Commercio estero: la ripresa sui volumi non basta, a valore la bilancia commerciale soffre

L’export avanza (+4% in quantità, +13% a valore) ma l’import accelera sui prezzi

Commercio estero: la ripresa sui volumi non basta, a valore la bilancia commerciale soffre

Dopo un luglio che aveva fatto intravedere un peggioramento marcato della bilancia commerciale, i dati consolidati dei primi otto mesi del 2025, analizzati dal Monitor Ortofrutta di Agroter, mostrano un quadro leggermente più positivo, con un miglioramento del saldo a volume. Restiamo però di fronte a una dinamica a due velocità: l’export accelera e offre segnali incoraggianti, mentre l’import – soprattutto a valore – continua a crescere più rapidamente, appesantendo l’equilibrio complessivo dello scambio commerciale.

Saldo commerciale: migliorano i volumi, crollano i valori
Tra gennaio e agosto 2025 il deficit a volume dell’Italia si riduce sensibilmente. Si passa da 243 mila tonnellate del 2024 a 142,7 mila tonnellate nel 2025: un miglioramento del 41%, che indica un export più vivace e un import leggermente frenato rispetto allo scorso anno. Il quadro si ribalta sul fronte valore. Il saldo positivo del 2024, pari a 71,5 milioni di euro, si assottiglia fino a 22,3 milioni nel 2025, registrando un drastico -69%. La crescita dei prezzi medi all’import, soprattutto per alcune categorie ad alto valore aggiunto, sta erodendo i benefici generati dall’aumento dell’export.

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Export: +4% in volume e +13% in valore
Nei primi otto mesi del 2025 l’Italia esporta 2,58milioni di tonnellate di ortofrutta, pari a un +4% sullo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il valore sale a 4,18 miliardi, con un incremento del 13%. La crescita risulta trasversale ma più intensa per alcuni comparti.
Agrumi e frutta fresca mostrano un’accelerazione rilevante: gli agrumi segnano un +9% nelle quantità e un +19% sul fronte economico, mentre la frutta fresca aumenta dell’11% in volume e del 20% a valore, confermando un rafforzamento sui mercati europei. Bene anche la frutta secca, che cresce del 21% nelle quantità e del 30% nei valori, grazie soprattutto a una domanda internazionale in continuo aumento. Legumi e ortaggi perdono il 5% nelle tonnellate ma recuperano un 2% a valore. L’unico comparto in retromarcia è la frutta tropicale, che registra un -20% a volume e un -8% a valore

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Import: volumi stabili, valori in forte aumento
Le importazioni si mantengono quasi stabili sul piano quantitativo, con 2,72 milioni di tonnellate, appena lo 0,2% in più rispetto al 2024. Il valore, invece, cresce con una forza ben diversa: +15% e un totale che raggiunge i 4,16 miliardi di euro. La frutta secca guida l’incremento (+49% a valore e +13% a volume), seguita dagli agrumi che, con un +28% a valore, rappresentano uno dei segmenti più dinamici delle importazioni italiane. La frutta tropicale resta in crescita sia in volume (+3%) che in valore (+6%), mentre la frutta fresca riduce sensibilmente i volumi (-11%) ma mostra comunque un lieve aumento del valore (+1%), segnale di prezzi medi più elevati o importazioni di prodotto premium.

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Frutta estiva: i numeri del quadrimestre maggio–agosto
La seconda parte della fotografia arriva dal focus per la frutta estiva e altri prodotti di punta, dove l’export mostra andamenti molto diversificati.
Le mele sono il prodotto più dinamico: crescono del 28% in volume e del 27% in valore, grazie a una disponibilità abbondante e a un contesto di domanda favorevole. I cocomeri avanzano del 4% in quantità e del 12% in valore; positive anche le performance dei limoni, che aumentano del 20% in volume e del 43% in valore, mentre pesche e nettarine recuperano sul fronte economico (+19%) pur con un leggero arretramento nei volumi.

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Di segno contrario l’andamento dell’uva da tavola, che riduce del 5% le quantità esportate e mostra un incremento più contenuto nel valore (+10%). Albicocche e meloni evidenziano una contrazione rispettivamente del 19% e del 25% nei volumi, con cali più contenuti sul fronte economico. Anche i pomodori perdono terreno, con un -14% a volume e un lieve arretramento a valore (-1%).
Sul fronte delle importazioni estive, spicca l’impennata dell’uva da tavola: +88% nei volumi e +91% nel valore. Il dato riflette il forte ingresso dell’uva egiziana (clicca qui per leggere l’articolo), che a luglio ha letteralmente dominato il mercato con una quota del 90% delle importazioni italiane. Significativi anche gli aumenti per cocomeri (+32% volume; +34% valore) e limoni (+27% valore), mentre pesche e nettarine segnano un -28% nelle quantità e un -9% a valore, in linea con la minore presenza dei principali Paesi fornitori. Albicocche e meloni calano rispettivamente del 13% e del 12% nei volumi, mentre le mele importate segnano un -10%.

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Uno sguardo ai prossimi mesi
La fase autunnale sarà fondamentale per capire se la tenuta dell’export riuscirà a compensare l’aumento del valore dell’import e se l’ingresso a pieno regime delle produzioni nazionali autunno-invernali riuscirà a riportare equilibrio nella bilancia commerciale. Molto dipenderà dalla competitività del prodotto italiano in un contesto internazionale sempre più instabile.

Ha collaborato Alberto Biffi