Clementine ancora in attesa dello sprint

La campagna è partita sottotono ma lascia ben sperare

Clementine ancora in attesa dello sprint

La stagione delle clementine e dei mandarini non è iniziata con il piede giusto nella grande distribuzione, considerate le vendite scarse sia a valore che a volume.
Secondo i dati Iri per super e ipermercati per il totale prodotto (confezionato e sfuso), ad ottobre sono stati venduti 5.496.559 chilogrammi rispetto agli 8.572.066 chilogrammi venduti nel 2021 con un calo a volume del 36%.

I frutti sono calati anche a valore del 30% passando dai 21.313.655 euro di ottobre 2021 ai 14.859.902 euro di quest’anno.
In realtà i numeri erano già in calo a settembre sia a valore del -3% (da 2.961.850 euro nel 2021 ai 2.877.248 euro nel 2022) che a volume del -6% (dai 1.139.769 chilogrammi del 2021 ai 1.069.325 chilogrammi del 2022).

Varietà tardive, una nicchia promettente
Gli ultimi due mesi osservati sembrano essere in controtendenza con il resto del 2022 che ha mostrato incrementi a doppia cifra sia a valore che a volume. Una tendenza registrata soprattutto nella prima parte dell’anno con le varietà più tardive – come Nadorcott, Tango e Orri – che nei primi quattro mesi dell’anno hanno avuto dei buoni risultati sia a valore che a volume. La crescita massima si può osservare nel mese di aprile, quando il trend a valore è cresciuto del 39% (passando da 4.385.746 euro del 2021 ai 6.088.947 euro del 2022) mentre quello a volume del 34% (passando dai 1.776.395 chilogrammi nel 2021 ai 2.374.065 chilogrammi del 2022). Numeri che fanno capire quanto sia essenziale investire in nuove varietà che permettano l’allungamento del calendario produttivo.

Peso variabile, l’incidenza maggiore
Entrando nei dettagli di peso imposto e peso variabile, si nota come a prevalere sia il peso variabile con un totale di 29.105.781 chilogrammi venduti nel 2022 (in crescita del 15% rispetto al 2021) rispetto ai 17.693.676 venduti a peso imposto.
La crescita si registra anche a valore: il peso variabile è cresciuto del 18% (pari a 66.986.553 euro) mentre il confezionato è cresciuto appena del 7% (pari a 38.976.108 euro).

Clementine e mandarini, focus a livello produttivo
Restringendo il campo alle clementine, guardando ai dati Istat si capisce subito come la produzione sia focalizzata in due regioni, Calabria e Puglia.
Se le superfici calabresi sono rimaste pressoché invariate negli anni (16 mila ettari nel 2015, così come nel 2021 e 2022), i volumi sono invece in leggero calo (452.039 tonnellate prodotte nel 2021 contro 442.778 tonnellate prodotte nel 2022).
Quasi impercettibile l’aumento pugliese in termini di superfici mentre scendono di poco i volumi (da 147.680 tonnellate nel 2021 a 147.470 tonnellate nel 2022).

La produzione dei mandarini è invece quasi del tutto in Sicilia: qui le superfici sono in leggera crescita (4.731 ettari nel 2021, 4.873 nel 2022). Numeri a cui segue una conseguente crescita in termini produttivi: da 65.933 tonnellate del 2021 alle 73.342 nel 2022.

Perché la stagione è partita sottotono
In attesa di una ripresa per i prossimi mesi di campagna agrumicola, si può addurre qualche spiegazione per questi trend di inizio campagna non proprio positivi.
Tra i fattori che hanno determinato la partenza della stagione c’è stata in primis una carenza di volumi: i frutti disponibili per le varietà precoci erano infatti molti di meno rispetto agli altri anni, senza parlare dei fortissimi ritardi di maturazione e dei prezzi di produzione maggiorati. Gli agrumi sulle piante erano pochi, poco maturi e anche asciutti. Ma questo non significa che il resto della campagna non possa risollevarsi: il clementino tradizionale sta entrando in gioco proprio in questo periodo con ottimi risultati sia a livello produttivo che qualitativo e potrebbe rappresentare una buona opportunità anche a livello commerciale. Attenzione però all’eccesso di produzione, soprattutto per il prodotto calabrese, che potrebbe tradursi sul mercato con una maggiore concentrazione di offerta e un conseguente crollo dei prezzi. 

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli