Commercio estero: import alle stelle e saldo commerciale in rosso

Nonostante la crescita dell’export (+8%), l’Italia paga sempre più a caro prezzo l’ingresso di prodotti esteri (+20%)

Commercio estero: import alle stelle e saldo commerciale in rosso

L’aggiornamento di settembre sui dati del commercio ortofrutticolo italiano – elaborati dal Monitor Ortofrutta di Agroter – restituisce un quadro tutt’altro che rassicurante. Dopo i segnali positivi osservati ad agosto (clicca qui per approfondire), infatti, la bilancia commerciale torna a peggiorare: il saldo a valore scivola nuovamente in territorio profondamente negativo e, anche sul fronte dei volumi, la situazione resta debole. Il risultato è chiaro: nei primi nove mesi dell’anno l’import cresce a un ritmo molto più sostenuto dell’export, e lo fa a prezzi elevati, nonostante l’aumento delle spedizioni italiane oltre confine.

Saldo commerciale: qualche passo avanti nei volumi, crollo sul fronte del valore
Tra gennaio e settembre 2025 il deficit a volume dell’Italia si attesta a 197 mila tonnellate, un dato leggermente migliore rispetto allo scorso anno (+3%). Ma la performance peggiora drasticamente quando si guarda al valore: la bilancia commerciale registra una perdita di 39 milioni di euro, un peggioramento del 119% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando era positiva. A pesare è soprattutto il forte aumento dei prezzi medi all’import, in particolare per le categorie con maggior valore aggiunto, che sta di fatto annullano i benefici riconducibili alla crescita dell’export.

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Export: crescono i volumi, traina la frutta secca
Nei primi nove mesi del 2025 l’export ortofrutticolo italiano mostra un andamento solido: +8% a volume, pari a 2,89 milioni di tonnellate, e un incremento ancora più marcato a valore (+13%), che supera i 4,7 miliardi di euro. La crescita interessa quasi tutti i comparti, seppur con intensità differenti.
Agrumi e frutta fresca mostrano un’accelerazione significativa. Gli agrumi crescono del 14% a volume e del 21% a valore, mentre la frutta fresca italiana vede aumentare le proprie spedizioni del 12% e generare un +18% in termini monetari. Ma è la frutta secca a registrare la performance più brillante: +29% nei volumi esportati e +37% a valore. Legumi e ortaggi rimangono invece sostanzialmente stabili (+1% sia in volume che in valore). In controtendenza la frutta tropicale, che perde il 14% nei quantitativi spediti e il 6% nel valore generato.

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Import: quantitativi in crescita e a costi sempre più elevati
Sul fronte opposto, le importazioni continuano a correre. Tra gennaio e settembre aumentano del 7% a volume, superando i 3 milioni di tonnellate, mentre la spesa complessiva raggiunge i 4,75 miliardi di euro (+20%). Anche in questo caso è la frutta secca a incidere maggiormente: +19% a volume e +53% a valore. A seguire, agrumi e legumi e ortaggi, con un aumento dei volumi importati del 9% e un balzo della spesa per gli agrumi pari al +30%. La frutta tropicale cresce del 5% nei volumi e del 7% a valore, mentre la frutta fresca segna un lieve calo dei quantitativi (-2%). Tuttavia, i prezzi elevati pagati all’origine portano comunque a un incremento dell’esborso (+8%).

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Focus sui principali prodotti
Il bilancio del commercio ortofrutticolo nei primi nove mesi dell’anno offre una fotografia chiara dell’andamento delle diverse campagne. Le mele rimangono la punta di diamante dell’export ortofrutticolo italiano, con una crescita del 23% nei volumi e del 21% a valore. Ottimo il risultato anche per il kiwi, che registra il miglior incremento monetario del periodo (+36%) grazie a volumi in aumento del 23%. Bene i cocomeri, che si avviano a chiudere una stagione positiva (+7% a volume, +11% a valore), così come le arance (+7% nei volumi e +11% nel valore generato). In difficoltà invece l’uva da tavola: i quantitativi esportati scendono del 4%, ma l’aumento dei prezzi consente una crescita a valore del 4%. 

Sul fronte import, emergono due dinamiche rilevanti: le arance estere, in forte aumento (+18% a volume) e con una spesa quasi raddoppiata, e l’uva da tavola, le cui importazioni crescono del 20% nei volumi e del 36% nel valore.

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Tra le orticole, le brassiche segnano un +14% nei volumi esportati, anche se l’aumento a valore si limita a 10 punti percentuali. I pomodori mantengono un trend positivo (+4% a volume, +8% a valore). Carote e patate, al contrario, subiscono una fase di contrazione: le esportazioni calano rispettivamente del 15% e del 17%, con le patate che registrano addirittura una perdita del 36% a valore. Sul fronte dell’import spicca infine il caso delle carote straniere, i cui volumi in entrata sono più che raddoppiati (+117%), seppur acquistati a prezzi inferiori, come indica l’aumento più contenuto a valore (+28%).

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