Stando ai dati GfK pubblicati da Macfrut ed elaborati dal Monitor F&V di Agroter, i consumi domestici nostrani di ciliegie sono aumentati sia a volume che a valore dal 2004 al 2012.
Fanno eccezione le ultime due annate che hanno registrato cali consistenti, riportando i consumi domestici ai livelli d'inizio millennio.
Per ulteriori approfondimenti su consumi e percezioni nel mondo dell'ortofrutta si invita il lettore a partecipare all'evento Think Fresh - I consumi in testa il 9 giungno 2016 a Firenze, edito dalla nostrata testata. (www.thinkfresh.it)
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