Coldiretti al capezzale della pericoltura

Gesmundo: "serve un patto di filiera per salvare l'Abate"

Coldiretti al capezzale della pericoltura

“Non c’è più tempo, dobbiamo salvare la pera Abate; è intollerabile rischiare di perdere un gioiello della nostra frutticoltura", con queste parole il Segretario Generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo ha caratterizzato il passaggio chiave del suo intervento di apertura al Convegno “Ortofrutta, la sfida dell'innovazione”, organizzato dalla stessa Coldiretti nell'ambito di Macfrut 2023. in una gremita sala convegni di Rimini Fiera, Gesmundo ha richiamato la necessità di costruire un patto fra gli attori della filiera per riportare all'antico splendore uno di vanti del nostro sistema ortofrutticolo, oggi messo in ginocchio da una tempesta perfetta di avversità climatiche, ambientali e commerciali. Gli ha fatto eco Paolo Bruni, presidente del CSO, che ha evidenziato come nel 2022 si sia perso un ulteriore 13% della superficie pericola in Emilia Romagna per mancanza di redditività e che la eccezionalità della situazione richieda interventi straordinari ma necessari, perché la pericoltura non ha al momento alternative sostenibili in Emilia Romagna e, perché, superata la contingenza, il nostro Paese ha ottime opportunità per rilanciarsi nello nello scenario internazionale.
Adriano Aldrovandi, presidente di UNAPera, l'AOP che racchiude tutti i principali produttori di pere dell'Emilia Romagna, ha confermato che i produttori hanno già fatto fronte comune e hanno avviato un piano di valorizzazione della pera dell'Emilia Romagna IGP che sostenga i consumi e valorizzi il prodotto nazionale minacciato da agguerriti competitori europei in campagne in cui vi è carenza di prodotto nazionale. Davide Vernocchi, Presidente di APOConerpo, da parte sua ha evidenziato che grandi operazioni di recupero e rilancio di specie e varietà sono il pane dei frutticoltori emiliano-romagnoli, che ne hanno già vissute altre in passato e superate grazie alla resilienza del sistema. A questo punto è arrivato l'atteso intervento dell'Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Alessio Mammi, che senza mezzi termini ha assicurato che sarà fatto tutto il necessario per rilanciare un comparto strategico, non solo per la frutticoltura, ma per tutta l'agricoltura della regione. Da qui l'aggancio con la relazione del ministro Francesco Lollobrigida, intervenuto all'evento, che ha assicurato anch'egli la centralità della pera nella strategia frutticola non solo della regione che ospita il Macfrut ma anche di quella nazionale. Ha chiuso i lavori Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ricordando come proprio l'assenza di progettualità in chiave strategica sia una delle maggiori carenze della nostra frutticoltura, impegnata a fronteggiare un'emergenza dopo l'altra perdendo spesso di vista l'obiettivo finale, che non può che essere un recupero di redditività per i produttori che passi da una valorizzazione dell'ortofrutta per rilanciare i consumi, soprattutto fra i più giovani.
Aggiungiamo che la pera, in Emilia Romagna, non è solo una delle tante specie che caratterizzano il sistema frutticolo, ma è la base e il traino del sistema stesso, rappresentando da sola ancora più del 30% del valore dello stesso e, soprattutto, incarnando il prodotto più distintivo, non solo perché caratterizzato da una IGP, ma perché l'unico su cui la regione vanti ancora una posizione di rilievo nello scenario internazionale.
La nascita di UNAPera ha rilanciato in modo convincente il sistema commerciale senza però ancora incidere sufficientemente sulla redditività dei produttori, falcidiata da gelate, malattie e scarsa produttività. Gli espianti di questi ultimi anni portano la coltura in una posizione critica per continuare ad esercitare un ruolo di primo piano nello scenario internazionale, su cui l'Abate è la varietà più a rischio ma la più distintiva. Occorre perciò rapidamente passare dalle parole ai fatti. Serve un piano per rinnovare e recuperare gli investimenti ancora in essere con impianti più resistenti agli effetti dei cambiamenti climatici. Si dovrà di certo superare il 5% all'anno di rinnovi sull'esistente per un orizzonte di medio periodo, con soluzioni prima tampone e poi con le innovazioni via via messe a disposizione dalla ricerca, attività su cui UNAPera sta puntando, come evidenziato dal presidente Aldrovandi. Si parla di decine di milioni di euro all'anno che richiedono un piano straordinario di portata nazionale per accompagnare i pericoltori dell'Emilia Romagna in un processo di rilancio della pera che parta dalla campagna e accompagni quello sul mercato. La sfida è ambiziosa ma gli attori in campo sono certo di livello adeguato e la resilienza del sistema è una ulteriore garanzia. 

"Il brusco calo dei consumi – sottolinea la Coldiretti – ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli italiani hanno ridotto del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele mentre tra gli ortaggi crollano del 24% gli acquisti di asparagi e del 20% quelli di radicchi. Il risultato è che con 5,5 miliardi di chili nel 2022 il consumo di frutta e verdura degli italiani – precisa la Coldiretti – è risultato di mezzo miliardo di chili inferiore a quello dell’anno precedente".

Tra cambiamenti climatici e concorrenza sleale l’Italia è in una morsa.
“La strage delle piante che ha decimato le varietà coltivate lungo la Penisola è stato causato dai cambiamenti climatici e il moltiplicarsi degli eventi estremi con danni sui raccolti anche a causa degli insetti e dei patogeni alieni – raccontano da Coldiretti - ma non solo. Il settore dell’ortofrutta subisce anche i rincari energetici che spingono i costi per la produzione della frutta e la concorrenza sleale dalle produzioni estere. Per questo è necessario standardizzare tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei”.
Incontri che hanno portato a lunghe riflessioni e sollecitato una rapida azione da parte della filiera, soprattutto, per la pericoltura che non si può permettere di prendere un secondo in più per potere scrivere il futuro.